Una conseguenza della disfatta del 24 ottobre, in grado evidenziarne la gravità, è certamente la rotta non solo dei militari ma anche dei civili dietro la linea del fiume Tagliamento prima e del Piave poi. Si trattò di un esodo di massa avvenuto in circa 2 settimane di quasi 250.000 persone che abbandonarono le provincie del Friuli e parte del Veneto. Nelle settimane successive gli sfollati diventarono complessivamente oltre 600.000 e furono il simbolo di una guerra molto più vicina, e non più di confine, nella quale si aggiunse una dimensione civile difficilmente prevedibile. La scelta della ritirata per i soldati, per quanto sconvolgente, imprevista e disordinata, fu obbligata e non opinabile. I civili, invece, si ritrovarono a prendere decisioni, spesso conflittuali, in merito al proprio futuro senza avere informazioni certe da parte del Comando supremo. Infatti, nelle regioni e nei territori considerati zone di guerra, lo Stato era rappresentato da Cadorna, non da Orlando, e quindi...