La cattura. Notte di Caporetto
Giunti
a Case Cance si preparò subito il posto di medicazione e il posto
per il ricovero momentaneo dei feriti più gravi. Fatto tutto questo
(si era alle ore 7) il bombardamento si fa più intenso e arrivarono
pure delle bombe con gas asfissianti, il capitano ordinò di
ritirarsi in galleria e di accendere subito della paglia davanti per
disperdere e fare innalzare i gas. Nello stesso tempo ci mettemmo
tutti la maschera contro i gas asfissianti. Il bombardamento
continua, fino alle ore 15, si medicarono 11 feriti dei quali un
Ufficiale (tenente Bellichi Com.te la 10° compagnia) il quale ci
diede la notizia che il nostro reggimento era stato fatto quasi tutto
prigioniero e che il nemico era vicino e fra breve sarebbe da noi. Il
capitano medico e io ci impressionammo di quelle notizie così
allarmanti. Finito di medicare la ferita del tenente riportata al
ventre da palla di fucile, lo collocammo nell'Infermeria in attesa di
essere sgombrato alla Sezione di Sanità 19° Divisione. Alle
ore15-20 giungono due Tedeschi nella bocca della galleria col fucile
spianato intimandoci la resa. Fatta vedere la Croce Rossa, non
dissero altro, guardarono ingiro se ce ne erano degli altri e poi ci
fecero cenno di uscire dalla galleria e andare con loro. Guardai il
capitano negli occhi e lui guardò me, e senza aprir bocca si venne
fuori uno per volta dalla galleria e con i due sergenti di Sanità,
si dovette seguire i due Tedeschi.
Dal
diario di Augusto Aglietti
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