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Visualizzazione dei post da agosto, 2025

Venezia FC: Rassegna stampa del 31 agosto 2025

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La nostra missione di Bodhisattva della terra

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La vita può essere definita una lotta continua contro le difficoltà ma, come praticanti del Buddismo di Nichiren, tutte le sfide e le sofferenze che incontriamo e superiamo, servono per dimostrare la prova del l'incredibile potere della nostra pratica buddista. In altre parole, trionfare sulle sofferenze dovute al Karma ci consente di dimostrare la verità e la validità del Buddismo di Nichiren e di diffondere la Legge mistica. È in questo modo che realizziamo la nostra missione di Bodhisattva della terra. In un certo senso, le difficoltà e le sofferenze sono indispensabili per poter adempiere a questa missione. Il Buddismo di Nichiren insegna a trasformare il karma in missione. Anche se saremo assaliti dalle più violente tempeste del Karma, non ci sono difficoltà o sofferenze insormontabili. Tratto da : La Nuova Rivoluzione Umana Vol. 30 pag 374

La favola di natale

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“ Buon Natale, mamma, buon Natale, Albertino, dice il babbo. Ora ritornate a casa: la vostra canzone vi riaccompagnerà. E tu non vieni, papà? Domani, Albertino... Domani o morgen? chiede la nonnina. Morgen, mamma. Papà, perché non mi prendi con te? Neppure in sogno i bambini debbono entrare laggiù. Promettimi che non verrai mai. Te lo prometto, papà. Se ne sono andati assieme alle loro canzoni e il bosco è muto e deserto. Nevica e una nuova soffice coltre si stende sull'altra indurita dal vento. Il cerchio verde attorno al fuoco è ridiventato bianco. Scompare la traccia dei sentieri. Notte da prigionieri! esclama il Passerotto capofamiglia nascondendo la testa sotto l'ala. E nel muoversi fa cadere una foglia che scende volteggiando lentamente e si posa nel bel mezzo della bianca radura. E si vede che, sulla foglia, c'è scritto la parola FINE. Ed è una foglia stretta stretta: Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia. E se non v'è pia...

Flavio Ezio. Il generale che sconfisse Attila

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10-29 giugno 1917 sul monte Ortigara

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“ ... da quindici giorni s’assiste allo stesso spettacolo: escono battaglioni, rientrano barelle e morti, e dopo qualche giorno o qualche ora, i pochi superstiti. Ed oggi il ritmo pare più violento, e noi andremo fuori sotto un bel chiaro di sole, che intaglierà crudelmente le nostre figure sul ciglio della trincea quando ne usciremo per scendere nella busa dell’Agnelizza, ed andare al contrattacco ... e poi via per il vallone dell’Agnelizza colmo di morti, gli scheletri delle battaglie dell’anno passato, i cadaveri gonfi della battaglia di quest’anno che dura da quindici giorni. E un teschio sghignazza. Lucido, accanto alla larva livida di un morto di ieri ... ”Siete voi il battaglione Tirano? “chiede il maggiore. “Signorsì”. “Tutto qui?”. “Tutto qui”. “Allora Battaglione Tirano del quinto alpini avanti, - dice il maggiore- andate a quota 2003 di rinforzo alla 297° del Cuneo”. “Signor sì” risponde senza bestemmiare l’ufficiale. E s’avvia; e le tre dozzine di uomini, quanti la battagli...

Venezia FC: Rassegna stampa del 30 agosto 2025

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L'importanza dell'olio d'oliva nell'antica Roma

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Nell’antica Roma, l’importanza dell’olio di oliva derivava dai molteplici usi che questa preziosa sostanza aveva nella vita di tutti i giorni. Oggi noi la usiamo prevalentemente per condire gli alimenti, ma in epoca antica veniva utilizzato anche per illuminare le case o per la propria igiene personale. Per quanto riguarda l’importanza dell’olio d’oliva, Plinio il Vecchio dice che:  «Ci sono due liquidi che sono particolarmente gradevoli per il corpo umano: il vino all’interno e l’olio all’esterno. Entrambi sono eccellenti prodotti naturali, ma l’olio è assolutamente necessario, e l’uomo non ha sbagliato a dedicare i suoi sforzi ad ottenerlo».   Da queste poche parole si intuisce subito la grande rilevanza che questa sostanza aveva all’interno della società romana, che non solo la utilizzava, come noi oggi, per condire le pietanze, ma anche come combustibile per le lanterne o come unguento per la cura della pelle. E’ dunque naturale che in tutto il corso della s...

