Venezia FC: Ora pretendo un passo in avanti da tutti i ragazzi

Voltare pagina e iniziare un nuovo campionato. Un obiettivo ambizioso, difficilissimo ma soprattutto l'unico plausibile per un Venezia che oggi a Palermo (ore 18) è obbligato a collocare i primi mattoni della propria rinascita. Fare punti è la parola d'ordine per un team arancioneroverde guidato per la seconda volta da Paolo Vanoli, candidato uomo della provvidenza ma, ovviamente, sprovvisto di bacchetta magica. Il
penultimo posto in Serie B con appena 9 punti in 13 giornate parrebbe più che sufficiente, per rendersi conto di quanto sia realistico il rischio di scivolare addirittura in Serie C, tuttavia finora troppi tra gli arancioneroverdi sono parsi avulsi e impermeabili anche alle più basilari pressioni dettate dalla classifica. Vanoli ha avuto a disposizione quasi due settimane per provare a scuotere i suoi. «Io nasco dalla gavetta, tante persone incontrate nel mio percorso mi hanno detto le cose in faccia e inizialmente ci rimanevo male parte dall'esperienza personale per rispondere nel merito Poi però ho capito che mi dicevano la verità. Ecco, io ai miei giocatori sto dicendo le cose in faccia, togliendo il più possibile qualsiasi alibi, dalla posizione in campo al fatto che si lavora troppo. Alibi normali in una squadra neoretrocessa, ora da mettere da parte assieme ai discorsi sulla qualità, perché dobbiamo iniziare a lottare».
PEGGIORI
Il neopromosso Palermo, pure tra alti e bassi, ha già raccolto 15 punti, sei in più dei lagunari. «Ora come ora tranne il Perugia sono tutte più forti di noi la bordata di Vanoli Oggi comunque Palermo non è la salvezza, è una tappa, quindi non avrebbe senso andare nello sconforto. Dopo questa partita ci saranno in palio altri 72 punti e noi dovremo arrivare a 42 per salvarci. Ai miei ho detto che stasera pretendo da parte loro un altro step, io gli do le chiavi, dopodiché tocca a loro. Quanto al morale dobbiamo essere noi bravi ad uscirne, dipende dalla nostra volontà e da cosa vogliamo fare per il Venezia e per il nostro futuro». Pur in aperta contestazione contro la dirigenza guidata da Duncan Niederauer e Alex Menta, un centinaio di tifosi scenderanno solo per la maglia in un Barbera che storicamente non è un ambiente qualsiasi. «Palermo è un campo infuocato, non sarà semplice, anche i siciliani sanno quanto valgono questi punti. Noi dovremo avere la bava alla bocca, passaggio che non arriva sicuramente dall'oggi al domani. Per lottare per la salvezza occorrono tanti aspetti, a partire da quello fisico sul quale abbiamo lavorato tanto perché qualcosa mancava, per passare poi a quello mentale. La qualità da sola non basta, nelle sei restanti partite del girone di andata io devo portare questo, con lucidità e senza perdere il nostro focus».
FIDUCIA
L'atteggiamento avuto dai giocatori durante la sosta suscita un moderato ottimismo in Vanoli. «Abbiamo lavorato tanto e molto bene, quando sono rientrati i nazionali (Crnigoj, Pohjanpalo e Joronen, ndr) abbiamo potuto lavorare anche sotto l'aspetto tecnico-tattico. Questa squadra deve capire cosa sono gli spazi e come attaccarli, io ho fatto il difensore e so quanto correre sempre all'indietro metta in difficoltà tutti gli altri. Dobbiamo capire tempi e modi, ci vuole tempo e purtroppo non ce n'è molto». Focalizzando l'attenzione sul Palermo: «Secondo me è una squadra che può anche cambiare sistema di gioco (rispetto al 4-3-3, ndr) davanti ha due giocatori importanti come Di Mariano e Brunori, quindi dovremo stare attenti nelle ripartenze. Dovremo essere bravi di testa, perché oltre ad essere ostico da affrontare in trasferta, sappiamo la storia del Palermo e dei suoi tifosi. Ma ad oggi la salvezza è la nostra vittoria del campionato».
