Venezia FC: Notizie del 26 luglio2022


VENEZIA, ORA SERVONO DUE PUNTE
Il Venezia ha iniziato a ricostruire il reparto aggiungendo all'unico superstite, il norvegese Johnsen, tre elementi duttili quali Pierini (dal Cesena di C), l'irlandese Connolly (in prestito dal Brighton) e l'americano Novakovich.
Una rivoluzione non ancora terminata con l'ex Frosinone, soprattutto perché Ivan Javorcic ha in mente un Venezia col tridente e quindi almeno altri due elementi servono assolutamente, non sapendo del resto quale e quanto affidamento fare sui primavera come il 21enne bosniaco-svedese Hasanbegovic (22 presenze e 2 reti nella scorsa annata, a metà tra gli sloveni del Gorica e i greci del Kallithea).
Concentrandosi sulle punte il sogno di tutti lo ha realizzato solo il Genoa, assicurandosi quel Coda che ha appena spinto in A il Lecce ed ora avrà accanto il tedesco Yalcin, tornato in Italia dal Besiktas. In avanti molto bene si è mossa la Spal di Tacopina-Lupo, soffiando ad una folta concorrenza La Mantia (Empoli) e riprendendosi Moncini da un Benevento che, ceduto Lapadula al Cagliari (triennale, ottimo tandem con Pavoletti), punta tutto sull'ex lagunare Forte.
Francesco Di Mariano resta in cima alla lista dei desideri del Venezia per rinforzare il reparto offensivo. Il Lecce ha deciso di metterlo in lista d’uscita e lo ha comunicato al giocatore, il quale tuttavia continua ad allenarsi a pieno regime. Non ci sono, però, al momento, offerte ufficiali da parte del club lagunare, che sta aspettando di definire alcune uscite per provare a tentare l’affondo. Fra le squadre interessate a Di Mariano, ci sono la Spal e la Ternana, ma in B c’è la fila nel caso in cui il diretto interessato decidesse di andarsene dopo l’ottimo campionato disputato lo scorso anno. Resta anche da capire se Di Mariano accetti di tornare in un club con cui aveva tentato a lungo di ottenere il rinnovo, salvo poi cambiare maglia nella parte finale del mercato 2021.
Un suo grande estimatore è Alex Menta, l’uomo mercato del Venezia che vorrebbe tentare il tutto per tutto per riportarlo in laguna.
SUBITO IN A? SERVIRA' UN'IMPRESA
Tornare il più velocemente possibile in Serie A. La mission del Venezia, indicata con chiarezza dal presidente Niederauer e fatta propria dal tecnico Javorcic, incaricato di portarla a termine, è esattamente questa. Facile a dirsi, molto più difficile a farsi. Per mille motivi, a cominciare dalla statistica. A parlare con altrettanta chiarezza sono i numeri, i quali indicano impietosamente come una volta ridiscesa la ripidissima collina dalla massima serie, risalirla nel giro di una sola stagione assomiglia molto ad un'impresa.
STORIA RECENTE
Certamente possibile, ma non così ricorrente nella storia recente della Serie B: basti pensare che da quando la A è tornata a 20 squadre (2004-05) solamente 14 squadre (in realtà 12, considerando che Atalanta e Verona hanno fatto il bis) delle 51 retrocesse hanno ottenuto la promozione nella stagione successiva. Tradotto in termini percentuali: l'operazione risalita immediata riesce nel 24,7% dei casi. Meno dunque di quanto sarebbe lecito attendersi, visto oltretutto che dal punto di vista finanziario il paracadute economico garantito dai meccanismi di mutualità per le retrocesse introdotto dalla Lega (al Venezia, tanto per dire, quest'anno sono garantiti 9 milioni di euro di contributo) attenuta di molto, se non proprio azzera, i salassi nei conti delle società. Società che comunque si trovano a che fare con una realtà tecnica e agonistica molto diversa (da questo punto di vista il divario tra A e B è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni), in cui è decisivo l'aspetto della gestione della rosa, specie dal punto di vista motivazionale: una volta conosciute le mille luci della premier italiana, i giocatori fanno molta fatica ad accettare di tornare dietro le quinte e riadattarsi ad un campionato a tutti gli effetti minore. Anche dal punto di vista retributivo, non solo della vetrina.
Comunque sia, dando un'occhiata a quanto accaduto nelle ultime 17 stagioni, non è mai successo che tutte e tre le retrocesse abbiano fatto immediato ritorno nella massima serie. E in due sole occasioni è successo che due squadre su tre ce l'abbiano fatta, non a caso quando non erano ancor stati introdotti i playoff in B, che prevedono due sole promozioni dirette e per la terza riservano ogni anno risultati a sorpresa: nel 2008-09 vi riuscirono Parma e Livorno, unico anno in cui si sfiorò il triplete, mancato dall'Empoli giunto quarto, e nel 2010-11 Atalanta e Siena.
