La plumbata. Un arma da lancio tardo antica
Si tratta di un piccolo dardo, munito di un peso di piombo (da qui il nome), con una punta in ferro di solito barbigliata e un impennaggio che stabilizza l'arma durante il volo.
Un nome alternativo della ๐ฑ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ฃ๐ข๐ต๐ข, riportato per esempio in Vegezio (V sec.) e lo Strategikon dell'imperatore Maurizio (VI-VII sec.) รจ ๐ฎ๐ข๐ณ๐ต๐ช๐ฐ๐ฃ๐ข๐ณ๐ฃ๐ถ๐ญ๐ถ๐ฎ, che letteralmente significherebbe "barbette di Marte".
L'origine di quest'arma, per la quale abbiamo diversi reperti delle componenti metalliche, รจ purtroppo ignota.
Nelle cronache antiche รจ un'arma che sembra non comparire mai, ma che ha al contrario un ampio posto nella trattatistica militare tardo antica.
Come accennato, Vegezio e lo Strategikon menzionano quest'arma. Il primo indica che i fanti pesanti dovrebbero portarne cinque nella parte interna dello scudo, mentre il secondo le prescrive sia per la fanteria leggera che pesante, e da portarsi in una sacca a tracolla.
Vegezio menziona inoltre che, nel periodo tetrarchico, in particolare due legioni illiriche erano particolarmente abili nell'utilizzo di quest'arma, tanto da essere favorite Da Diocleziano e Massimino ad altre unitร - si tratta degli Ioviani e degli Herculiani.
Per un certo periodo, la ๐ฑ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ฃ๐ข๐ต๐ข fa anche la sua comparsa in alcune emissioni monetali, tenuta in mano per esempio da Massenzio. Segno della probabile importanza e peculiaritร di quest'arma.
Un altro autore che si spende nel parlare della ๐ฑ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ฃ๐ข๐ต๐ข รจ l'anonimo compositore del ๐๐ฆ ๐๐ฆ๐ฃ๐ถ๐ด ๐๐ฆ๐ญ๐ญ๐ช๐ค๐ช๐ด, che descrive ben due tipi di ๐ฑ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ฃ๐ข๐ต๐ข: quella ๐ฎ๐ข๐ฎ๐ช๐ญ๐ญ๐ข๐ต๐ข, ovvero quella corrispondente al tipo piรน comune, e quella ๐ต๐ณ๐ช๐ฃ๐ฐ๐ญ๐ข๐ต๐ข, dotata di tre aculei metallici sporgenti dal peso in piombo. Di quest'ultimo tipo, tuttavia, non esistono reperti.
L'esatta sequenza di lancio della ๐ฑ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ฃ๐ข๐ต๐ข non รจ nota, e da prove sperimentali sappiamo solo che รจ possibile scagliarla sia sottomano che sopramano.
Sempre le prove sperimentali dimostrano che, scagliata, una ๐ฑ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ฃ๐ข๐ต๐ข puรฒ toccare diverse gittate, a seconda del peso e della lunghezza della parte in legno - le ๐ฑ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ฃ๐ข๐ต๐ข๐ฆ piรน pesanti, se l'asta รจ adeguatamente corta, possono arrivare fino ai 70-80 metri e avere ancora un discreto effetto penetrante.
Anche se le fonti cronachistiche non descrivono chiaramente l'uso della ๐ฑ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ฃ๐ข๐ต๐ข, lo sintetizza molto bene Vegezio: "In questo modo colpiscono uomini e cavalli da lontano, non solo prima di venire al corpo a corpo, ma anche prima ancora di giungere a tiro dei giavellotti [...]".
La ๐ฑ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ฃ๐ข๐ต๐ข ha insomma la funzione di scardinare le formazioni nemiche da una distanza davvero molto ragguardevole e di farle arrivare a tiro dei giavellotti, e poi a contatto con la linea della fanteria, giร scompaginata e possibilmente decimata.
Dopo il VII secolo, almeno da quanto possiamo ricostruire, questa peculiare arma romana scompare senza lasciare molte tracce, dopo aver accompagnato per tre secoli i soldati romani.
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