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Visualizzazione dei post da dicembre, 2023

Venezia FC: Re Pohja

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Venezia FC: Rumors di mercato

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Il calciomercato di gennaio è alle porte e con la Serie B in sosta è già tempo di rumors di mercato. Tuttosport ha portato quest'oggi un riassunto di alcune voci nel sottobosco di radiomercato, ricordando l'interessamento del  Bologna  per  Tessmann , ma accostando anche il centrocampista dell'Empoli  Marin  al  Venezia . Un'eventuale trattativa sembra comunque complicata, il ragazzo è in prestito in Toscana   dal Cagliari, accordo costato 1 milione di euro, con un diritto di riscatto fissato a 2. L'ex Ajax inoltre è stabilmente nelle rotazioni di Andreazzoli.

Diritti e doveri delle donne di Roma

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Nell’antica Roma il comportamento delle donne “rispettabili” doveva adeguarsi a un’ideale femminile molto preciso,  quello della matrona . La sua missione consisteva nel generare figli e figlie all’interno di un matrimonio controllato ed educarli ai valori tradizionali. Fin dall’infanzia, le bambine venivano  preparate a svolgere questo ruolo . Nella cerimonia degli sponsali, alla promessa sposa – ancora bambina – veniva messo un anello al dito (per questo detto “anulare”) dal quale si riteneva partisse un nervo che andava fino al cuore. Da quel momento la bimba aspettava il matrimonio come l’evento più importante della sua vita, con cui avrebbe dato inizio alla sua  funzione riproduttiva  e di salvaguardia dei valori romani, tramite l’educazione della prole ai principi del patriottismo romano.  Sottomissione legale La donna era sottomessa a un  ordine patriarcale , in cui i maschi controllavano la sua sessualità e la sua capacità riproduttiva. A questo sco...

Augusto Aglietti - Il primo giorno di terrore

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Militare, 125° reggimento fanteria, brigata Spezia, caporalmaggiore (aiutante di sanità) Ramazzano (PG) , 11 settembre 1893 / 8 giugno 1984 I pericoli, i disagi e le sofferenze della guerra in trincea prima, della prigionia in Germania poi. Sono queste le cifre dominanti del diario di guerra scritto da Augusto Aglietti, caporalmaggiore aiutante di sanità, partito per il fronte nel maggio del 1915 e che da prigioniero ha rischiato di morire, a causa di un attacco di difterite. La sua testimonianza è giunta all'Archivio diaristico nazionale  di Pieve Santo Stefano nel 1989.  È il 12 giugno 1915, la  Prima battaglia dell’Isonzo  deve ancora iniziare (l’offensiva italiana scatterà il 23). Italiani e austriaci, lungo il fiume, si sparano e si uccidono. Il portaferiti Aglietti arriva su una collina dalla quale vede tutto. Il 37° e 38° Fanteria avanzavano nel monte di rimpetto a noi, le pallottole del fuoco nemico venivano tutte [inviperite] a fischiare vicino a noi, e una ...

La battaglia di Vittorio Veneto

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Venezia FC: Mercato, sono partite le grandi manovre

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Molti gli occhi sui gioielli del Venezia, ma sembra che a gennaio nessuno lascera' la laguna. Parliamo soprattutto di Tesmann e Pohja, elementi insostituibili per Vanoli. Il tecnico ha solo due necessità. In difesa vuol capire se Idzes potra' essere recuperato come Svoboda: in tal caso non sara' necessario intervenire in quel reparto. Sulla linea dei trequartisti invece a Vanoli non dispiacerebbe avere un elemento in piu', ma in questo caso bisogna privarsi di Cheryshev, che ha mercato fuori dall'Italia e sembra destinato a partire.

Venezia FC: Leoni siamo noi

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La seconda battaglia dell'Isonzo [vissuta dagli austriaci parte IV]

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Nonostante il numero impressionante di morti e feriti registrato dal VII corpo d'armata, la terza giornata cominciò con un nostro contrattacco, che si proponeva di strappare al nemico il settore del fronte est di Sdraussina, perduto il 18 luglio, per poi respingerlo fino all'Isonzo. I tre battaglioni del 96° reggimento fanteria, designati per l'azione, si erano trovati in condizioni terribili durante le ultime quarantott'ore. Esposti senza riparo al fuoco pesante dell'artiglieria avversaria sul terreno scoperto del San Michele, attendevano fin dalla notte precedente l'ordine di avanzare. Con lo spuntare dell'alba, i nostri erano stati esposti più che mai alla tempesta di fuoco dei cannoni nemici dietro il monte Fortin,  sicchè,  quando fu possibile iniziare l'attacco, era ormai giorno fatto. Si lanciarono arditamente verso i ripari di sacchi a terra degli italiani e nonostante il pesante fuoco di sbarramento si spinsero fino ad un centinaio di metri dall...

