Venezia FC: Nuovo stadio. A fine giugno verrà presentato il progetto.
Intervista
a Matt Rossetti, architetto che sta progettando lo stadio del
Venezia
Matt
Rossetti vuole rivoluzionare Venezia, e non solo dal punto di vista
sportivo. In America ha firmato case avveniristiche per tutti gli
sport (basket, football, hockey, calcio, tennis), ma è alla sua
prima esperienza in Italia e intende imprimere un cambiamento che è
prima di tutto culturale. "Il momento dello sport non può
essere isolato va
integrato nel quartiere, nella vita quotidiana". Perché le
persone vanno motivate, altrimenti restano nel proprio salotto di
casa a guardare la partita. Anche negli Usa le società sportive
stanno lottando per contrastare l'emorragia di spettatori. E per
farcela, dice Rossetti, serve "design, sostenibilità, bellezza.
Quello che manca negli altri stadi".
Lo
stadio, un cuore pulsante
La
ricetta? "I posti a sedere devono essere comodi, vicini al
gioco. I giovani vogliono essere al centro dell'azione. Stop alle
piccionaie". E poi materiali leggeri, attenzione al design. Allo
stadio come in salotto, non come in prigione. Tutto il contrario di
ciò che accade oggi: "Sono andato a vedere delle partite in
Italia - racconta - Come mi sono sentito? Terrorizzato, oppresso,
scomodo. Coinvolto in un'atmosfera da guerriero medievale che non
cercavo". A Venezia serve un nuovo impianto, ma anche una svolta
nella mentalità legata agli eventi sportivi: "Non bisogna solo
riqualificare gli stadi, ma anche i quartieri attorno - continua - Lo
stadio deve essere un cuore che pulsa con la città, non un battito
isolato". E poi deve essere sicuro, perché oggi dove ci sono
grandi folle c'è anche il rischio.
A
che punto siamo
Il
progetto di massima c'è, la firma per l'affidamento del disegno
anche. La capienza sarà di 22mila posti, ricorda Rossetti. Di questi
18mila generici e 4mila premium. "Il progetto è già avanti, il
sindaco è d'accordo, in tre anni dall'acquisizione del terreno si
può fare". E attorno Tessera vedrà la nascita di un quartiere
con negozi, hotel con 80 camere, ristoranti. "Un villaggio che
vive 24 ore al giorno, collegato alla stazione via shuttle",
precisa. Il tutto a un tiro di schioppo dall'aeroporto Marco Polo,
uno scalo da oltre 10 milioni di passeggeri all'anno. "Perché
non pensare che i turisti abbiano piacere di andare allo stadio, dove
possono mangiare, comprare, divertirsi? - si chiede - Squadre come il
Chelsea guadagnano anche da visitatori che non sono di Londra".
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