La dolina Ferrara

La dolina Ferrara era di poco più larga d'una stanza e i suoi due piccoli ricoveri distavano forse tre passi. Nel prima era il comando del battaglione, nell'altro un posto di medicazione nel quale era scavata una nicchia che doveva servire da giaciglio per il medico; l'aiutante di sanità dormiva per terra. Il mio comandante non volle assolutamente che io dormissi su quelle pietre e mi offrì graziosa ospitalità nel suo ricovero, il quale era composto di un'anticamera destinata a mensa e di una cameretta che conteneva le brande del comandante e dell'aiutante maggiore.
Dire anticamera è dire molto. Si trattava di un baracchino addossato alla roccia nel quale era stati collocati un tavolino, una branda e una panca. All'ora di mensa ci si riuniva noi tre e un ufficiale addetto ad una vicina sezione di bombarde. Chiusi là dentro, il calore amichevole delle voci, l'acciottolio delle stoviglie bastavano a darci illusione d'essere al sicuro e a dimenticare che il nemico era a un quarto d'ora di strada.
da Zaino di Sanità di Corrado Tumiati

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