Venezia FC: Investire per chi?

Meno di 900 tessere sottoscritte per la stagione 2023/24, un “matrimonio” Che evidentemente non sa’ da fare.
Spesso nei “salotti buoni” delle pagine social che trattano le sorti del Venezia fc ( compresa la nostra ), si è puntato il dito verso l’esterno per nascondere le magagne interne alla nostra realtà.
Dopo il primo anno di B targato Pippo Inzaghi, l’ambiente arancioneroverde è tornato nell’apatia più totale come negli anni bui dell’epoca “Rigoni-Korablin”.
Se si escludono pochi episodi di sussulto ( la promozione in A, qualche rara trasferta o partita casalinga ), la passione attorno a questa squadra da parte del cosiddetto “territorio” è stata a dir poco deludente.
Non ingannino le ultime partite della scorsa stagione dove le presenze al Penzo sembravano cospicue, perché è bene ricordare che la metà dei presenti erano lì o perché familiari di tesserati delle giovanili, o sfruttando biglietti omaggio, oppure accrediti e promozioni varie.
Per nascondere questo problema di “menefreghismo “ diffuso verso questi colori, negli ultimi anni si è preferito da parte dei tifosi stessi (almeno quelli che riempiono le pagine social ) attaccare la gestione societaria: le maglie prima, la gestione sportiva poi, infine il sempre green “Il Penzo è scomodo”.
Ma mai nessuno che abbia voluto ammettere che di questa squadra interessa veramente poco, o forse interessa veramente a pochi.
E così quest’estate senza avere una polemica credibile dove nascondere la pochezza di passione ( neppure l’epopea delle maglie brutte sembra aver attecchito come due anni fa), dinnanzi ad una politica societaria e sportiva ambiziosa, ci troviamo in mutande a guardare la triste realtà:
ma a chi interessa questa squadra?
E allora devono nascere con coscienza oggettiva alcune domande a cui nessuno vuol dare risposta da anni:
1) ha senso fare calcio ad alti livelli a Venezia?
2) perché lo sport a Venezia in generale non riesce mai a scaldare i cuori?
3) ha senso investire sia per un privato che per il pubblico per grandi impianti per lo sport professionistico a Venezia?
Noi risposte dogmatiche non ne abbiamo, guardiamo però i numeri:
al Penzo la media spettatori è tra le più basse della B e anche della C in alcuni casi.
La società dal cosiddetto “botteghino” incassa briciole, e se non fosse per la vendita del merchandising che sfrutta il brand Venezia, sarebbe sicuramente in grossa difficoltà.
Noi non abbiamo la supponenza di avere risposte veritiere, ci limitiamo con tristezza a fotografare un apatia ambientale che dovrebbe far riflettere tutti, tifosi della curva inclusi.
Serve forse una nuova identità?
Serve forse un nuovo modo per far rinascere o far nascere amore attorno a questi colori?
Possiamo ancora e solo delegare alla società di turno la passione e il fermento attorno agli arancioneroverdi?
O forse è il caso che si ritorni ad essere attivi sul territorio come tifoseria e lasciare le polemiche agli specialisti da salotto?
Nel frattempo gli abbonamenti stanno lì a certificare un grosso problema.
FORZA ARANCIONEROVERDI

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