Venezia FC: Alla fine è stato un gran bel viaggio, VeneziaMestre!

Grazie ragazzi, grazie per questi mesi di pazzia. Grazie per le emozioni di questa sera, per quei brividi, quell’ansia, quella rabbia e quel lampo di gioia che solamente lo sport sa regalare, e solamente una squadra che dona tutta se stessa può farci respirare. Grazie per la passione con cui avete lavorato da gennaio in poi, sia sul campo che dietro a schermi tv studiando gli avversari di turno. Grazie per aver riportato l’Unione a giocarsi ciò che ci spetta e ci aspetta. Grazie mister per esser riuscito tramite il tuo carisma, la tua grinta, la tua voglia di reagire a compattare e caricare un’ambiente che aveva solo bisogno della scintilla giusta, della vibrazione che lo richiamasse all’appello, trascinando migliaia di cuori arancioneroverdi al Penzo o davanti ad un televisore, soffrendo per la nostra stupenda città. 
E grazie anche alla società per averci ascoltato; per averci rimesso, o almeno averci fatto risentire, al centro del progetto. Grazie per i vostri passi indietro su alcune scelte di marketing e su alcuni personaggi che avevano disintegrato il rapporto con la tifoseria. Grazie per aver iniziato a comprendere il significato della maglia, dei colori, della storia, dell’identità. Grazie per averci fatto venire questa voglia matta di ricominciare, di riabbracciarti al più presto, di tornare a riempire quelle gradinate e quella curva mai bella come l’ultimo mese e mezzo. 
Purtroppo non è bastato e questo fa e farà male. Ma le stagioni vincenti e le squadre vincenti si costruiscono dalle fondamenta, con il tempo, la pianificazione e la fiducia incondizionata nelle proprie idee e nel proprio percorso. Quest’anno è però mancato tutto ciò in un’estate passata che ha vissuto troppo di pancia più che di razionalità. Ma da quella lezione abbiamo imparato che per puntare le stelle non bastano le buone intenzioni, ma un sistema che ti porti a volare. Un sistema che poggi su basi stabili, concrete, solide. Il VeneziaMestre di questa sera ha però dimostrato come i primi mattoni, inaspettatamente, ci siano, l’architetto ci sia, ed il disegno possa partire. Perdere contro un avversario del genere rende il calcio meno imprevedibile di come a volte ci si aspetti, o si speri. Ma quella di oggi, anzi, tutte quelle di questa stagione, dal terrificante esordio fino alla cavalcata fino ai playoff, sono partite e tappe che ora possiamo dire chiaramente abbiano tracciato un sentiero, un cammino.
Ed i ricordi di questa stagione, dalle birre di super Joel, agli urli del mister, alle peripezie del Var, fino all’abbraccio collettivo del Tardini di Parma ai ragazzi in maglia arancioneroverde, li porteremo con gioia nel cuore, come si ripensa all’inizio di una storia meravigliosa. E vedrete che la prossima volta non ci sarà motivo per discutere di un approccio leggero, di errori e regali difensivi, di una grande reazione e di un commovente finale di partita. Saremo noi la squadra da battere, poiché il destino premierà sempre gli audaci. Dal dolore quasi fisico di oggi dovremmo portarci nel cuore la voglia di non riviverlo mai più, e l’orgoglio di esserne usciti enormemente più forti. Grazie per tutto questo Unione mia, grazie per avermi fatto nascere veneziano.
Avanti Unione!

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