Giuseppe Bianchi testimonianze - Battaglia per la presa di Dosso Casina -

Inizia la battaglia per la presa di Dosso Casina la più importante azione offensiva a cui prese parte il Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti Automobilisti prima del suo definitivo scioglimento alla fine del 1915. La battaglia si risolse con l'occupazione di Dosso Casina da parte degli italiani e il ritiro degli austriaci che decisero di non tentare un contrattacco. All'azione parteciparono anche diversi esponenti del movimento futurista come Umberto Boccioni, Ugo Piatti, Tommaso Marinetti, Mario Sironi e Antonio Sant'Elia.
Ottobre 21
Ore 4:30. Partiamo da Malcesine. Ore 9. Arrivo a Redecol. Ordine: occupare la trincea di Dosso Casina. Ore 9:30. S'incomincia ad avanzare gradatamente. Gli austriaci ci regalano molti shrapnels.
Ottobre 22
Siamo appostati dietro il Dosso Tre Piante ma più in alto e passiamo in quella posizione la notte. Continuo fuoco d'artiglieria nemica.
Ottobre 23
Si avanza ancora. In alto alla nostra destra fra l'Altissimo e il Varagica sparano gli alpini. Noi attaccheremo di fronte loro di fianco. Ore 14. Il Comandante mi chiama e mi affida un ordine da portare al tenente della 2a Comp. già distesa in ordine di combattimento circa 300 m. più avanti di noi. Per andarci è necessario attraversare un pezzo di terreno scoperto. Rimontato il costone dietro il quale mi trovo incomincio di corsa la discesa.
Quantunque cerchi di star curvo pure il nemico mi vede e comincia a tempestare la zona di shrapnels. Udendo il sibilo avvicinarsi mi getto a terra aspetto che il proiettile scoppi indi riprendo la corsa. Così a sbalzi arrivo alla meta ma mentre in piedi davanti al tenente gli consegno l'ordine uno shrapnels scoppia proprio sopra la mia testa a non più di quattro metri seminando tutto intorno un'infinità di schegge. Un volontario certo Colombo che era in piedi vicino a me resta ferito gravemente alla testa: una pallottola mi colpisce in pieno petto ma forata una gibernetta va a conficcarsi nei miei caricatori senza farli scoppiare ed io resto miracolosamente illeso. Il Colombo viene medicato e non avendo acqua da potergli lavar la ferita si adopera del liquore che esso tiene nella borraccia non so se sia cedo od anice. Più tardi con gran fatica dato il terreno impraticabile lo trasportiamo ormai in fin di vita al primo posto di medicazione. Muove a stento le labbra chiama: mamma mamma sparano ancora? Altri volontari sono rimasti leggermente feriti.
Ore 16
Si muor di sete. Col volontario Bellet vado fin a Redecol (3 ore andata e ritorno) a riempire le borracce d'acqua. Quando torniamo la nostra compagnia è avanzata e si è ammassata in una stretta valle ove al riparo passerà la notte. La raggiungiamo. Tutti ci assaltano per poter bagnare le labbra. La borraccia fa il giro di diverse bocche dai Sigg. Tenenti agli attendenti ed io resto nuovamente senz'acqua. E Gesù Cristo disse: dar da bere agli assetati. Pioviggina è ormai notte. Sotto cespugli e sassi cerchiamo un po' di riposo. Fa freddo.
Ore 22
Un allarme. Le nostre sentinelle hanno avvistato qualcosa di sospetto che s'avvicina. Partono delle fucilate qua e là qualche pallottola incomincia a fischiarci intorno. Il Ten. Moltani mi manda a dar ordine al Sott.Ten. che facciano innestare le baionette e stian pronti. Vado torno e resto con lui. Più avanti ancora c'è il Comandante del Battaglione Cap. Monticelli: quell'uomo però s'arrischia troppo. Avanzeranno ancora? Che gioia se ci fosse qualche assalto! Intanto l'artiglieria nemica che dal fuoco dei nostri fucili ha potuto individuare bene la nostra posizione incomincia la sinfonia dei colpi ed in poco il tiro e ben aggiustato. Sfido io! Siamo in casa loro e questa zona devon conoscere al millesimo. Gli shrapnels ci scoppiano vicinissimi. Qualcuno anche dietro le nostre spalle. Questi maggiormente impressionano perché in caso di una ritirata ci possa tagliar la strada. Fucileria non c'è ne più, anche il cannone tace e lentamente senza far rumore ci si ritira di circa 500 metri. Riordinate le fila e fatto l'appello qualcuno della mia compagnia manca. A me a al volontario Tangorra un forte giovane che ha già combattuto nelle Argonne colle milizie garibaldine vien affidato il compito della ricerca. Baionetta in canna occhio fisso in avanti orecchie tese torniamo nella posizione abbandonata e che gli austriaci avrebbero potuto occupare ma non occuparono giriamo un po' e trovati quei tre o quattro che non sapevano più dove andare torniamo a raggiungere il resto del Battaglione.
Ottobre 24
Avanziamo nuovamente e risolutamente attacchiamo Dosso Casina. Lo spreco di munizioni che fanno gli austriaci è addirittura esagerato. Nel pomeriggio le trincee son nostre e quei pochi nemici che han tentato un'ultima resistenza si sperdono giù dall'altra parte del Dosso verso Nago. Gli alpini hanno occupato contemporaneamente Dosso Remit più in alto a destra. Austriaci in fuga abbandonano le munizioni bombe a mano ed altro materiale di guerra. S'erano ben equipaggiati per l'inverno.
Ore 18
Si lavora a preparare una piccola trincea che ci possa difendere da un probabile contrattacco notturno. Che freddo!
Ottobre 25
Notte calma. Risveglio: di fuoco. Le artiglierie cominciano a bersagliarci lasciandoci quasi tutti illesi. Basta che uno di noi alzi la testa fuori del riparo perché quelli là sparino sette otto colpi di cannone. Che asini!
Quante munizioni sprecate!
Ottobre 26
Freddo intenso. Nebbione ed umidità. Rancio poco e freddo. A mezz'ora di distanza abbiam trovata una sorgente che è però molto esposta. Là andiamo a prender l'acqua e là gli austriaci si ostinano a sciupare shrapnels. Nuvolette bianche e rosa saltellano qua e là nel cielo e subito dopo uno scoppio secco di metallo infranto con relativa pioggia di confetti. Ieri conati più di 300 shrapnels nella sol mattinata. Nemmeno ci colpì al contrario ognuno di noi potè procurarsi un bozzolo una spoletta una scheggia ricordo. Come sono generosi questi tognini!
Ottobre 27
Mandato dal mio tenente a vedere dove si trovasse una vedetta degli alpini che avrebbe poi dovuto essere sostituita da un volontario questa era molto a ridosso dei piccoli posti tedeschi mi scambia per un nemico e mi spara a bruciapelo tre colpi: per la seconda volta resto miracolosamente illeso. C'è qualcuno che miracolosamente mi protegge. Ore 12. Vado in ricognizione col mio plotone più giù verso Nago vicinissimo alla 2a linea di trincee tedesche. Troviamo diversi posti di guardia abbandonati di recente e di premura perché lasciarono tutto. Munizioni gavette borracce caffè tè scodelle un po' di tutto insomma.
Testimonianze della Grande Guerra – Archivio storico Disma – Regione Veneto

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