SECONDO TENTATIVO
Altre dieci volte è invece accaduto che solamente una delle tre cadute sia risalita nel campionato successivo. Ad avercela fatta sono state Atalanta (2005-06), Juventus (2006-07), Chievo (2007-08), Sampdoria (2011-12), Palermo (2013-14), Bologna (2014-15), Cagliari (2015-16), Verona per due volte consecutive (2016-17 e 2018-19) ed Empoli (2019-20). E nelle restanti cinque occasioni nessuna delle tre cadute ha invece saputo riprendersi la serie A l'anno successivo: Torino, Reggina e Lecce nel 2009-10, Lecce, Novara e Cesena nel 2012-13, Empoli, Palermo e Pescara nel 2017-18, Lecce, Brescia e Spal nel 2020-21 e infine Benevento, Crotone e Parma nel campionato appena andato in archivio. Questo per certificare che l'obiettivo che ha messo nel mirino il Venezia è tutt'altro che semplice da centrare.
DOPPIA CADUTA
Tra l'altro non mancano i casi di doppia caduta (il Venezia ci è passato a fine anni Sessanta), con club precipitati direttamente all'inferno della C in due sole stagioni. È accaduto giusto quest'anno al Crotone, ma nel recente passato è toccato ad altre squadre. Il Lecce, ad esempio, retrocesso nel 2011-12, l'anno dopo venne escluso dalla B per una vicenda di calcioscommesse, stesso destino toccato al Catania nel 2013-14, retrocesso all'ultimo posto della B per illecito sportivo e dunque finito in C. E c'è anche chi, dopo aver abbandonato la Serie A, è sparito causa fallimento: è successo al Parma, che nel 2014-15 si è ritrovato a dover ricominciare dai Dilettanti. Considerata oltretutto la straordinaria competitività della Serie B al via tra ventuno giorni, al Venezia non servirà dunque una semplice impresa (tipo quella con Prandelli alla guida nel 2000-01) per centrare subito la promozione. Servirà molto di più.
Stemma e maglie new look
C'è anche un marcato new look tra gli effetti della retrocessione in Serie B. Il Venezia, infatti, ha ritoccato la propria immagine rivoluzionando il logo societario all'insegna del minimalismo moderno, scegliendo invece un più prudente già visto per le divise da gara. Il tutto, pare, con una buona accoglienza da parte della tifoseria, soprattutto se paragonata a quella di un anno fa quando le frange più rumorose avevano attaccato a muso duro la società per aver quasi cancellato l'arancio-verde. I due colori certamente più sentiti dagli appassionati sono ora senz'altro un po' più in evidenza, sebbene a dominare ovunque sia la tinta oro, a partire dalla V del nuovo logo collocato in questa versione sia sulla prima maglia (total black con dettagli arancio-verdi, come nei primi anni 2000) sia sulla seconda: la casacca da trasferta in bianco crema chiaro ripropone più larghe le strisce orizzontali viste tre stagioni fa, quando lo sponsor era Nike e non Kappa. Ma interamente dorata con colletto, logo, bordi e polsini essendo state rispolverate le maniche lunghe (in vendita a 110 euro, rispetto ai 90 della versione a maniche corte) tutti neri, è la terza maglia che come le altre due presenta, più piccola rispetto al recente passato, la scritta Città di Venezia sul petto.
Stemma e maglie sono state realizzate in collaborazione con Bureau Borsche, studio di design di Monaco di Baviera.
POCHI GLI ABBONAMENTI TIFO DA RICONQUISTARE
In un'estate torrida, a raggelare il Venezia ci pensa l'andamento finora sconfortante della non-corsa agli abbonamenti. Ieri il contatore in viale Ancona ha raggiunto 294 sottoscrizioni dall'apertura (pomeriggio del 14 luglio) di una campagna che unico barlume per sperare in un risultato dignitoso rimarrà aperta fino all'esordio in campionato di domenica 14 agosto al Penzo nel big match col Genoa (ore 20.45). Nessuna scusa di facciata, non le ferie né il caldo che scoraggia ad avventurarsi fuori di casa, nemmeno la debacle della retrocessione dalla Serie A dopo una stagione spiegano il sentimento attuale della piazza arancioneroverde. Ingannevole anche appellarsi alla campagna acquisti, certo non faraonica o stellare ma comunque promettente, oltre che aperta fino al 1. settembre.
