La terribile febbre spagnola

“…Viene nuovamente l’ordine di partire, ma questa volta vicino a Vicenza per un po’ di riposo. Eravamo i primi giorni dell’ ottobre 1918, tempo che infieriva la terribile febbre spagnola e in questa città il morbo era molto diffuso. Continuamente arrivavano i camion di soldati morti che in questa città seppellivamo. All’Ospitale non c’era un posto libero e a chi capitava questa febbre era sicuro della morte. Io mi trovo in un piccolo magazzino per alloggiare il cavallo e passo così qualche giorno fino a che una mattina mi sveglio con la febbre. Dormire vicino al cavallo non posso, l’odore mi fa assai male, trovo nella medesima casa un fienile all’aperto e qui la notte mi corico. Una vecchietta mi assiste come può, mi dà l’olio ma nulla mi giova, la febbre persiste altissim olio ma nulla mi giova, la febbre persiste altissima. Parlare a a. Parlare a qualcuno non posso, altrimenti mi mandano difilato in Ospitale e entrato in questo la mia sorte sarebbe segnata. Certo che dormire all’aperto esposto tutte le notti alla nebbia ed al freddo mi sentivo molto male insomma in un verso o nell’altro dovevo morire…”.
Ferdinando Neckermann

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