Credere alle parole del Budda

Quando la sfiducia nelle nostre possibilità ci immobilizza, quando ci sentiamo deboli, incapaci, perdenti, possiamo recitare Daimoku e esercitarci a credere alle parole del Budda, il quale afferma, senza ombra di dubbio, che siamo tutti perfettamente dotati, che non ci manca nulla.
Non lo vedo? Non riesco a sentirlo? Nichiren però dice così, e lo dice Ikeda.
Posso ricordarlo, scegliere di fidarmi di loro, dei loro testi, seguire con la vita quelli che dico essere i miei maestri.
«È indubbio che la fede nel maestro è necessaria per il successo, non solo nella religione, ma in qualsiasi tipo di disciplina o allenamento.
Makiguchi affermava: “Noi impariamo a vivere imitando gli altri. Osserviamo ciò che fanno e capiamo quello che vediamo, fidandoci del loro esempio.
Lo stesso vale per qualsiasi forma artistica o disciplina, dall’arte di disporre i fiori alla danza, al kendo e al judo. Dapprima abbiamo fiducia nei nostri maestri e facciamo ciò che ci dicono; poi, dopo aver imparato a imitarli, possiamo cominciare a esprimere la nostra creatività”» (SSDL, 1, 255).
Posso studiare, sperimentare, provare a mettere in pratica i consigli che Nichiren dava ai suoi discepoli, guardare come funzionano nel mio sistema di credenze e opinioni, come lo cambiano.
Posso approfondire, chiedere spiegazioni. Addomesticare la mente e pulirla dalle illusioni seguendo le parole del Daishonin, di Ikeda.
La loro visione della realtà è infinita, ha tempi e spazi che non sono limitati, si basa sull’eternità della vita e può aiutarci a mettere in luce il senso profondo di quanto ci accade.
È possibile anche imparare a riconoscere i demoni nella mente e gli stati vitali che portano ad agire con rabbia, superficialità, avidità.
Se un pensiero mi fa male, se mi fa male pensare che mi hai tradito, che non mi vuoi bene, che sono brutta, che non guarirò mai, cerco di non seguirlo.
Faccio Daimoku per non dargli lo spazio che non merita, combatto quel pensiero con tutte le mie forze davanti al Gohonzon
BS 196, pag.46

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