Non mollate - I sogni che cmbiano la vita

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Nel suo piccolo, ognuno di noi ha un sogno, magari chiuso nel cassetto da così tanto tempo che neanche c' è lo ricordiamo più. Però è sempre un sogno, quel qualcosa che ci fa vibrare di passione, che ci strappa un sorriso, che ci scalda le giornate. Tirarlo fuori è come intraprendere un viaggio dentro di noi. Decidere di realizzare i nostri sogni equivale a guardare dentro il nostro cuore e tirare fuori la natura di Budda. È non è mai accaduto che un Budda abbia rinunciato ai suoi sogni. Spesso la vita impone delle rinunce, si diventa realisti e ci accontentiamo invece di metterci in gioco, perché abbiamo paura di fallire, di affrontare le sfide, quando vogliamo costruire un qualcosa. Possiamo perfino accontentarci di soffrire per paura di affrontare un cambiamento, ma non si può cambiare la nostra vita senza osare.Credere, osare, vuol dire essere gli artefici del nostro destino.Recitare Daimoku ci permette di mettere in luce le nostre reali esigenze, di capire se quel percorso è i...

La storia delle vittime

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"Se mi tornassi questa sera accanto lungo la via dove scende l’ombra azzurra già che sembra primavera, per dirti quanto è buio il mondo e come ai nostri sogni in libertà s’accenda di speranze di poveri di cielo io troverei un pianto da bambino e gli occhi aperti di sorriso, neri neri come le rondini del mare. Mi basterebbe che tu fossi vivo, un uomo vivo col tuo cuore è un sogno. Ora alla terra è un’ombra la memoria della tua voce che diceva ai figli: - Com’è bella la notte e com’è buona ad amarci così con l’aria in piena fin dentro al sonno - Tu vedevi il mondo nel plenilunio sporgere a quel cielo, gli uomini incamminati verso l’alba." Alfonso Gatto, "A mio padre" 1945

Ortigara monte di sangue la battaglia che si poteva solo perdere

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La neve che prese a cadere l’8 novembre 1916 rassicurò gli uomini del Battaglione Sette Comuni. Col maltempo in arrivo, l’offensiva su Cima Portule non si sarebbe fatta.   Intanto, forse si arriva vivi a Natale, poi si vedrà.   Sui crinali montani tra l’altopiano di Asiago e la Valsugana era tutto rimandato alla buona stagione dell’anno nuovo. Non potevano sapere, quei bravi alpini, che sarebbe spuntata l’alba del 10 giugno 1917. A migliaia sarebbero usciti all’assalto, loro compresi del Sette Comuni, e l’Ortigara sarebbe diventata l’ennesima cima insanguinata della Grande Guerra. Un nome che solo a sentirlo ha fatto tremare per decenni, nel ricordare quanti erano caduti sotto i colpi di fucili e mitragliatrici, maciullati dai cannoni austriaci, arsi vivi dai lanciafiamme. C’era nebbia domenica 10, alle 15, quando cominciò il primo dei venti giorni sull’Ortigara e la scarsa visibilità non giovò all’attacco, perchè ostacolava il tiro di accompagnamento dell’artiglieria.  P...

