Vincere è una continua decisione
Ancora
una volta il presidente Ikeda ci esorta ad affrontare con coraggio le
sfide che incontriamo nella nostra vita (NR, 442, 3). In questo
periodo tante persone stanno affrontando problemi di vario tipo ed è
facile sentirsi scoraggiati e impotenti, o dubitare del potere della
fede. Succede a volte che una persona stia così male da non riuscire
neppure a fare attività per gli altri. In questi casi assume un
ruolo fondamentale il sangha, la nostra comunità buddista. Proprio
nei momenti cruciali infatti, quando sembra non esserci alcuna
speranza, è fondamentale il sostegno delle altre persone e un
incoraggiamento sincero può aiutare a ritrovare la forza di
continuare a lottare e non arrendersi. A volte è l'unica cosa che
riesce a ridare la fiducia e la forza di credere ancora di potercela
fare, nonostante tutto. È essenziale la vicinanza delle altre
persone, i cosiddetti "buoni amici", per mantenere vivi il
desiderio e la decisione di superare quella situazione e non
rassegnarsi. Azioni semplici come incontrarsi, parlare, recitare un
po' di Daimoku e studiare qualcosa insieme possono dare un nuovo
impulso a trasformare la situazione difficile che si sta vivendo. E
grazie al sostegno dei compagni di fede possiamo rinnovare la nostra
convinzione e ripartire da noi stessi, con la decisione di creare un
cambiamento profondo nella nostra vita e dare una svolta positiva.
Nel Gosho L'eredità della Legge fondamentale della vita Nichiren
Daishonin afferma: «Recitare Myoho-renge-kyo con la consapevolezza
che non esiste alcuna differenza fra Shakyamuni che ottenne
l'Illuminazione nel lontano passato, il Sutra del Loto che è la
strada dell'Illuminazione di tutti gli esseri, e noi persone comuni,
significa ereditare la Legge fondamentale di vita e morte» (RSND, 1,
189). Non è facile mettere in pratica queste parole, comunque il
punto di partenza è che siamo Budda, di conseguenza dovremmo
comportarci in modo da far scaturire lo stato di Buddità dalla
nostra vita. Un Budda si preoccupa della propria e altrui felicità,
e considera il momento presente come un'occasione per decidere "io
per primo porto avanti kosen-rufu e realizzo la mia vita!". Non
aspetta che qualcun altro lo faccia, prende l'iniziativa e si impegna
in prima persona per aiutare gli altri e per creare un ambiente
pacifico e armonioso. Si sforza inoltre di dar valore a ogni istante
della vita, cercando di agire sempre per realizzare ciò che ha
deciso. Vorrei fare un esempio: quest'anno abbiamo deciso di
realizzare centomila praticanti in Italia. Da un punto di vista
puramente matematico l'obiettivo è realizzabile, ma nella realtà è
difficile e sicuramente richiede un forte impegno individuale ad
andare oltre i propri limiti e attingere al potere illimitato del
Gohonzon per ottenere benefici molto più grandi di quelli realizzati
finora. Anche in questo caso il problema non è cosa fanno gli altri,
ma cosa faccio "io per primo" per mantenere sempre la
decisione di vincere, qualunque cosa accada. Prima di tutto bisogna
recitare Daimoku con tutto il cuore e continuare a far conoscere la
pratica buddista ai nostri amici, proprio come dice sensei: «La
primavera è arrivata! Risvegliamoci anche noi dedicandoci a dialoghi
coraggiosi»
NR,
442, 4. NR 443

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