Arturo Busto racconta dissenso, combattimenti a Cave di Selz, Ronchi dei Legionari (GO) il 22 marzo 1916 Il reggimento di Arturo Busto è in linea a est di Monfalcone
Il giorno 22, mentre il battaglione era in lavori, reparti della valorosa brigata Acqui , dopo un intensa ma brevissima preparazione di artiglieria e di bombarde, irruppe nelle trincee austriache del Vallone di Seltz e ne conquistarono un tratto di circa 300 metri catturando il reparto che lo presidiava (circa 200 uomini) . Le posizioni nemiche occupate correvano parallelamente alle nostre a circa 50 metri di distanza, e occupavano completamente il vallone di Selz, verso il quale convergevano i nostri camminamenti per il rifornimento delle truppe in trincea; rifornimento che il tiro dei cecchini austriaci, preciso ed insistente, rendeva oltremodo difficile e pericoloso. Detto colpo di mano era inevitabilmente necessario e la sua riuscita avrebbe portato dei notevoli vantaggi alla vita e alla tranquillità di quel nostro settore. Ma gli austriaci, che stavano in quel periodo preparando la “strafe expedition” nel Trentino, mal si acconciarono, e decisero perciò di riprendere a qualunque costo il tratto di trincea perduta. Da parte nostra ci si era irrigiditi, in quel tempo, nel concetto di non cedere un palmo di terreno sanguinosamente conquistato , costituisse esso una posizione illogica, pericolosa, insostenibile.
Quante sofferenze, quanto sangue, quante perdite ci è costata l’applicazione inesorabile di un tale criterio inumano e irragionevole e così contrario ai nostri interessi. Si può dire che i primi due anni della nostra guerra si siano impiegati nella conquista dei punti di posizione nemiche senza avere valore tattico e nel mantenimento, a qualunque costo, di esse contro le inevitabili reazioni austriache . Il fior fiore dei nostri soldati è caduto in queste epiche lotte, di carattere episodico, di portata limitatissima, ma enormemente gravi per i nostri reparti che vi furono impegnati. La ferrea volontà austriaca di volere in quel momento rintuzzare qualsiasi nostra velleità offensiva per evidenti ragioni morali, il nostro rigido convincimento di dover mantenere il terreno conquistato a qualunque costo, trasformò il settore di Seltz e le piccole azioni per il mantenimento delle posizioni del valloncello nel teatro di una furiosa e accanitissima battaglia che durò dal 22 al 30 aprile e che produsse gravissime perdite ai due contendenti.
Sembrava che l’esito della guerra e che la tutela dell’onore militare, dipendessero dal risultato di questa violentissima lotta. Ignoro le perdite degli austriaci, ma so purtroppo che noi consumammo in quella fornace ardente circa 10 battaglioni per conservare appena 750 metri di trincea.
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