La storia della radio italiana 1949 - 1960
Dalla
fine della guerra all'avvento della TV, la radiofonia in Italia
subisce un'enorme trasformazione. Nel 1949 la RAI
Radio Audizioni Italia,
società a capitale privato controllato dalla SIP (Società
Idroelettrica Piemonte), provvede, in soli 4 anni, alla ricostruzione
totale dei trasmettitori distrutti o danneggiati dalla guerra. Nel
1951 la dirigenza decide la ristrutturazione dei programmi preceduta
nel 1950 dal varo della rete culturale: il Terzo Programma, a
prevalente impronta culturale, diffuso attraverso la nuova rete a
modulazione di frequenza. Cominciano le "Serate a soggetto",
tra le rubriche: "Prospettive", "Dibattito" e
"Riviste estere".
Con
la riforma anche il giornalismo radiofonico viene potenziato e nel
dicembre del 1951 nascono i tre Programmi Nazionali.
Il
nuovo giornale orario del secondo programma prende il titolo di
RADIOSERA,
concepito nello stile del magazine, tante notizie, impaginazione
agile e una concezione moderna del mezzo. Nascono contemporaneamente
altre rubriche informative: Ciak, il settimanale di attualità
cinematografica a cura di Lello
Bersani,
e Tuttigiorni, almanacco di costume. Un anno dopo, nel disegno di un
consistente aumento delle ore di trasmissione e dei servizi, inizia
"Notturno dall'Italia" che segue la formula europea di
musica non stop e brevi notizie.
Dal
giornalismo al varietà, la radio nel decennio continua a
produrre. "Il
Rosso e il nero" è
il programma leggero più famoso della radio del dopo guerra. Nascono
anche i programmi di quiz spesso legati a concorsi rivolti agli
ascoltatori sempre più affascinati dal gioco, dalla gara di abilità
e dallo svago.
Nel
1954 iniziano le trasmissioni televisive e Radio Audizioni Italia
diventa RAI
- Radiotelevisione Italiana.
Ma l'apparato radiofonico superato dal nuovo mezzo, reagisce alla
spettacolarita' della televisione. La TV si inserisce naturalmente
nelle aziende nate per la radio. Ne eredita la normativa e ne imita i
generi. Anche in RAI, come nelle altre aziende internazionali del
settore, la televisione appare subito prioritaria, assorbendo molte
delle risorse destinate in principio alla radio.
Ma
la radio non scompare, cambia e si trasforma invadendo nuove fasce
orarie. Se la TV diventa l'immancabile appuntamento della prima
serata, la radio moltiplica l'offerta per restare "accesa"
24 su 24 e si sviluppa la programmazione notturna. I nuovi programmi
radio tendono a catturare sempre più l'attenzione del pubblico
giovanile e delle casalinghe. Il palinsesto si adatta quindi alla
concorrenza dei programmi TV e sottolinea la differenza tra i due
mezzi. Sono gli anni del boom, dell'automobile che non è più
previlegio di pochi e si diffonde l'autoradio. La radio diventa
espressione di libertà, colonna sonora del desiderio di spostamento.
Per la radiofonia italiana è come una seconda giovinezza.
"Italia,
parole e musica". Dal 58 Indro
Montanelli racconta
alla radio la storia del nostro paese. Un viaggio dal 1910 al 1950,
un genere di successo che farà scuola. Nello stesso periodo nasce il
primo contenitore: "Il signore delle 13", condotto da Enzo
Tortora.
http://www.storiadellaradio.rai.it/
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