Natale in Trincea

Emilio Cioli racconta cibo
, vita in trincea, Natale a Bonetti (GO) il 25 dicembre 1916.
Il caporal maggior Emilio Cioli è in trincea vicino al lago di Doberdò, sul Carso
Il mattino del 24, ricevuto incarico dal Sig. Capitano, feci la nota di quello che ai militari occorreva per la festa del giorno seguente. Ritirai i danari approssimativamente corrispondenti all'importo dei generi ordinati, presentai la nota al Capitano il quale mi rilasciò un biglietto di lasciapassare, e in compagnia dei soldati Passarelli e Vinaccesi scendemmo a Boneti. Dietro consiglio del soldato Passarelli, scelsi la strada di Opacchiaselle anziché attraversare il monte. Piovigginava leggermente;la strada fu lunghissima, forse perché era la prima volta che la facevo; rimproverai più volte il consiglio. Finalmente si giunse a Doberdò. La strada ancora un po' fangosa, il disagio dell'arma e delle giberne stringenti sopra il cappotto ci avevano assai stancati. Alle cucine di Vernegliano si giunse verso le ore 15; cercai subito di fare la spesa, ma nulla più oramai si trovava. Avevo anche appetito, ma niente pause: mi decisi di andare fino a Ronchi, ma anche le rivendite erano invase ed a stento potei avere soltanto un po' di biscotti. Tornato a Vermegliano, il Cap. di cucina mi offrì un po' di pane e formaggio; bevvi pure un mezzo litro di vino e potei ristorarmi un po', lì vicino al fuoco. Molto mi preoccupava il dormire, ma, dimandato il permesso, ci potemmo ricoverare sotto a una tettoia di ferro e tra le numerose presse potemmo scavarci un piccolo buco e così la notte del S. Natale si passò assai meglio che sotto ai ricoveri della trincea. Al mattino di alzammo di buon'ora e bevemmo in cucina il caffè (ci sarebbe stato pure lo spezzatino da poter mangiare, ma non c'era neanche un po' di pane). Fatta la spesa di circa L. 130, nella maggior parte consistente in vino, si caricò su di una carretta e verso le ore 8,30 si partì per Bonetti. Prima del mezzogiorno si era già in trincea con tutta la roba. In poco tempo i fiaschi furono sgocciolati e qualche sbornietta non mancò. Già il fante si era rallegrato e in qualche ricovero si cominciò anche a canterellare. La giornata fu calmissima, come lo era stata anche la vigilia. Dopo il mezzogiorno furono sospesi si lavori e si fece festa; venne a portarci gli auguri il generale comandante la divisione e dimandarci se avevamo ricevuto i doni di Natale. I doni consistevano in pochissimo panettone, un po' di cioccolata e un dito di vino bianco, più le sigarette americane Tiger.

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