Venezia FC: Il 2022 ora se ne va per il Venezia un anno da dimenticare

Quaranta gare ufficiali hanno prodotto la pochezza di 7 vittorie (solo tre al Penzo) e 9 pareggi. L'enorme fardello di 24 sconfitte, di cui 10 consecutive a decretare il rovinoso toccata e fuga in Serie A, certifica nella maniera più eloquente un 2022 da dimenticare per il Venezia. Un anno solare con tanti errori e amarezze, da rivivere in pillole mese per mese auspicando che alla ripresa Paolo Vanoli riesca a proseguire la risalita per tenersi stretta quantomeno la Serie B. GENNAIO
Il cattivo giorno si vede dal mattino, infatti all'Epifania nessun organo calcistico evita al Venezia la trasferta a vuoto di Salerno. Essendo il team campano bloccato dall'Asl regionale per precauzioni legate al Covid, sul prato dell'Arechi si ritrovano solo il team di Paolo Zanetti e gli arbitri. Tre giorni dopo, quello che resta l'ultimo gol di Ibrahimovic inaugura il girone di ritorno e il 3-0 del Milan al Penzo.
FEBBRAIO Il +7 sulla zona-salvezza è già dimezzato, ma con i gol di Crnigoj e Haps si vince a Torino. Dal successivo 1-1 casalingo nello scontro diretto col Genoa inizia il tracollo.
MARZO Travolto in casa dal poker del Sassuolo dell'ex Dionisi, il Venezia cede 1-0 alla Lazio ma sulla carta è ancora in corsa. A vanificare tutto è lo 0-2 contro la Sampdoria, lanciata da una paperissima del portiere Mäenpää.
APRILE Il 10 aprile l'Udinese vince al 94' gelando i 10.459 del Penzo, record stagionale di affluenza. Dopo l'1-3 con l'Atalanta, ottavo ko di fila, il 27 Niederauer esonera Zanetti stracciando il contratto fino al 2025 firmato in estate. «Tutti condividiamo il merito dei successi della scorsa stagione e tutti dobbiamo assumerci la responsabilità dei fallimenti di quella attuale» le parole del presidente.
MAGGIO Il 5 maggio, a ben 129 giorni dalla gara fantasma, il Venezia torna all'Arechi e trova una Salernitana sana e rinforzata che vince 2-1. Il 14 i campani pareggiano a Empoli e sanciscono la matematica retrocessione prima di sfidare la Roma all'Olimpico (1-1). Il 22 al Penzo il Venezia blocca il Cagliari sullo 0-0 trascinandolo con sé e il Genoa in B. Dal giorno dopo Mattia Collauto e Paolo Poggi non ricopriranno più i ruoli di direttore sportivo e responsabile area tecnica. «Nonostante il mancato rinnovo di Collauto e le dimissioni di Poggi sempre Niederauer guardiamo al futuro con fiducia e la consapevolezza che il nostro è un progetto a lungo termine».
GIUGNO Il 9 giugno il club nomina Ivan Javorcic come allenatore della prima squadra, il 13 ufficializza Cristian Molinaro come direttore dell'area tecnica, completando l'area sportiva con Morris Donati e Alex Menta. Il giorno dopo la società, aspramente contestata sui social, chiude le proprie bacheche al dissenso dei tifosi per le critiche ad personam verso dirigenti e giocatori con l'uso di toni aggressivi e irragionevoli che rischia di allontanare tifosi e partner.
LUGLIO Rotto l'accordo con San Vito di Cadore, la squadra va in ritiro a Rogla in Slovenia e poi ad Auronzo. Il 29 il club annuncia che è stato emesso il prestito obbligazionario di euro 5.349.000 raccolti tra 330 investitori da 28 paesi nel mondo. Il bond finanzia lo sviluppo (già in corso) del nuovo centro sportivo Taliercio. AGOSTO Falcidiato dal Covid e quasi con la Primavera in campo il Venezia cede all'Ascoli in Coppa Italia. Alla vigilia di ferragosto arriva il Genoa per la prima di Serie B: è la prima di 6 ko in 10 gare al Penzo nel girone di andata.
SETTEMBRE Brutte le sconfitte con Benevento e il derby con la Spal dell'ex presidente Joe Tacopina. Contro il Pisa arriva solo un 1-1 nonostante il vantaggio di Novakovich e Javorcic è già in discussione.
OTTOBRE Il 1. ottobre la grande illusione, un insperato e straripante 4-1 a Cagliari. Invece il 31 ottobre Javorcic salta condannato dagli appena 9 punti in 11 giornate. I gruppi della curva sud iniziano a contestare la proprietà americana invitandola ad andarsene.
