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Visualizzazione dei post da agosto, 2024

Venezia FC: Istanti fotografici Venezia-Torino 0-1 del 30/08/2024

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Venezia FC: Le pagine dei quotidiani sportivi locali 31 agosto 2024

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Gosho quotidiano 31 agosto 2024

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"Inoltre il Sutra del Loto afferma di essere «la buona medicina per i mali della gente di Jambudvipa». Le persone di questo nostro mondo, il continente di Jambudvipa, sono malate, ma il Sutra del Loto è la loro medicina. Nel tuo caso, essendo già presenti i tre requisiti, com’è possibile che tu non guarisca? Ma se nutri dubbi, non è in mio potere aiutarti." Dal Gosho "Risposta al prete laico Takahashi" (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, volume I, pag. 542)

La società romana dopo la conquista dell'Italia (RIASSUNTO)

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Dallo scrittore e agronomo romano Varrone apprendiamo che dopo la metà del V sec. i Romani iniziarono la coltivazione di nuovi cereali, cioè grano, farro, orzo e avena. Evidentemente già in quell'epoca essi disponevano di un aratro composto. La pastorizia (ad eccezione che nell'Italia meridionale) era poco sviluppata: il bestiame grosso veniva impiegato generalmente come forza da traino. Le campagne dei grandi proprietari terrieri venivano coltivate col lavoro dei servi e degli schiavi, ma in quell'epoca il numero di questi ultimi nelle singole proprietà era ancora limitato. Si era molto sviluppato anche l'artigianato. La ricostruzione di Roma dopo l'invasione dei Galli presume già di per sé lo sviluppo dell'attività edilizia. La città perdette gradualmente le sue caratteristiche rustiche: si cominciarono a lastricare le vie e ad abbellire le piazze con monumenti; lo spiazzo del mercato venne cinto da porticati in pietra. Alla fine del IV sec. aumentò il numero

Gli alberi del Carso

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Questi alberi del Carso! Se ti domandi chi li nutre, ecco un enigma! Quella poca terra rossa che, quando piove, ci si attacca alle caviglie, e non c'è acqua che la sciolga, ha una profondità di pochi centimetri, e non può certo offrir loro alimento e vita. E questi piccoli campi coltivati, quanto anche sono miseri! Non un segno che li dica vivi o, comunque, respiranti, Se dissotterri una radice, t'accorgi che i filamenti biancastri non hanno quel tremito lieve che rivela la vita. Da Vita di Trincea di Alessandro Magnifici edizioni Nordpress Aprile 2007

Noi e l'ambiente

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D. Ikeda, NR, 505, 5   Il mio maestro Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, diceva: «Il Daimoku è una grande medicina che può curare tutto, dai problemi personali alle sfide della società e dell'umanità intera. Il punto chiave è decidere di vincere con la fede e continuare a recitare Daimoku fino alla fine. Il Daimoku è una sorgente di coraggio senza limiti». La recitazione di Nam-myoho-renge-kyo è diretta alla nostra rivoluzione umana. Noi non ci limitiamo a sederci e ad aspettare che le persone o le circostanze cambino. Attraverso una forte determinazione interiore, noi cambiamo noi stessi e cerchiamo di esercitare un effetto positivo sull'ambiente e su tutti coloro che ci circondano. La recitazione del Daimoku è diretta verso la felicità, nostra e degli altri. È la forza trainante che permette ai nostri sforzi di far emergere la natura di Budda in noi e nelle altre persone e di raggiungere così la felicità assoluta insieme a loro.  NR 576

Venezia FC: L' Unionista editoriale

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Rieccoti qui, serie A. Proprio dove ci eravamo lasciati, o quasi.. perché in effetti non sembrano passate solamente due annate da quella dannatissima retrocessione, ma un’intera vita. Avevamo lasciato questa categoria con la frustrazione e la consapevolezza che sarebbe bastato poco di più per difenderla, ce ne tornavamo in serie B con dubbi e preoccupazioni su un futuro difficile da decifrare e con una squadra da ricostruire praticamente da zero. Ed invece è bastata una stagione e mezza per riportarci a vivere questo sogno, il nostro sogno. E’ stato necessario però comprendere gli errori, riallineare gli obiettivi, e scegliere gli uomini giusti, Antonelli prima, Paolo Vanoli dopo, gli eroi della fantastica cavalcata.  Ed ecco che il destino ci pone davanti proprio l’amatissimo mister al primo appuntamento casalingo della stagione, come a voler definitivamente obbligarci a chiudere con il passato. Sarà una serata da cuori forti, troppo grande e troppo recente quella gioia, troppo vivide

Venezia FC: Le pagine dei quotidiani sportivi locali 30 agosto 2024

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Gosho quotidiano 30 agosto 2024

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"Certamente il re, i sudditi e tutti gli abitanti del paese desiderano la pace del mondo e la stabilità del paese. Il paese può raggiungere la prosperità attraverso la Legge buddista e la Legge si dimostra degna di rispetto in virtù delle persone che l'abbracciano." Dal Gosho "Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, volume I, pag. 19)

Una tragedia inutile

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"Lo sa cosa stanno facendo quelli come voi a questo paese? Quelli che buttano l'immondizia in mare, quelli che vanno in giro armati, quelli che se ne fregano delle regole, che non hanno rispetto per le persone e per le cose, quelli che guardano solo la televisione, che hanno disprezzo per la cultura. Ma lei li legge i giornali? ha mai aperto un libro in vita sua? Io credo di no. Glielo dico io l'ultima cosa che ha letto lei, il libretto di istruzioni del suo cellulare!  Nei libri che lei non ha letto c'è scritto che, in questo paese, c'è stata una dittatura lunga vent'anni, razzismo, intolleranza, guerra, deportazioni e se lei ritiene giusto che un ragazzo africano, senza casa né lavoro, alle soglie del duemila, non abbia nessun diritto, allora vuol dire che quella tragedia è stata inutile." "Ferie d'agosto" di Paolo Virzì, 1996

