Un alba grigia, coi resti della notte piovosa nelle nuvole a brandelli, pendenti da per tutto per il cielo basso […] A ogni nuovo sibilo che s’avvicina, i corpi si raggricciano ancor più; le teste si ritirano dentro le spalle, sotto lo zaino, cercano riparo tra i corpi dei compagni, frugano nel terreno come per entrarvi; vi è una sospensione che toglie il respiro: senza difesa, ogni schiena sente piombarsi addosso la granata. Soltanto dopo lo scoppio è concesso un breve sollievo; si scoprono qua e là facce spaventate, visi stupiti, interroganti. La gioia del pericolo scampato si mesce, nell’attimo seguente, con lo spavento di una visione di sfragello. Un rombo terribile s’abbatte e schianta più in là, alla nostra destra, seguito come da un ronzio, poi un silenzio tetro. Il nostro capitano è sceso – avanti! – e si muove camminando curvo lungo l’argine; lo seguiamo rasentando il riparo e cercando di esserne tutti coperti. Dopo cento passi vedo nella fila, davanti a me, sollevvarsi una t...