Augusto Aglietti - Il primo giorno di terrore

Militare, 125° reggimento fanteria, brigata Spezia, caporalmaggiore (aiutante di sanità)
Ramazzano (PG) , 11 settembre 1893 / 8 giugno 1984
I pericoli, i disagi e le sofferenze della guerra in trincea prima, della prigionia in Germania poi. Sono queste le cifre dominanti del diario di guerra scritto da Augusto Aglietti, caporalmaggiore aiutante di sanità, partito per il fronte nel maggio del 1915 e che da prigioniero ha rischiato di morire, a causa di un attacco di difterite. La sua testimonianza è giunta all'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano nel 1989. 
È il 12 giugno 1915, la Prima battaglia dell’Isonzo deve ancora iniziare (l’offensiva italiana scatterà il 23). Italiani e austriaci, lungo il fiume, si sparano e si uccidono. Il portaferiti Aglietti arriva su una collina dalla quale vede tutto.
Il 37° e 38° Fanteria avanzavano nel monte di rimpetto a noi, le pallottole del fuoco nemico venivano tutte [inviperite] a fischiare vicino a noi, e una barbaramente tolse la vita di un mio compagno che mi resterà molto caro, che tutt'ora è impresso nella mia mente. Il fiume Isonzo restava a qualche centinaio di metri, nella collina davanti dove combattevano dalla mattina all'alba, fino alla sera, si sentivano quei poverini feriti che da ore si trovavano feriti e che nessuno gli dava un soccorso, si trovavano stesi al suolo nel campo di battaglia ancora sotto il fuoco nemico. Si lagnavano chiedevano soccorso, chiamavano la mamma, ma nessuno gli rispondeva; questo fu il primo giorno di terrore, di spavento, e senza volerlo si sentiamo cascare le lacrime dagli occhi. Nella sera nell'imbrunire, cominciò lo sfilamento dei feriti: ambulanze tirate dai cavalli, automobili e quelli leggeri venivano a piedi, fu un continuo per tutta la notte, tutto il giorno dopo.

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