Trinciamo i reticolati

Giuseppe Cordano
 racconta azioni a Trincerone Durer, Folgaria (TN) il 15 novembre 1915
La brigata Milano si prepara a sferrare un nuovo assalto al Trincerone Durer.
15 - Da un ordine del comando si effettuano i preparativi per un'azione sempre al solito trincerone “Durer”.
Aeroplani nostri e austriaci sorvolano la zona, si mitragliano poi se ne vano. Verso le dieci del mattino le nostre artiglierie iniziano un cannoneggiamento alle linee nemiche, che rispondono con altrettanto accanimento sparando però sulle nostre retrovie. 
Alla sera tutto il 3° battaglione è in posizione nelle linee avanzate. Questa volta, però, prima dell'azione i reticolati devono essere demoliti con i tubi di gelatina ed aprire un varco per il passaggio della truppa d'assalto. 
Tocca alla squadra dei guastatori di cui faccio parte. 
Sulla prima notte bisogna rassegnarsi ad uscire. Siamo due squadre, una della 10.a e una della 11.a Compagnia. Sono due tubi da far esplodere, portati a mano da tre soldati ogni tubo. 
Avanziamo cautamente sino all'avvallamento; dopo una breve sosta, strisciando ventre e muso a terra, ci portiamo sotto i reticolati nemici.
Ci colleghiamo i due gruppi e iniziamo l'appostamento dei tubi. Intanto spira un vento glaciale e pungente, ma è anche fortuna nostra perché il suo sibilo copre il rumore di nostri movimenti. 
Siamo ormai presi dal nostro lavoro, non pensiamo ad altro. Finalmente è messo a posto un tubo, poi anche il secondo. La nostra tensione nervosa è bruciante ma siamo calmi.
Accoppiamo le due micce, i quattro compagni si ritirano coll'ufficiale nostro. In due prepariamo la capsula di accensione e ci ritiriamo anche noi dietro a un sicuro riparo già scelto in precedenza. 
Ecco uno scoppio, un secondo scoppio; due vampate di fuoco rischiarano la notte buia. 
Subito il nemico apre il fuoco di fucileria e mitragliatrice intenso e furibondo. Entrano in azione anche le artiglierie che battono le retrovie.
Siamo fermi ai nostri posti, per circa due ore continua il fuoco, poi cessa e torna la calma.
L'ufficiale si rende conto del risultato dell'esplosione dei due tubi: un varco è stato aperto nella prima fila dei reticolati nemici, ma vediamo esiste una seconda fila di reticolati intatta, forse ce ne sarà una terza.
Rientriamo nelle nostre trincee per fortuna incolumi. Poi si ritorna sul posto dello scoppio con un Capitano dello Stato Maggiore al Comando di Divisione che si rende conto della situazione e della intensità dei reticolati nemici ancora intatti e ordina al comandante del Battaglione di rinviare l'azione contro il trincerone austriaco.

Durante la sparatoria nella notte ci furono vari soldati nostri feriti in trincea.

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