Venezia FC: Rassegna stampa del 29 agosto 2025

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Estratto da : Passare Attraverso di Gianna Mazzini

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Da quando pratico la mia cura è non trascurare mai Daimoku e Gongyo. Perché una cosa ho imparato subito: che puoi sapere tutto della dottrina buddista, condividere tutto l'impianto teorico, la legge di causa ed effetto, il karma, i dieci mondi, le teorie più fascinose e sorprendenti, ichinen sanzen e tutta la meraviglia della dottrina; puoi saperne parlare con dovizia e passione, ma se alla base della giornata non ci sono Daimoku e Gongyo il resto è accessorio. Come l'aria condizionata per una macchina che non s'accende. La preghiera è il cuore e il senso della giornata. È il ritmo, la protezione, la musica. Tutta la mia vita dovrebbe essere lì in quel momento, nella posizione che assumo, nella cura per le offerte al Gohonzon, acqua e frutta, nella direzione della mia mente e del mio cuore mentre suono la campana. Nella voce che va insieme alla mia schiena dritta e al pensiero. Tutto insieme e io compatta e unita. Ecco, la negligenza è la mancanza di questa compattezza. È l...

L'armonia della vita

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Non volevo morire senza aver capito perché ero vissuto. O, molto più semplicemente, dovevo trovare dentro di me il seme di una pace che poi avrei potuto far germogliare ovunque.  Tiziano Terzani

Zona di guerra, 1 gennaio 1916.

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«Si lavora sempre di continuo giorno e notte poco riposo. Qui non piove mai un caldo enorme alla notte freddo. Mi trovo sul basso Isonzo a Monfalcone. Di giorno se non fosse l’aria del mare che gli sono vicino non si potrebbe resistere». Lettera di Luigi Veratti a Rodolfo Escher

I sette colli di Roma

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I sette colli di Roma sono le alture sopra le quali venne costruita la città antica, e tutt’ora molto evidenti con un’altezza media stimata attorno ai 50 metri. La tradizionale lista dei sette colli di Roma, ci viene tramandata da Cicerone e Plutarco e comprende Aventino, Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Viminale e Quirinale. Il loro numero non è mai stato in discussione, caso mai, a causa della provenienza delle fonti, a volte varia la loro identificazione, e questo è principalmente dovuto al fatto che la tradizione dei sette colli, ricalca esattamente quella di sette cime di epoca molto più remota, sopra le quali venivano svolte cerimonie religiose, circoscritte in una ristrettissima zona della città e rese praticamente irriconoscibili dai seguenti mutamenti geologici e dalle trasformazioni urbane. i sette colli di roma, descrizone: L’identificazione dei sette colli di Roma, fu da sempre accompagnata alle modifiche e all’espansione della città stessa, dai periodi più antichi ...

Fede significa migliorarsi di Tamotsu Nakajiama

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Ogni persona è importantissima. La Legge non si propaga da sola, la persona che la propaga è importante quanto la Legge stessa. Ciò che conta è cosa stiamo facendo ogni giorno per realizzare kosen-rufu, con quale decisione. Per favore, ognuno rifletta su come creare unità con il maestro, su come creare unità con tutti i praticanti. Cambiando il proprio karma, facendo la propria rivoluzione umana ognuno sta cambiando il mondo. Siamo tutti qui per realizzare kosen-rufu. È fondamentale l'unità. Invece spesso litighiamo tra noi e ci sono cose che non ci piacciono. Quando ho cominciato a praticare non ho scelto il mio responsabile, l'ho trovato così. Non è facile, ma è necessario creare un legame anche con la persona che non ci piace. In questi tre "anni d'oro" vorrei che ragionassimo daccapo, per ripartire di nuovo. Ci sono tante cose di cui vorrei parlare, ma per ora dirò questo: bisogna creare unità. È un dovere, non è questione di "mi va" o "non mi v...

