"Anche
la frase del saggio, nella bocca dello stolto, diviene un'ingiuria,
un irritante suono, perché è detta da chi non ne misura la potenza.
E anzi l'ignora"
“ La 4° (sezione lanciafiamme) ha al suo attivo, tra gli altri, un famoso turno a Quota 126 del Vippacco. Andarono su in settanta, e poi, chissà per quali strane successioni di passaggi da una dipendenza all’altra vennero dimenticati. Dopo novantadue giorni di trincea, in pieno inverno, si trovò chi poteva assumere la responsabilità di conceder loro il riposo: e calarono giù i dieci superstiti, veri scheletri ricoperti di fango, deboli macchine senza volontà…calarono giù, e dopo poco li rispedirono a quota 89 di Monfalcone" “… La pioggia continua snida dal terreno il puzzo della vecchia orina; e in certi posti si è costretti a strisciare a terra, mettendo le mani sopra ogni genere di roba, magari su qualche decomposto pezzo di soldato.” “ La qualifica di trincea, sulla nostra destra, è un po’ eccessiva: gli uomini hanno come tutto riparo un muretto di pietre accostate alto un palmo e ci stanno dietro supini o stesi sul ventre. I fianchi sono protetti da traverse perpendicolari, al
Roma antica abbondava di raffigurazioni di falli sparsi un po’ ovunque nelle città, che quotidianamente si materializzavano davanti agli occhi di uomini, donne e bambini. Molti usavano indossarli appesi a dei braccialetti o a delle collane, così come si faceva con i bambini fin dai primi giorni di vita, inserendoli all’interno della loro bulla; persino i generali, nel giorno del loro trionfo, non rinunciavano a posizionarne uno sotto il proprio carro. Non era neanche strano imbattersi in alcune processioni, nelle quali simbolicamente ne sfilavano di vistosi, eretti e imponenti. Ma come mai nessuno si scandalizzava? La risposta è semplice: dall’organo genitale maschile, maestoso simbolo di fertilità, si generava la vita da contrapporre alla morte; del resto, ancora oggi ne sopravvive la credenza del potere simbolico di esorcizzare il possibile imminente pericolo, facendo produrre agli uomini una leggera tastatina ai propri testicoli. I falli erano concepiti come un imprescindibile talis
Il sito di Bad Ems si trova sull’antico confine settentrionale dell’Impero Romano, oltre il quale vivevano le tribù dei Galli, di cui Cesare dà un’ampia descrizione nel suo De Bello Gallico . Sin dal XIX secolo gli archeologi hanno indagato questa zona con l’intenzione di portare alla luce l’accampamento romano, ma è stato solo grazie a un rinvenimento fortuito del 2016 che si conosce l’esatta ubicazione e l’estensione di tale accampamento: si estendeva su un’area di 8 ettari, era circondato da un fossato e da una serie di circa 40 torri di avvistamento in legno. Ma cosa ci dice il filo di ferro, o meglio di legno, rinvenuto nelle scorse settimane? Il ritrovamento di chiodi di legno e di una moneta del 43 d.C. hanno fatto supporre che questo sistema difensivo sia stato costruito sulla base di quello descritto da Cesare e utilizzato nella campagna contro i Galli, precedendo di più di 50 anni il sistema di fortificazioni noto come limes che a partire dal 110 d.C. ha tracciato il confi
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