Generazioni in trincea

Francesco De Peppo
 racconta vita in trincea, sete, amicizia, famiglia, gas a Monte Coni Zugna il 13 giugno 1918
De Peppo è un ragazzo del '99, mandato a combattere la Prima guerra mondiale a partire dal 1918.
Si lavora per finire le piazzole per i pezzi, e per formarci dei fifaus. Cominciamo ad usare la gelatina per far saltare in aria i pezzi di granito scavati, faccio conoscenza con un soldato d'artiglieria da montagna del 1876, che mi regala tutta la porzione delle sue sigarette promettendomi di regalarmene sempre ad un patto: che io lo chiami "papà". Credo che scherzi, ed invece mi racconta una commovente storia della vita di suo figlio morto per la Patria, che, a sentir lui, mi rassomigliava.
Si soffre molto per la mancanza d'acqua.
E così ho passato tutto il mese di maggio, lavorando, andando delle volte al Gruppo, girando diverse Batterie, scavando caverne, andando sul Cono a prendere legno e putrelle, senza però sperdermi.
In compagnia con i ratti, topi enormi che ve ne sono un'infinità. Che cosa è l'abitudine: la prima volta che li ho visti mi hanno fatto impressione, e poi abbiamo cominciato a prenderli a fucilate. Ora non mi fanno più specie, e quasi sempre dormo con tre o quattro di queste bestie sul mio corpo.
Che dire poi dell'acqua? Vi sono dei giorni (quando non vado a fare rifornimento sul Cono) che soffro la sete nel vero termine della parola, avendo come razione un quarto di bonaccia al giorno, ossia una tazza di latta a persona, dovendoci servire per bere, lavarci, e... ancora per la biancheria. E' inutile dire che per lavare non l'uso, né per la biancheria, né per la persona, ma per bere non ne posso fare a meno e non mi basta, come si capirà benissimo.
Fuoco intermittente, dei giorni di grande attività, degli altri giorni di calma completa.
Comincio a diventare ubriacone, dissetandomi col vino, trovandosi questo e non l'altra.
Spesso sono andato a passare delle orette simpatiche a fianco del mio nuovo papà, che mi colma di cortesie e di cerimonie.
Sono andato un altro paio di volte al Comando di Gruppo, comando che ora si é trasferito, essendo il primo posto troppo pericoloso e vicino al nemico.
L'ultimo viaggio fatto all'antica dimora di questo lo ricorderò sempre...
Sentendo un odore acre di fumo, e non sapendomi spiegare il perché, quando incontro un soldato di fanteria che mi avvisa di applicarmi la maschera per i gas asfissianti essendovene in poca quantità, è vero, ma sempre nell'aria... Ed io ero sfornito di tale maschera! Non ho mai corso tanto in vita mia, credo di aver raggiunto il record di velocità, giungendo in batteria completamente sfinito, tanto da dover stare una buona oretta sdraiato a terra per ritornare in forza.

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