"Non
si può definire felice chi si trova fuori dalla verità. La
felicità, insomma, si fonda sulla capacità di formulare un giudizio
retto, sicuro ed immutabile"
24 Giugno – Caldo e afa. Bella giornata […] L’avanzata ha principio alle 10.30 nonostante che la preparazione dell’artiglieria fosse inefficace. Alla svolta della strada (G di Globna) le 5 compagnie del 120° fanteria sono fatte segno a violentissimo e preciso fuoco nemico che le distruggerebbe senza fallo; strisciando però lungo la riva del fiume, la 2° compagnia riesce a impadronirsi di Globna verso le 12. Trincea sovrastante impedisce ulteriore avanzata, non essendo battuta da nostra artiglieria. Il II battaglione del 120° fanteria procedente a destra della strada dopo subite fortissime perdite (30% truppa e 7 ufficiali) resta al comando di un tenente e dato il terreno aperto e battuto non può spiegarsi e deve arrestarsi. Alle 12.40 si ordina al III battaglione ne del 119° fanteria (restato in riserva) di salire il pendio q.383 avanzando su Britof (villaggio situato circa 800 metri a est-nordest di Globna) collegato col 120° fanteria a sinistra e alla brigata Forlì a destra, ma alle ...
- L’attacco è fissato per domattina alle sette. Mentre impallidivano le stelle, la trincea si svegliava. Ormai mancavano pochi minuti; e le salmerie, appena arrivate, scaricavano in fretta il rancio caldo, col desiderio di partirsene al più presto. Insieme col rancio dieci litri di grappa, come surrogato del coraggio. Dieci litri per cinquanta uomini. Ma c’era chi amava più la vita della droga: - Io quella roba non la prendo. Taglia le gambe e fa perdere la bussola. - E chi se ne frega delle gambe e della bussola. Con o senza la bussola all’inferno ci arriviamo lo stesso. Un altro aveva un piano più astuto: - Io bevo, ma la ghirba voglio salvarla lo stesso. Faccio un bel salto avanti e uno indietro. Poi una fucilata sul piede col mio ‘91, proprio in mezzo all’osso. Ma il sergente maggiore aveva sentito: - Un’altra parola, e finisci davanti al plotone di esecuzione. Con un boato profondo, l’artiglieria cominciò puntualmente il suo lavoro. Alte fontane di terra e fumo zampillarono sulle ...
Il “Monte Sei busi” , alt. m.118, costituisce una delle tante piccole quote del Carso meridionale, che scendono a picco sulla pianura di Vermigliano dominandola completamente. Nel giugno del 1915 gli austriaci ne occuparono il ciglio meridionale in trincee improvvisate, protette solo davanti da abbattute di alberi. Ignoro quale sia stata la resistenza del presidio che le occupava e quali difficoltà abbiamo incontrato i nostri per occuparle. Quel che è certo è che a distanza di un anno quelle trincee embrionali e con le relative abbattute erano ancora intatte e conservavano i cadaveri allineati dei loro difensori tuttora vestiti ed armati di fucile. Le posizioni deve essi si trovavano erano scopertissime e battute dal tiro di infilata delle artiglierie nemiche; recarsi in essi di giorno per raccogliere qualche cimelio di guerra significava esporsi a serio pericolo. Solo di notte era possibile raggiungerle ma non senza qualche rischio. Questo spiega benissimo come dopo circa un anno quel...
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