Memorie di guerra – Puntata 5
Venimmo
poi riarmati, a Scandiano(RE), con bombarde di grosso calibro con
canna prolungata, e ci posizionammo ancora al Piave, con bersaglio le
Grave di Papadopoli.
Si
preparò la grand’offensiva dell’ottobre 1918, ma come il nemico
prese la via della ritirata il compito dei bombardieri di fatto finì,
perché non era arma da inseguimento, non essendo veloce il trasporto
ed il rimontaggio in posizioni più avanzate, quindi restammo fermi,
quasi increduli che il nemico, così aggressivo, così fortemente
armato, fosse stato disastrosamente sconfitto e si ritirasse così
precipitosamente.
Restammo
in varie località sempre del Piave per il recupero proiettili e
materiali e purtroppo avemmo ancora qualche perdita, e dopo vari
spostamenti finimmo a Gozzano (Novara), con gruppo e batterie già
scomposte e senza bombarde.
Subii
continui spostamenti e trasferimenti di batteria finché giunse il
giorno del congedo, un anno esatto dopo la battaglia finale di
Vittorio Veneto e la fine della guerra.
Vi
sarà ancora qualcuno del reparto zappatori con il ricordo
dell’aiutante di battaglia Giuseppe Milani ?
A
suo tempo (1974) avevo pregato il Corriere della Sera di pubblicare
un mio diario ma me lo respinse dicendo che non aveva spazio.
Cavaliere
di Vittorio Veneto GIUSEPPE MILANI
Classe 1895 — aiutante di
battaglia
Gignese (Novara)
Il
26 novembre 1976 Milani scriveva a mio padre al suo indirizzo del
Lido di Venezia:
“/…/Sono
stato a Venezia nel 1972 per la Biennale d’arte in rappresentanza
di mio fratello Umberto pittore scultore morto a 59 anni nel 1969;
alla Biennale era rappresentato nel salone principale con sue opere
importanti ed io ero ospite dell’Ente ed alloggiato in un albergo
al Lido; che peccato non esserci conosciuti prima e allora!
Sono
poi tornato a Venezia ed a Mestre, ove ho amici ancora dei tempi del
Piave; in quella occasione con mia figlia, mio genero e mia nipote
(sono rimasto vedovo nel 66) mi portai a Vittorio Veneto e al Piave;
ma erano giorni freddi e non stavamo bene di salute.
Ma
il piacere di tornare rimane, vedremo; ora io abito qui a Gignese
sopra Stresa coi miei ed ho lasciato Milano ove ero solo; ho perso
l’unico figlio (maschio) in guerra in Russia nel Savoia Cavalleria,
nel 41, alla testa della sua pattuglia.
Penso
ai monti di lassù; al Mrzli: chissà come sono cambiate quelle
montagne allora sconvolte, ridotte a crateri tanto che non si poteva
più recuperare nulla né vivi né morti!”.
Giuseppe Milani
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