Colosseo, scoperta nuova domus tra Foro Romano e Palatino

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La Grande Guerra- L'intervento dell'Italia

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Venezia FC: Venezia, Vanoli: “Non ci dobbiamo più nascondere: bisogna provare a vincere altre 19 partite!”

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«A poter allenare questa squadra sono l’allenatore più orgoglioso del mondo. L’anno scorso a metà campionato il Genoa era secondo con 32 punti, ed è stato promosso in A dietro al Frosinone. Oggi noi siamo secondi con 35. Magari il Parma sarà più bravo fino in fondo, oppure ci saranno altre squadre che si giocheranno il primo o il secondo posto. Ben venga, noi dobbiamo solo essere orgogliosi. Abbiamo tirato tanto la carretta, adesso stacchiamo un po’ la spina e quando ricominceremo torneremo con il nostro spirito allegro di sempre. In più però avremo davanti un grande obiettivo, non ci dobbiamo più nascondere bensì prenderci delle responsabilità e provare a vincere altre 19 partite. Gli altri, se prima ci affrontavano con l’ascia, ora lo faranno con il coltello e l’ascia, dobbiamo esserne consapevoli. Ai miei dico bravi, continuiamo su questa strada, siamo diventati una grande realtà e dobbiamo dare quel qualcosa in più»: queste le dichiarazioni rilasciate sulle colonne de “Il Gazzettin...

La seconda battaglia dell'Isonzo [vissuta dagli austriaci parte III]

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Il sole aveva già superato lo zenit quando nel settore fra Sdraussina e Vermegliano il rullo compressore del fuoco incominciò improvvisamente ad avanzare. Simultaneamente, la fanteria italiana lasciò i ricoveri, sgomitolandosi fuori dai ripari dei sacchi a terra e si lanciò fra grida assordanti all'assalto delle postazioni dei difensori, ridotte a un'unica rovina. La distanza era breve, il grido d'allarme degli avamposti era stato appena raccolto dagli uomini della line avanzata che gli attaccanti si erano già aperti il varco fra i resti dei reticolati e comparvero sulle postazioni. Ma questa fascia di pietrame sconvolto, di chiazze annerite dal fuoco e di ripari di canestri colmi di terra vide comparire, dalla parte opposta, anche i nostri. Dietro le nuvole di fumo delle bombe a mano spuntarono le baionette dei difensori. Lo scontro fu terribile. Il corpo a corpo infuriò per più di un'ora su una lunghezza di dieci chilometri. Infine gli assalitori furono costretti a ri...

Giostre e tornei nell’impero romano (XII-XV sec.). Gli “sport guerreschi” importati dai Latini

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Tornei e giostre sono pratiche che leghiamo quasi automaticamente al nostro immaginario di medioevo. Anche se oggi i due termini sono sinonimi, torneo e giostra indicano due attività diverse: mentre il torneo è usualmente una contesa tra due squadre di combattenti, la giostra indica in particolare il duello in lizza tra due cavalieri. Con “torneo” si può anche intendere un evento più grande, nel quale sono inclusi tanto i tornei propriamente detti che le giostre. Via di mezzo tra l’esercitazione guerresca e la disciplina “sportiva”, anche se nascono senz’altro con la prima connotazione, tornei e giostre hanno origine, da quanto si può rintracciare, nell’XI secolo, nel mondo normanno e francese. Anche se “giochi” e addestramenti equestri non sono certo sconosciuti nel mondo romano (basti pensare agli hyppica gimnasian del II-III sec., o anche solo ai regolari addestramenti militari), la pratica dei tornei e delle giostre è totalmente sconosciuta. Ne è una prova una notabile eccezione de...

Doberdò del lago - la Grande Guerra 100 anni dopo fortificazioni - Casa Cadorna

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Venezia FC: Rassegna stampa 28 dicembre 2023

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La seconda battaglia dell'Isonzo [vissuta dagli austriaci parte II]

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Alle 4 del mattino del 18 luglio, un uragano di fuoco tale, certo, da non sfigurare con i bombardamenti delle Fiandre e della Champagne, segnò il prologo della seconda battaglia dell'Isonzo. La pianura fiammeggiava d Gorizia fino all'Adriatico, vomitando ferro rovente contro la cresta delle alture.Per la prima volta i soldati austroungarici conobbero quell'indescrivibile tortura che il fuoco tambureggiante costituisce per il sistema nervoso: ottanta, cento, centoventi scoppi di proiettili al minuto sull'esiguo settore occupato da una sola compagnia! Il fuoco imperversò per ore e ore. Pareva che questa volta la tortura non dovesse più finire. Carrate intere di ferro rovente piombavano sulle linee, frantumando le rocce e lanciandole in alto in migliaia di zampilli sassosi. Un fumo denso e tenace si alzava come una muraglia lungo il crinale delle colline; le nuvolette delle shrapnel vi stavano sospese sopra simili a gomitoli di un biancore abbagliante, sfacendosi lentament...

