Piramidi di Giza, sai come erano all’inizio quando furono costruite?
La storia della loro costruzione occupa ed interessa ogni giorno
studiosi in tutto il mondo che con l’utilizzo di tecniche sempre
più complesse e mettendo a confronto i dati con antichi scritti,
mirano a restituirci una ricostruzione sempre più accurata
storicamente. Le piramidi, la loro costruzione, le tecniche
impiegate, rappresentano ancora oggi un mistero e fertile terreno per
speculazioni spesso strampalate. Vediamo insieme oggi che aspetto
avrebbero dovuto avere all’origine della loro storia.
Piramidi
di Giza, come erano quando furono costruite
Sono
circa 138 le piramidi conosciute che sarebbero state edificate in
3500 anni di storia egizia.
L’ipotesi più accreditata ad oggi sul loro ruolo è quella di
luogo sacro, un complesso funerario dove seppellire i faraoni.
Tesi
avvalorata anche da scritture che riportano frasi come “Viene
eretta per lui una rampa fino al cielo ed egli sale su quella fino al
cielo”.
Oltre
la questione teologica, queste
costruzioni sono di grande importanza storica perché testimonianza
delle abilità ingegneristiche del popolo egizio.
Una materia di studio molto approfondita e che ancora oggi
ricostruisce o cerca di raccontare nei dettagli l’esatta catena di
costruzione di questi complessi monumentali.
In
particolare il più famoso, quello di Giza, è un continuo cantiere a
cielo aperto. Come
si presentavano inizialmente le sue piramidi? Gli
studiosi cercano da sempre una riposta, al punto che la stessa
università di Harvard ha messo a disposizione una ricostruzione
computerizzata delle piramidi che ne fanno parte.
Le
piramidi patrimonio dell’umanità
La
necropoli di Giza è uno dei siti turistici più famosi al mondo.
Sebbene le piramidi che ne fanno parte non siano le prime in assoluto
ad essere state costruite, senza dubbio sono riconosciute come le più
importanti della storia.
Dal
1979 sono Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Gli archeologi
qui sono in continuo fermento. Di
questo complesso risalente a 4500 anni fa fanno parte la grande
piramide di Cheope, quella di Chefren, quella di Micerino. Si
contano inoltre tre piramidi delle regine. Soprattutto troviamo lei,
la Sfinge, l’imponente scultura mitologica con testa di uomo e
corpo di leone.
Naturalmente
una delle curiosità più grandi attorno alla leggenda delle piramidi
è sapere come si presentassero all’inizio della loro
storia. Attualmente
queste enormi costruzioni si presentano come enormi blocchi di pietra
marrone rossastra erosi dal tempo.
Eppure
è ormai certo grazie allo studio sempre più approfondito sulla loro
storia, che
al momento della costruzione il loro colore originario fosse bianco!
Piramidi
di Giza come erano, le ricostruzioni da Erodoto all’Università di
Harvard
Secondo
l’egittologa Jacquelyn Williamson dell’università di Harvard, il
colore si deve al materiale di costruzione: pietra calcarea bianca.
Questi enormi massi venivano intagliati per potersi incastrare gli
uni agli altri e poi lucidati con dovizia.
Questo
conferiva alle piramidi un aspetto bianco lucido che le lasciava
splendere al sole. L’idea probabilmente era di conferirgli un
aspetto etereo, divino.
Di
questo rivestimento attualmente unica testimonianza è nella parte
superiore della piramide di Chefren. La
moderna tecnologia lavora però incessantemente al punto che è ormai
possibile assistere a vere ricostruzioni in digitale.
Il
tema della tecnica di costruzione di queste imponenti opere
architettoniche è un dibattito sempre aperto. Il fatto che gli egizi
senza i mezzi che abbiamo oggi a disposizione, fossero riusciti a
portare a termine tale imprese, è da sempre oggetto di speculazione.
Ne
parla anche lo storico Erodoto di Alicarnasso, che nelle sue “Storie”
fa un vero e proprio lavoro di reportage circa la costruzione del
complesso di Giza. Erodoto racconta di alcune “macchine
che sollevavano le pietre, tante macchine quanti erano gli ordini dei
gradini”. Gli
egittologi sono propensi a confermare questa tesi: utilizzo di mezzi
per sollevare i blocchi di pietra. Attualmente
le prove archeologiche a sostegno dimostrano l’esistenza infatti di
piccole rampi o camminamenti.
La
piramide di Cheope, una fucina di scoperte
Il
complesso di Giza è un continuo cantiere in movimento. Ad impegnare
gli archeologi in questi giorni è la notizia del ritrovamento
di un corridoio di nove metri di lunghezza nella piramide di Cheope.
L’equipe
incaricata spera che possa svelare l’esistenza di una camera mai
scoperta, magari quella del sepolcro del faraone mai ritrovato.
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