Le operazioni belliche sulla Marmolada 1915-1917
Nel
1915, il confine con l'Austria passava attraverso il ghiaccio della
Marmolada e da Punta Penia, oltrepassando il Sasso delle Undici,
scendeva a Passo Fedaia. Con l'inizio delle ostilità il principale
sforzo offensivo italiano fu diretto allo sfondamento del fronte
verso la Val Pusteria nell'intento di raggiungere Fortezza e il
Brennero, per isolare così le forze austriache in Trentino.
La
Marmolada si trovò quindi al centro dello schieramento
austroungarico con il compito di impedire agli italiani la
penetrazione verso la Val di Fassa, da dove forse sarebbe stato
possibile, almeno nelle prime settimane del conflitto, puntare
strategicamente su Bolzano attraverso il Passo di
Costalunga.
All'inizio
delle ostilità però i primi combattimenti in questa zona si
concentrarono sulle catene parallele alla Marmolada: a nord sulle
cime dei Monti Padon e Mesola, a sud sul Costabella, Cima Uomo, Passo
Ombretta e le sue cime.
Sul
massiccio della Marmolada durante questo primo periodo di guerra vi
furono soltanto sporadici, anche se violenti, scontri di pattuglie in
perlustrazione. Tali azioni belliche cessarono con l'arrivo della
stagione invernale.
Durante
questo primo inverno di guerra vi furono abbondantissime nevicate che
con il disgelo provocarono colossali valanghe che causarono,
soprattutto nel marzo del 1916, numerose vittime civili e
militari.
Con
l'arrivo della primavera del 1916 i comandi austriaci, ravvisata
l'opportunità e l'importanza strategica di assicurarsi il controllo
permanente delle posizioni predominanti della Marmolada, occuparono
con posti di osservazione e piccoli presidi Forcella Marmolada, Punta
Penia, Punta Rocca, Sass delle Undici, Sass delle Dodici e Forcella
Vu, da dove si potevano colpire le postazioni della Val Pettorina e
del Col di Lana.
Gli
italiani dal canto loro preoccupati per l'iniziativa austriaca si
affrettarono a prendere adeguate contromisure: l'8 aprile 1916
infatti, un nucleo del 7°Reggimento Alpini Battaglione "Val
Cordevole" risalendo nella notte il Vallon Antermoia dopo aver
sopraffatto il presidio austriaco, occupò la Forcella Serauta e la
quota 3065 lasciandovi un piccolo presidio del 51°Fanteria Brigata
"Alpi".
La
reazione austriaca non si fece attendere: il 13 aprile 1916,
approfittando dell'intensissimo freddo e delle proibitive condizioni
atmosferiche di quella giornata, un reparto austriaco assaltò ed
ebbe ragione dei pochissimi difensori italiani riconquistando
nuovamente le posizioni perdute in precedenza. A questa improvvisa
azione seguirono accaniti combattimenti avversati anche dal maltempo,
ma gli austriaci mantennero le posizioni.
Il
30 aprile 1916, con un'azione accuratamente preparata dal Comandante
del Settore Antermoia Capitano Menotti Garibaldi, un gruppo di Alpini
del 7° e di Fanti del 51° riuscirono dopo un attacco frontale ad
occupare definitivamente la Forcella Serauta. Due giorni dopo il 2
maggio gli italiani occuparono anche la quota 3065 costringendo gli
austriaci a ripiegare sulla Forcella Vu, posizione di fondamentale
importanza strategica per il controllo del ghiacciaio.
Dopo
queste azioni gli austriaci sulla Forcella Vu, gli italiani sulla
Forcella Serauta e a quota 3065, fortificarono le loro posizioni
dando inizio ad una estenuante guerra di posizione che durò fino al
novembre 1917.
Dato
che la Forcella Vu rimaneva sovente e per interi giorni isolata e
senza rifornimenti a causa delle avverse condizioni atmosferiche, il
comando austriaco grazie alla brillante intuizione del Ten. Ing. Leo
Hadl, fece scavare sotto la superficie del ghiacciaio una rete di
gallerie che giungevano fin sopra le posizioni avanzate. In seguito
furono scavate sempre all'interno del ghiacciaio grosse caverne nelle
quali gli austriaci costruirono baracche di legno che furono adibite
a dormitori, magazzini, locali per ritrovo, infermeria, conferendo a
tale complesso la struttura di un vero e proprio insediamento
abitativo per circa 300 soldati che fu denominato "Eisstadt"
(Città di Ghiaccio).
Anche
gli italiani dopo la conquista della Forcella Serauta costruirono sul
massiccio roccioso di Punta Serauta un vero e proprio fortilizio
formato da numerose grotte collegate da facili camminamenti in roccia
e contrapposto allo sbarramento austriaco Forcella V - Sass delle
Undici.
Il
4 luglio 1917, dopo un anno di reiterati vani sanguinosi attacchi
alla Forcella Vu, iniziarono dal Vallon Antermoia, poco sotto la
quota 3065, lo scavo di una galleria di attacco alla Forcella Vu. Il
21 settembre quando l'ultimo diaframma di roccia cadde, un plotone
del 51° Fanteria comandato dal Ten. Flavio Rosso, conquistò dopo un
violento corpo a corpo con gli austriaci la caverna superiore sulla
spalla orientale della forcella. Il giorno dopo a nulla valse il
contrattacco austriaco per riconquistare la caverna inferiore.
Nell'occasione, dei sei volontari austriaci cinque furono fatti
prigionieri. Le perdite italiane ammontarono invece a dieci uomini
(due caduti e otto feriti).
Il
23 settembre l'artiglieria austriaca concentrò il tiro sul costone
orientale della Forcella Vu, sulle postazioni di quota 3065, sulla
forcella stessa, mentre i genieri austriaci al comando del Ten.
Pleicknger scavarono in fretta una galleria per minare le postazioni
italiane.
Il
26 settembre alle 2,45 (secondo fonti italiane alle 4,30) avvenne
l'esplosione che investì gli uomini che presidiavano Forcella Vu
seppellendo il Tenente Flavio Rosso e i 14 Fanti del 51°Fanteria.
Il
31 ottobre 1917, una settimana dopo lo sfondamento del fronte
italiano a Caporetto, una pattuglia del 9° della 206a Compagnia del
Battaglione Alpini "Val Cordevole" conquistò la quota
3153. Questa fu l'ultima azione italiana sulla Marmolada. Infatti il
timore che tutto il IX°Corpo d'Armata potesse essere circondato da
sud indusse il Comando Supremo ad abbandonare la Marmolada e far
convergere il IX°Corpo d'Armata su Belluno. Con il ripiegamento
italiano verso valle anche gli austriaci lasciarono le postazioni
sulla Marmolada per essere impiegati in altri settore del fronte.
Grande
Guerra sulla Marmolada – Università Popolare Mestre
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