Cercivento, una storia che va raccontata

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Noi e l'universo

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BS, 166, 33-34   Gongyo, cioè la recitazione di alcune parti del Sutra del Loto e di Nam-myoho-renge-kyo, è una cerimonia in cui la nostra vita entra in comunione con l'intero universo. È una pratica nella quale, attraverso la fede nel Gohonzon, possiamo attingere alla forza vitale dell'universo nel microcosmo della nostra esistenza. Noi esistiamo, abbiamo la vita, e come noi anche l'universo è un'entità vivente, immensa. La vita è l'universo e l'universo è la vita. Ognuno di noi è un'entità vivente, proprio come l'universo. Noi siamo un universo in miniatura [...]. Quando facciamo Gongyo il microcosmo della nostra vita individuale entra in armonia con il macrocosmo della vita universale. Gongyo è una cerimonia solenne attraverso la quale possiamo spalancare il magazzino dei nostri tesori interiori, attingere a tutta la forza vitale presente nelle profondità del nostro essere e avere accesso a un'inesauribile fonte di saggezza, compassione e coraggio

Venezia FC: Calciomercato #34

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Se parte Gytkjaer direzione Sassuolo il Venezia proverà il botto di mercato con Correa in uscita dall’ Inter..i giorni del Condor

Venezia FC: Le pagine sportive dei quotidiani locali 29 agosto 2024

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Gosho quotidiano 29 agosto 2024

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"Il Budda Shakyamuni, che ha ottenuto la perfetta illuminazione, è la nostra carne e il nostro sangue; le sue pratiche e i benefici che come conseguenza egli ottenne sono le nostre ossa e il nostro midollo. [...] Shakyamuni, Molti Tesori e i Budda delle dieci direzioni rappresentano il mondo di Buddità dentro di noi e rintracciandoli [al nostro interno] possiamo ricevere i loro stessi benefici." Dal Gosho "L’oggetto di culto per l’osservazione della mente" (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, volume I, pag. 325)

Caratteristiche della condizione schiavile

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Le cause Lo schiavo è una cosa, una res vivente, uno “strumento o animale parlante”. Lo è dal IV millennio a.C., a partire dalle civiltà egizie e sumera. In latino schiavo si dice servus, ma gli storici, per distinguere il feudalesimo dallo schiavismo, usano “schiavo” per l'economia schiavile rivolta al mercato, e “servo” per indicare l'economia di sussistenza basata sul servaggio o servitù della gleba. Finito il feudalesimo, la parola “servo” stava a indicare una qualunque persona libera che prestava un servizio. Nella civiltà romana la condizione di schiavo rientrava in quella più generale dipendenza che il cittadino romano riservava allo straniero, l'uomo alla donna, il padre al figlio. Si diventava schiavi sostanzialmente per due motivi: • sconfitta militare: i prigionieri di guerra, caduti in proprietà dello Stato, venivano venduti al miglior offerente; • indebitamento: chi non poteva pagare i propri debiti diventava proprietà del creditore, dopo il relativo periodo di

ORTIGARA, dopo la battaglia.

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"Ricusato per incompetenza. Solo chi uscì vivo dalla maciulla del combattimento, solo chi strisciò all'attacco e sbiancò d'orrore sotto il bombardamento e pregò di morire nella notte di battaglia premuto dal freddo e dalla fame; solo quello sarebbe giudice competente, e darebbe sì forse anch'egli la morte, ma sapendo cosa vuol dire. Non quelli laggiù, cimiterini col robbio, barba fatta, letto con lenzuola pulite e la guerra ricordo dei manuali di scuola e il codice penale edizione commentata lontano dallo spasimo della prima linea. E col mio tribunale, forse nemmeno quello che diceva "l'è justo" sarebbe stato fucilato." Adesso la battaglia era finita. Testimonianza di Paolo Monelli, reduce dalla battaglia, riferita al Tribunale di Guerra del 20° Corpo d'Armata che aveva condannato a morte due Alpini che durante la battaglia, dopo una corvée, non erano ritornati al loro reparto in prima linea sull'Ortigara. Pagina del Gruppo Grande Guerra 1915

La voce, specchio dell'anima

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Il sentimento espresso dalla voce penetra attraverso le orecchie, "le porte d'ingresso dello spirito", percorre le profondità del cuore, lo risveglia e ne stimola le reazioni che si manifestano in azioni concrete. «La voce ha il potere di trasformare la vita dall'interno» Fu una straordinaria dimostrazione di potenza della voce umana. Anche senza microfono le voci dei cantanti risuonavano per tutta la vasta sala da concerti della televisione di Stato, la NHK Hall di Tokyo. Si innalzavano al di sopra dell'orchestra diffondendosi fino alle ultime file del pubblico, riempiendo completamente lo spazio. Pur così potenti, esse possedevano anche una delicatezza espressiva tale da toccare fino in fondo il cuore degli spettatori. L'occasione era una rappresentazione, da parte della Royal Opera House di Londra, dell'ultima opera di Giacomo Puccini, la Turandot, ambientata nella città imperiale di una semileggendaria Antica Cina. Che fantastica prova di talento vocal