Un pezzo di testa fiume Cerna, Macedonia il 10 maggio 1917

Arrivarono stamane qua i nostri colleghi provenienti dalla stazione ottica della quota, sono tutti disfatti e dimagriti! Quante cose ci hanno raccontato! Un mio collega del 97 pure proveniente dalla quota quasi non si riconosceva più (dato il suo cadaverico cambiamento) mi racconta: la nostra vita è stata terribile (figuriamoci quei poveretti che sono in trincea dico io!) l'altra mattina il mio compagno che era di turno, con voce alterata dalla paura ci sveglia e presentandoci le maschere che aveva già tolte dalle scatole ci dice solo queste parole: "GAS" noi con mani tremanti ce la mettiamo in capo e per ben tre ore abbiamo resistito a respirare sotto il puzzo della maschera. A due metri da noi, continua, c'è un casotto telefonico, un colpo del nemico lo colpisce in pieno e riduce in cenci i due telefonisti che vi erano ricoverati.
Durante l'azione poi v'è davanti a noi un continuo passare di feriti la cui vista strazia il cuore. Dice: "Durante un bombardamento nemico un sottotenente di fanteria si rifugia nel nostro ricovero, dopo alcuni minuti cerca di uscire per invitare due suoi colleghi che erano rannicchiati dietro una roccia a venire a ricoverarsi dov'era lui, ma la sfortuna lo perseguitava, aveva appena varcato la soglia della porticina del ricovero che un proiettile di cannone gli porta via un pezzo di testa e il braccio destro e senza esplodere l'ordigno di morte prosegue il suo cammino. Come mi impressionò la tragica fine di quel poveretto!"
"Le nostre bombarde" dice, "sono quasi tutte fuori uso, parte per le piazzole guastate, parte per il troppo fuoco e parte distrutte dai colpi nemici. In una bombarda poco discosta da noi, la disdetta ha voluto che proprio mentre un colpo usciva dalla sua grossa bocca rivolta verso il cielo, un colpo di una bombarda nemica è in arrivo e scende: tra i due proiettili avviene uno scontro che produce un enorme scoppio, riduce inservibile la nostra bombarda e lascia attaccati al muro i tre poveri bombardieri a pezzettini".
Che cos'è la guerra!! Continua: "Quando si richiesero i rinforzi alle compagnie che erano a questo destinate, affinché non esitassero, essendo da poco tornate dalla 1^ linea e sapendo che purtroppo andando di rinforzo andavano quasi tutti incontro alla morte, dissero che si cambiava fronte (andando al fronte albanese) così loro cominciavano a partire ma messisi in marcia non tardò molto che scoprissero l'inganno, ma era troppo tardi per tornare (anche se ne avessero avuto l'intenzione). Della seconda compagnia andata di rinforzo ne tornarono 13!!" Dice che dopo la disastrosa ritirata dei nostri sulle proprie linee i nemici gridavano: "Venitevi a prendere i vostri morti! Perché quassù non fate venire a combattere i francesi!" Infatti i francesi sono per lo più mal visti da tutti perché vanagloriosi e superbi e non per questo migliori degli altri soldati. E così, concluse, terminò la giornata del 9 maggio così nefasta che mi resterà impressa per tutta la vita, mai scorderò tutti quei giovani soldati che con uno slancio ammirabile e con coraggio andarono a por fine alla loro vita.
Dal diario di Giuseppe Miconi militare, 3° Genio telegrafisti

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