La strage - 12 dicembre 1969, piazza Fontana a Milano

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[ …] 12 dicembre 1969. Alle 16 e 37 una bomba esplode all’interno del salone della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, a Milano. Non è una piazza come un’altra. È a un passo dal Duomo e a una manciata di metri da via Larga, dove il mese prima, durante la battaglia scoppiata nel giorno dello sciopero generale, un poliziotto stramazza a terra senza vita. A cento metri, in via Passo del Perdono, c’è anche l’Università Statale. Il primo bilancio dell’attentato alla Banca Nazionale è di 13 morti e un centinaio di feriti. Una carneficina che, nei giorni che seguono, si appesantisce fino a contare 16 vittime. Sempre il 12 dicembre, altri tre ordigni esplodono a Roma, causando 17 feriti. Una bomba scoppia nei corridoi della Banca Nazionale del Lavoro, nei pressi della battutissima via Veneto, e due esplosioni hanno come obiettivo l’Altare della Patria, al Vittoriano. Un altro attentato viene sventato ancora a Milano, alla Banca Commerciale di piazza della Scala. Soltanto il ca...

I fucilati della prima guerra mondiale

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Venezia FC: Il Venezia si ferma a due passi dalla crisi. Un altro amaro 2-2

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L'unica bella notizia che arriva dal Garilli è che ora c'è la sosta. Il Venezia non ne ha più. Lo dimostrano i 2 punti su 12 a disposizione conquistati nelle ultime quattro giornate che vedevano gli arancioneroverdi affrontare, eccetto la Cremonese, avversari non certo irresistibili. Prima del trittico Sudtirol-Lecco-Feralpi Salò la parola d' ordine era di conquistare 9 punti. Alla fine, però, di punti ne sono arrivati solo due. Una vera miseria. In Serie B, però, se non si è al massimo, è difficile vincere contro chiunque, anche contro l'ultima in classifica. La squadra di Zaffaroni era reduce da due successi di fila con Cremonese e Sampdoria, non certo squadrette. Questo, però, non deve giustificare la pessima prestazione del Venezia al Garilli. Riposo Se anche un sergente di ferro, scuola Conte, come Vanoli, afferma che ora la sua parola preferita è " riposo", figurarsi la squadra... Sicuramente hanno influito gli infortuni a ripetizione, soprattutto in dif...

La seconda battaglia dell'Isonzo [vissuta dagli austriaci – parte I]

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Fin dagli inizi della seconda grande battaglia cominciarono sull'Isonzo quel rombo e quell'urlo incessanti, che a volte si rafforzano a volte si indebolivano, ma che non si placarono mai del tutto. L'aria tremava fino a grande distanza, sotto la pioggia dei cannoni e soltanto la fine di questo malaugurato fronte riportò la calma. Lungo le linee avanzate, là dove gli avversari si trovavano a portata di voce, l'attività non fu mai così intensa come in questi undici giorni intercorsi fra la prima e la seconda battaglia dell'Isonzo. I difensori rizzavano di nuovo i muriccioli di pietre sovrapposte e i ripari di sacchi a terra, intrecciavano reticolati mobili e, tutte le notti, li trascinavano sulla terra di nessuno antistante, legandoli insieme per formare nuovi sbarramenti. Sorsero anche i ricoveri fatti di lamiere messe insieme in tutta fretta e coperte con uno strato di ciottoli, addossati ai pendii delle doline, più simili a conigliere che a rifugi destinati all...

Federico II di Hohenstaufen

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Quando Papa Innocenzo IV lo seppe, ordinò il canto di un solenne “Te Deum” di ringraziamento: il nemico giurato della Chiesa, colui che una dozzina d’anni prima il suo predecessore Gregorio IX aveva definito “bestia feroce piena di parole bestemmiatrici”, era scomparso per sempre. Eppure, quando spirò il 13 dicembre del 1250 a Castel Fiorentino, nella sua adorata Apulia, l’Imperatore Federico II di Hohenstaufen lo fece nelle vesti da penitente, rivestito col saio benedettino. Lui che il mondo lo aveva a suo modo fatto a pezzi, smantellando cioè il sistema feudale per sostituirlo col primo Stato assoluto d’Europa, dal mondo si congedò in punta di piedi dopo aver visto la propria salute deperire nel breve volgere di pochi mesi, tanto da far sorgere il sospetto di un avvelenamento. Sentendo approssimarsi la fine, aveva nominato il primogenito Corrado suo successore in Germania, Italia e Sicilia, l’altro figlio Enrico re di Arles e di Gerusalemme e infine il figlio naturale Manfredi reggen...