Solo Perché Ti Senti bene

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(...) in un ristorante di classe dove tra la prima e la seconda portata, in sottofondo, attacca un famoso pezzo di Whitney Huston e io mi alzo, le prendo la mano e poi in piedi accanto al tavolo balliamo un lento più lento del necessario, abbracciati e occhi negli occhi.  Se fosse stato un film, dagli altri tavoli sarebbe partito un applauso, invece le donne ci guardano con invidia e gli uomini distolgono lo sguardo facendo finta di non averci notati." S. Gagliarde

Venezia FC: Rassegna stampa del 28 agosto 2025

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Il legionario romano del tardo impero. Armi ed equipaggiamento

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Le pareti tremano

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‘ ... Un baccano infernale ci strappa dal sonno. Wolf accende la luce. Il pavimento è tutto cosparso di schegge di vetro. Abbiamo dimenticato di chiudere i vetri delle finestre dietro gli sportelli d’acciaio. Il mio compagno toglie con grande circospezione alcune schegge dalla coperta del suo letto e le lascia cadere a terra. Se non sbaglio, sparano – dico a mezza voce. Certo che sparano. Credi forse che tirino dei piselli? Ci mettiamo entrambi a sedere sul letto. Un tuono: per alcuni secondi percepiamo il caratteristico mugolio del proiettile, quindi lo scoppio. Le pareti tremano. Poi, di nuovo silenzio. Un silenzio paradossale. Il cuore soltanto batte violentemente. Scivolo sotto le coperte, mi turo le orecchie con le mani, poi mi rimetto in ascolto. Il silenzio continua e il cuore sembra voglia scoppiare. Guardo Wolf. Egli è più anziano di me, più uomo, ma anche il suo viso è contratto: pure dura fatica a padroneggiarsi. Un nuovo mugolio, un nuovo scoppio...’ Fritz Weber

Venezia FC: Rassegna stampa del 27 agosto 2025

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La morte, vista non come una fine, ma come un passaggio, e la necessità di prepararsi a questa transizione attraverso la consapevolezza dell'impermanenza umana

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“ Non posso affermare di non temere la morte, ma sto lavorando per essere degno di un passaggio di un essere umano da una dimensione all’altra. Ce la sto mettendo tutta. Siamo impermanenti e dobbiamo abituarci a questo".  “ Noi non siamo mai morti, e non siamo mai nati". Franco Battiato

Aprire la porta

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Sento di aver fatto qualcosa di creativo quando mi dedico con tutto il cuore a qualcosa e lotto senza riserve fino alla fine; così vinco una battaglia per crescere. È questione di sudore e lacrime. La vita creativa esige uno sforzo costante per migliorare i nostri pensieri e le nostre azioni. Forse la cosa importante è il dinamismo implicito nello sforzo. Si passa attraverso tempeste e si possono subire sconfitte. L'essenza della vita creativa è perseverare nonostante le sconfitte e inseguire l’arcobaleno che c’e nei nostri cuori. L’indulgenza e l’indolenza non sono creative. Lamentele e indecisioni sono da vigliacchi e corrompono la naturale tendenza della vita alla creatività. Chi smette di lottare per la creatività si avvia verso l’inferno che ne distruggerà la vita. Non ci si deve mai rilassare negli sforzi per costruire una nuova vita. Creatività significa aprire la pesante porta della vita. Non é una lotta facile. Anzi, può essere il compito più difficile del mondo. Aprire la p...

Salvare Roma…con una lettera. La lettera di Belisario a Totila (546)

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Nel dicembre del 546, dopo il tradimento di parte della guarnigione, Totila riesce a entrare a Roma e a prenderne possesso. Dopo le prime violenze perpetrate dai Goti ai danni dei (pochi) abitanti rimasti, Totila ordina di risparmiare i cittadini e di non far del male più a nessuno, in questo anche esortato da Pelagio, rappresentante di papa Vigilio (e futuro pontefice). Se i pochi abitanti rimasti sono risparmiati, a rischiare di subire però opera di distruzione è l’Urbe stessa. Totila invia proprio Pelagio e un senatore, Teodoro, a riferire all’imperatore Giustiniano che, se quest’ultimo non accetterà la pace (con la quale, almeno formalmente, Totila si augura di prendere il posto che era stato di Teodorico nei confronti dell’impero), truciderà tutti i senatori, porterà la guerra in Illirico (minacciando direttamente Costantinopoli) e raderà al suolo Roma. Giustiniano però non si fa intimorire, né ha intenzione di cedere. A Pelagio e Teodoro risponde di comunicare a Totila che non è ...