Duello di artiglierie Moraro 18 giugno 1915

Intanto che si sta lavorando arrivano due camions che portano le munizioni a noi, però si fermano un po’ indietro perché non possono venire fin quassù. Una batteria nemica li scorge ed incomincia a tirarvi sopra. Questa batteria, tirando, viene vista da una nostra batteria da campagna che è piazzata un po’ dietro al punto dove si sta lavorando noi, e vi apre il fuoco. Così succede che il nemico cessa di tirare sui camions, e si rivolge contro quella nostra batteria. Ne succede un duello accanito, che dura per qualche tempo, ma poi dovette cedere la nostra per ragioni più che giuste. Primo perché era un 152 contro un 75, e poi perché la nostra era piazzata in un punto basso, mentre loro potevano tirare benissimo dalle loro montagne. Era qualche cosa di impressionante a sentire il sibilio del proiettile che passava proprio sulle nostre teste e vederlo poi scoppiare a pochi metri da noi, e anzi qualcuno che restava un po’ corto era molto pericoloso anche per noi, perché poco mancava non ci colpisse. Quando videro che era inutile la resistenza ebbero ordine di salvarsi e tutti i serventi scapparono verso di noi. Ebbero soltanto tre o quattro feriti, ma se fossero restati ancora guai, perché il nemico seguitò ancora a tirare per una mezz’ora colpe
ndo sempre a segno.
Dal diario di Giuseppe Rondoni militare, artiglieria

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