"Battaglia bianca del Presena"

26 maggio 1918, ore 0,15, inizia la seconda fase della battaglia. 
Un intenso fuoco d'artiglieria colpisce il Passo Paradiso, le quattro ridottine intorno ai laghetti e la frastagliata cresta dei Monticelli. Stranamente, sulle posizioni della "Sgualdrina" e del "Cornicciolo" non cade nemmeno un colpo! (Varenna) Il Battaglione "Edolo", "Monte Granero" e quello che rimane del "Pallanza", scendono dal Castellaccio - Lagoscuro in Conca Presena e verso la cresta dei Monticelli.La "Sgualdrina" e il "Cornicciolo" vengono attaccati dal Battaglione "Monte Cavento", coadiuvato da nord da alcune unità del Battaglione "Edolo", subendo parecchie perdite in morti e feriti. L' "Edolo"e il "III Reparto d'assalto" prendono il Passo Paradiso e tutte le quote dei "Monticelli" (q.2863/q. 2606/q.2582/q.2558/q.2545). Solo la q.2432, difesa accanitamente dagli austriaci, appoggiati efficacemente dalle retrostanti posizioni, non viene occupata. Dalla "Ridotta Oberdan" (Tonale), lungo il canalone del Rio Pisso, salgono i plotoni Arditi dei Battaglioni "Monte Rosa", "Val Brenta" e "Tolmezzo", per attaccare il Passo Paradiso da nord - ovest. Questa manovra a "tenaglia" si rileverà molto efficace. Vincendo un'accanita resistenza e subendo gravi perdite, tutti gli obbiettivi vengono così conquistati dagli Alpini. Solo sul "Cornicciolo" e la "Sgualdrina", vengono catturati 300 austriaci, 4 cannoni e parecchie mitragliatrici. Molto penosa la situazione dei numerosi feriti, nostri e austriaci, disseminati un po' dappertutto. Il dottor Bertolini (Btg. Edolo) raccontava: "Un nostro soldato gravemente ferito nella regione epatica, si trascina sulla neve per sfuggire alla soprastante trincea austriaca del Passo Paradiso. Evidentemente, nell'avanzata, i nostri l'hanno dimenticato. Il nevaio su cui quel poveretto si trascina, accasciandosi tratto tratto e lasciando dietro di sé una scura striscia di sangue, è in pendio e la pendenza diventa improvvisamente ripidissima, in basso, sopra un profondo burrone. Il ferito avanza a stento: ora s'accascia sulla neve, ora si rialza e procede; sovente nella fermata assume la posa scultorea del famoso "gallo ferito a morte." Capisco che egli finirà col cadere nel burrone, perché egli non tende ad attraversare il pendio, ma lo discende sulla linea di massima pendenza. Ecco che all'ultimo, ove la pendenza diventa ripidissima, egli scivola veloce, si ferma ancora un momento, s'accascia e poi scivola giù e precipita...l'ho seguito con immensa emozione per un'ora e mezza, poveretto!" 
Bibliografia: Vittorio Martinelli "Guerra alpina sull'Adamello" vol.2

Commenti

Post popolari in questo blog

S.Osvaldo – 6 aprile 1916 la fine della compagnia della morte

Tutto inizia la sera nella notte del 14 maggio 1916: sta per scatenarsi la Strafexpetion austriaca…

Castagnevizza (Kostanjevica na Krasu), Slovenia il giugno 1917, in mezzo ai cadaveri