IDENTITÀ
Ancora riecheggiano i cori della Curva Sud al Penzo a Serie B alle porte. Gli ultras e non solo amavano Mattia Collauto, Paolo Poggi e Paolo Zanetti, tutti cacciati a favore di altri dirigenti (Alex Menta in testa) che, al netto di un sincero augurio di buon lavoro, sono ancora troppo lontani dall'instaurare un rapporto emotivo e non solo di business con i potenziali frequentatori del Penzo. Per tutte queste considerazioni ci sarà tempo, ma certo al presidente Duncan Niederauer mentre non si spengono i rumors sulla possibile uscita del vicepresidente esecutivo Andrea Cardinaletti (pur concentrato sul progetto-Taliercio) non può far piacere il distacco e la frattura ben testimoniati da una campagna abbonamenti ad alto rischio-flop. Ciò nonostante i prezzi popolari in primis nelle curve (159 euro per 19 gare, 8.30 euro di media), ma l'aver escluso la Sud da riduzione praticamente un unicum nel panorama e Pacchetto Family si sta già rivelando un boomerang, visto che tanti ultrà non si abboneranno. In cadetteria molte curve costano un po' meno, partendo da Benevento e Frosinone (80 euro), Ascoli (120), Cagliari (130), Cittadella (135), Parma (145), Genoa e Reggina (150), Como e Modena (155). Stessi 159 euro a Bari, più care invece Brescia, Perugia e Ternana (180), Palermo (190), Pisa e Sudtirol (195), mentre il prezzo più salato è della Spal di Joe Tacopina con 235 euro ma già 3.441 abbonati al Mazza. Per il Venezia improponibile il confronto numerico non solo con le altre retrocesse Genoa (14.000 sottoscritti, curva nord esaurita) e Cagliari (3.000), ma persino con piazze piccole come Cittadella (800 tessere, 280 nelle prime 48 ore di prelazione) e la matricola Sudtirol (500). Di seguito gli altri parziali ad oggi in Serie B: Benevento 5.800 abbonamenti, Palermo 5.700, Parma 4.500, Modena 4.003, Bari, Brescia e Ternana 2.000, Frosinone 1700, Reggina 1.300 e Ascoli 1.000.
ASPETTATIVE
A Venezia, più che altrove, affinché le aspettative dentro e fuori la società siano semplicemente verosimili, non si può prescindere dal conoscere l'andamento storico delle presenze a Sant'Elena. Ad esempio, i non più ragazzini ricordano con trasporto la Serie B 97/98 con Walter Novellino al timone e i gol di Schwoch: in quel campionato trionfale concluso con il ritorno in A dopo tre decenni, gli abbonati erano stati 2.558 in partenza. E nella Serie B 1991/92, la prima del post fusione e dopo ben 23 stagioni, soli 2.002 sottoscrissero la tessera annuale, comunque quasi 4 volte tanti rispetto alla precedente annata in C1 (551) chiusa vincendo lo spareggio di Cesena con 8.000 tifosi al seguito. Altro confronto interessante la risposta dopo una retrocessione dal massimo campionato: i 7.410 abbonati della Serie A 1999/2000 furono più che dimezzati nella B 2000/01 (3.538), per non parlare dell'estate 2002 quando complice il caos della fuga a Palermo del patron Zamparini crollarono dai 5.635 della A 2001/02 agli appena 820 del successivo torneo cadetto (dato comunque migliorato in entrambe le due successive stagioni della gestione-Dal Cin).
IN CADORE
Bandiere a scacchi arancioneroverdi sui terrazzini hanno accolto il Venezia ad Auronzo, dove ieri pomeriggio Javorcic ha ripreso il filo dopo i due giorni di pausa seguiti alla conclusione del ritiro sloveno di Rogla.
Dei 30 convocati l'unico a non esser salito sul pullman è il centrocampista francese Cuisance, in permesso familiare nonché al centro di una trattativa col Torino. Tra i difensori regolarmente al loro posto i capitani Modolo e Ceccaroni: per il primo (già bloccato dal dt lagunare Molinaro) pare essersi raffreddata la pista-Reggina, tanto che Inzaghi dopo l'arrivo dell'ex pordenonese Camporese ha dichiarato di attendere rinforzi in mediana e attacco.
Su Ceccaroni, invece, si sarebbero posati di nuovo gli sguardi del Lecce rimasto spiazzato dalla retromarcia del genoano Maksimovic. Solo ieri la finora deludente campagna abbonamenti ha raggiunto le 300 tessere, intanto la squadra lavorerà ad Auronzo sostenendo due amichevoli: venerdì 29 alle ore 18 con la LongaroneAlpina (squadra neo ripescata in Promozione) che si è appena ritrovata in vista del test di lusso con gli arancioneroverdi (anche se l'inizio della preparazione è fissato solo per lunedì 1. agosto); la seconda sabato 30 alle 16.30 con la più quotata Dolomiti Bellunesi di Serie D prima del ritorno a Mestre. Il prezzo d'accesso al Zandegiacomo sarà di 5 euro anziché 8 come comunicato in precedenza.


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