La prima azione

Carlo Foglia racconta assalti, nemici, cattura di prigionieri a Monte Santo, Slovenia il 22 agosto 1917
E’ in svolgimento l’Undicesima battaglia dell'Isonzo e il caporale Foglia è impegnato nel suo primo assalto alle trincee nemiche.
Il giorno dopo si venne via, si andette sul vodice, non appena arrivati dietro front per venire di nuovo sul cucco arrivati a metà strada che era già buio si fermammo a mangiare il rancio, stando fermi 2 ore, poi si ripartì, e ci siamo andati fermare in un burrone fra quelle montagne schierati e distesi peruno, ma io non pensavo di gia; non sapevo che si era fuori dalla prima linea, me ne accorsi quando vidi che cera dei morti austriaci, e di piu me ne accorsi che i compagni lasciavano le coperte le mantelline per poter essere più liberi per andare avanti, quando dopo un momento sento che il tenente dice di lasciare le scatole della maschera che si faceva troppo rumore: Ai, dissi allora, qui siamo a contatto col nemico, e nella mia mente dissi, coraggio e spirito e buona fede; dopo 10 minuti si va avanti; fatti 20 passi sento dire avanti avanti che nella trincea non c'è nessuno; allora si va nella trincea senza sparare un sol colpo; si trovarono molti fucili scatolette di carne e diversa roba; siccome che nell'andare avanti ognuno finiva per andare per proprio conto, io della mia sezione finii per trovarmi solo, e gli altri chi a destra chi a sinistra: dopo un quarto d'ora che si era nella trincea austriaca, eravamo un 30 con un tenente, e dicevamo adesso bisogna andare sino in cima al colle a prendere l'altra trincea; sicché noi credendo che dai nostri lati andassero avanti come si andava noi; andammo fuori dalla trincea e su per il colle, arrivati alla cima senza sparare un colpo e senza vedere nessuno; si entrò nella sua trincea e dentro vi erano austriaci che appena ci hanno veduti si davano prigionieri, e ne abbiamo presi una trentina; ma poi se ne accorsero che noialtri si era soltanto 25, o, 30 saltarono sulla trincea per darci l'assalto a noi, e noi si dovette tornare indietro nella trincea di prima; ma poi si ritornò su con tutti gli altri soldati e si presero prigionieri quelli che cera ancora; bisognava vedere la trincea in che stato era, dalle nostre granate; era tutto sotto sopra; gli alberi spezzati giù a terra, delle buche che si stava un centinaio di soldati; i reticolati tutti per aria, come dicevo arrivati in questa seconda trincea, che non era più una trincea di fatti, ma soltanto trincea di nome; e questa restava di fianco al monte Santo; e siccome il monte santo non era ancora stato occupato, una mitragliatrice batteva tutta la zona in cui si occupava da noi; che si dovette restare giu a terra uno addosso a l'altro in quelle buche quasi tutto il giorno per non essere fregati dalle pallottole, la sera poi fatto buio, e cessata la mitragliatrice, si siamo messi un po' a posto, ognuno al suo reparto, e si formo una linea, ognuno facendosi un riparo; quella notte nessuno dormì.

Commenti

Post popolari in questo blog

Quota 126 del Vippacco

Perchè c'erano tanti falli nella Roma antica?

Scoperto in Germania il “filo spinato” usato da Cesare contro i Galli.