Costantinopoli, una capitale antipatica ma utile?

Nel maggio dell’anno 330 dopo la nascita di Cristo, quando il sole si levava alto sui mari e sulle terre, l’imperatore Costantino, signore degli eserciti e padre di una nuova era, scelse di fondare una città che avrebbe sfidato i secoli e gli dèi: Costantinopoli, la città predestinata, il ponte fra due mondi, la gemma che splendeva tra le acque del Bosforo e le onde del Corno d’Oro.
Fu durante la guerra contro Licinio, tra clangore di spade e bagliori di scudi, che Costantino vide il destino manifestarsi: in quel luogo, dove la terra abbracciava il mare e i venti portavano voci d’Oriente, avrebbe innalzato la sua nuova capitale. Costantinopoli, fondata su sette colli come una nuova Roma, si eresse maestosa, rivolta verso il sole nascente e verso la fede cristiana, con un Senato degno degli antichi padri e mura pronte a sfidare il tempo.
Nei secoli seguenti, la città divenne il cuorepulsante dell’impero d’Oriente, la roccaforte degli imperatori, la custode delle leggi e della sapienza. Quando le minacce barbariche si addensarono come nubi oscure all’orizzonte, fu Antemio, prefetto al pretorio, che volle le mura teodosiane: un baluardo di pietra eretto sotto il regno di Teodosio II, il legislatore che donò al mondo il Codice Teodosiano, la raccolta di leggi degna degli dèi e degli uomini.
Le mura, all’inizio semplici e solide, crebbero e si moltiplicarono, divenendo triplice sbarramento di pietra e ferro, una cinta invincibile che abbracciava la città come un gigante addormentato. Nessun nemico, né dalla terra né dal mare, osava sfidarle: una catena d’acciaio serrava il Corno d’Oro, e il fuoco greco, fiamma inestinguibile, ardeva tra le onde per incenerire gli arditi. Così Costantinopoli rimase inespugnata fino al giorno in cui la furia della IV crociata la travolse, nel 1204.
Ma la fenice risorse dalle sue ceneri: nel 1261 i Bizantini ripresero la città, tenendola con orgoglio e coraggio fino all’ultimo assedio, quando, nel 1453, dopo due mesi di battaglia titanica, le mura cedettero sotto i colpi dei cannoni ottomani. Ancora oggi, sulle pietre antiche, si leggono i segni di quell’ultima lotta, testimoni di un’epopea che nessun tempo potrà cancellare.

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