NOVEMBRE Andrea Soncin traghetta il Venezia nello 0-1 di Como, dal 7 il nuovo allenatore è Paolo Vanoli. Con l'ex terzino arancioneroverde, dopo l'1-2 all'esordio con la Reggina, arriva il colpaccio a Palermo sull'asse finlandese Pohjanpalo-Joronen. DICEMBRE Ufficiale dal 4 l'ingresso di Filippo Antonelli (ex Monza) come ds e supervisor dell'area business, con contratto fino al 2026. «Sono mortificato che nostri dipendenti abbiano parlato con termini assolutamente inappropriati ai tifosi le scuse di Niederauer per gli attacchi-social di alcuni suoi dirigenti A volte non ci piace quello che leggiamo, ma mai avrei mai approvato certe risposte. La contestazione nei miei confronti? Mi ha colpito molto, ma io vado avanti per la mia strada».
QUANDO IL SANTOS DI PELÈ SFIDÒ I NEROVERDI NEL 1967
Fu proprio Pelè a volere che quella partita fosse disputata in Italia. Altrimenti si sarebbe giocato a New York. Così Pelè e il Calcio Venezia si incontrarono. Era il 20 giugno del 1967 quando a Riccione il Calcio Venezia affrontò il Santos di Edson Arantes do Nascimento, per tutti semplicemente Pelè, in una partita a scopo benefico che è passata alla storia come un evento indimenticabile.
Ecco perché la morte della Perla Nera O Rey del calcio, all'età di 82 anni, ha commosso anche la laguna. In campo, tra i neroverdì, c'era anche un giovanissimo Bruno Rigo, difensore poco più che maggiorenne, classe 1947, che negli spogliatoi prese posto proprio vicino a Pelè. La partita si giocò con calcio d'inizio alle ore 22, il prezzo del biglietto, con posto unico, duemila lire.
IMPORTANTE ESSERCI
Vinse il Santos 1-0: ma per tutti era importante esserci. Alcune foto d'epoca documentano, ancora oggi sui social, lo storico evento. Ho avuto la fortuna di essergli amico - racconta oggi Bruno Rigo, ex neroverde dalla sua casa del Lido di Venezia - per me è un onore averlo conosciuto e aver potuto scambiare qualche parola con lui. Pelè era un grandissimo calciatore, la sua scomparsa è un lutto planetario e una grande perdita. Non solo come calciatore, ma soprattutto come persona. Era una bravissima persona. Mi disse, quel giorno, che gli piaceva l'Italia e che veniva spesso anche da solo a Venezia.
PRIMO CONTATTO
Il primo contatto quel giorno fu casuale. Il Venezia volle che ci fosse uno spogliatoio unico per le due squadre - continua Rigo - e così, quando io entrai c'era un unico posto libero, proprio quello vicino a lui. Ero un ragazzo e avevo timore reverenziale, perchè già allora lui era un mito per il calcio. Ma fu lui a invitarmi a mettermi accanto a lui. Vedendo la massa muscolare di Pelè, Rigo rimase stupefatto. Ma lui mi disse - racconta - Bruno, io sono una Ferrari, non posso mica avere il motore di una 500. La notizia della sua scomparsa mi ha addolorato e ho recitato una preghiera per lui.
IL VIAGGIO
Pelè per due volte a Riccione fu ospite dell'industriale tedesco Rolan Endler che nella cittadina balneare aveva una villa. Il viaggio della coppia toccò anche Firenze, Roma e Venezia. E proprio contro la squadra della città lagunare Pelè scese in campo, il 20 giugno del 1967, con il Santos sull'erba dello stadio comunale riccionese. I brasiliani vinsero 1-0. A marcare Pelè, in quella partita, fu un giovanissimo libero, Sergio Santarini, in prestito dal Rimini per quella occasione. Giocata talmente bene da essere notato e acquistato dall'Inter di Helenio Herrera.
La perla nera posa in questa inedita fotografia assieme a un gruppo di sportivi veneziani, tra cui Oscar Vianello, anima del Club Neroverde Lido.

Commenti

Post popolari in questo blog

Quota 126 del Vippacco

Perchè c'erano tanti falli nella Roma antica?

Scoperto in Germania il “filo spinato” usato da Cesare contro i Galli.