Cuisance rimane a casa
Nel primo vero Venezia targato Vanoli non ci sarà spazio per Cuisance. Nella lista dei 23 arancioneroverdi decollati ieri pomeriggio alle 16 alla volta di Palermo, non figurava infatti il nome del francese, segno che il generico lo stiamo valutando in queste ore pronunciato dal tecnico si è concluso con una fumata nera. A conti fatti poco male, visto che l'ex Bayern Monaco dopo un inizio di stagione confortante si è presto smarrito, senza riuscire a prendere per mano la squadra né a determinarne in positivo le sorti come tutti (società in primis) si aspettavano. Altrettanto deludenti finora sono stati due dei teorici gioielli, Busio e Johnsen, entrambi schierati titolari da Vanoli contro la Reggina ma oggi quantomeno in ballottaggio. Nel cuore del 3-5-2 il palermitano Fiordilino potrebbe scavalcare lo statunitense Busio, con conferma per Crnigoj e Andersen come interni. Nel tandem offensivo invece, dando per scontato Pohjanpalo tornato al gol prima della sosta, Cheryshev dovrebbe spuntarla su Johnsen che partirebbe dalla panchina come Novakovich e Pierini ma non Connolly, ancora al lavoro differenziato e non pervenuto ormai da due mesi e mezzo. Qualche dubbio non manca nemmeno nel reparto arretrato, dove davanti a Joronen (indisponibile Mäenpää con il baby Sperandio convocato come terzo alle spalle di Bertinato) sembrerebbero sicuri solo capitan Modolo e Wisniewski, mentre Ceccaroni è insidiato da Ceppitelli: se Vanoli scegliesse l'ex Cagliari, toccherebbe al polacco spostarsi alla sinistra di Modolo. Infine il dubbio più grande, quello riguardante i due quinti che faranno la spola tra difesa e centrocampo: mancando Haps per squalifica, a sinistra i sostituti naturali sono Ullmann e Zabala (quest'ultimo molto elogiato dal suo allenatore innanzitutto per il suo atteggiamento positivo), ma alla fine maggiori garanzie potrebbe darle l'adattamento di Zampano con l'inserimento del destro naturale Candela sulla sua corsia.
Palermo, tocca a Bettella
Compie oggi 250 panchine Eugenio Corini, a caccia di una rivincita anche personale, visto che 18 mesi fa proprio il Venezia di Paolo Zanetti aveva eliminato il suo Lecce nella rincorsa alla Serie A. In realtà il 52enne bresciano cerca continuità per un Palermo reduce da una sconfitta difficile da digerire a Cosenza: «Le 250 panchine in carriera sono un bel traguardo, certo mi sento un allenatore più maturo pur non avendo mai fatto molta attenzione ai numeri, neanche da calciatore. Usciamo da una sosta che purtroppo abbiamo vissuto con la morte nel cuore dopo il 3-2 di Cosenza. La classifica è molto corta e dobbiamo stare molto attenti». Quello odierno sarà il primo Palermo-Venezia dopo la scomparsa (il 1. febbraio scorso) del patron Maurizio Zamparini che aveva fatto grandi entrambe le squadre.
«Io ho un ricordo bellissimo del presidente, forse alla fine ha lasciato ad alcuni ricordi amari, ma non bisogna dimenticare cosa ha fatto per il Palermo. Il nostro obiettivo è chiaro, consolidare la categoria e dai miei mi aspetto un'ulteriore fase di miglioramento, che riescano a smussare qualche difetto gara dopo gara per fare punti fondamentali in un torneo così equilibrato». Squalificato Marconi, al centro della retroguardia a quattro dovrebbe toccare all'ex monzese Bettella finora poco utilizzato. Indisponibili Elia, Saric, Buttaro e Doda, mentre dei quattro ex arancioneroverdi è il play croato Stulac quello con meno chance di partire titolare a differenza di Mateju, Segre e Di Mariano. «Il Venezia si esprime meglio in trasferta, è un dato di fatto. I team più blasonati stanno avendo difficoltà, in testa ci sono squadre forti ma non attese in quelle posizioni. Affrontiamo un avversario solido, tecnico e preciso, per quanto reduce da un periodo duro che noi conosciamo bene da vicino. Non abbiamo nessuna informazione su come stanno, ci siamo preparati bene in funzione di questa gara senza pensare alla successiva a Benevento».
di Marco De Lazzari e M. Del Vecchio- Il Gazzettino

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