Venezia FC: La Nuova Venezia - Venezia, occasione il bond per il nuovo Taliercio "Occasione d'investimento aperta a tutti"

B come bond, il Venezia neoretrocesso volta pagina e punta sulla raccolta di capitali. «Un'occasione di investimento aperta a tutti: cittadini, simpatizzanti, imprenditori», annuncia il presidente Duncan Niederauer in conferenza stampa all'H-Farm di Roncade. «Vogliamo coinvolgere l'intera comunità per costruire il nuovo Taliercio. Il nostro asset più importante, con proiezione d'uso quarantennale: il fulcro del progetto di lungo periodo».
L'INIZIATIVA
È da mesi che il club arancioneroverde spinge sullo sviluppo del centro sportivo, «pronto entro fine 2022, inizio 2023 al massimo. Sarà la casa di tutti, dalle giovanili alla prima squadra fino al settore femminile. Incarnando alla perfezione la nostra visione: un business model sostenibile nel tempo, secondo una dimensione di crescita costante dentro e fuori dal campo». Perché la promozione in Serie A e l'immediato ritorno in B «sono tappe significative», dice Niederauer, «ma non intaccano i nostri piani a lungo termine. Finora abbiamo investito grosse somme di capitali interamente di tasca nostra, è il momento di aprirsi al mondo. Con benefici per l'intero bacino d'utenza veneziano». Dunque, attraverso la piattaforma di investimento britannica Tifosy Capital & Advisory, ecco il crowdfunding. Non si tratta di un unicum, all'interno del calcio italiano: nel 2017 anche il Frosinone si affidò a Tifosy per realizzare opere accessorie al nuovo stadio Stirpe; nel 2020, su altri canali, toccò al Pordenone e poche settimane fa un'analoga iniziativa è stata lanciata dalla neonata Clivense di Pellissier. Ma restano casi isolati. «Negli Stati Uniti invece questa è una forma di microfinanziamento molto comune», spiega Niederauer, da navigato uomo d'affari, «e ora siamo nella congiuntura giusta per partire anche a Venezia: i mercati finanziari globali stanno soffrendo, gli investitori cercano sbocchi sicuri per ottenere rendite. E questo bond lo è. Non solo garantisce alti tassi di rendimento, ma contribuisce ad allargare la base di stakeholder attorno al nostro club. E quindi alla nostra città».
Francesco Gottardi
PROVA TALIERCIO
La fiducia della società è da sottolineare, tanto quanto la sfida tempistica - a due giorni dalle proteste del Penzo: sicuri che gli appassionati locali faranno la coda per accaparrarsi i pacchetti obbligazionari, dalla versione base a quella deluxe? Diamo tempo al tempo. Certo è uno strumento sperimentale. Che non a caso il Venezia, finora, ha deciso di circoscrivere al solo centro sportivo: «Vedremo come reagirà la piazza», continua il presidente, «poi valuteremo. La nostra filosofia è incoraggiare la creatività, cercando l'innovazione in ogni contesto. E il crowdfunding ha lo scopo di rafforzare un pilastro come il nuovo Taliercio. Ma se non avrà successo, andremo avanti per la nostra strada senza far drammi». E se invece lo avrà? I tifosi-investitori potranno perfino partecipare attivamente alla campagna acquisti? «Chissà...». Anche Ivan Ramiro Cordoba, ex tripletista nell'Inter e oggi consigliere dell'area sportiva arancioneroverde, sottolinea che «il futuro del Venezia passa dalla cittadella dello sport». Senza bisogno di fare il passo più lungo della gamba. «Immaginate un luogo che possa tenere insieme bambini, ragazzi, professionisti e professioniste del pallone: per coltivare i calciatori di domani serve continuità sportiva. E la forza delle infrastrutture».
Il periodo d'offerta va dal 6 giugno al 7 luglio
Sarà un bond da cinque milioni 580.000 euro per finanziare la costruzione del nuovo centro sportivo Taliercio di Mestre. I lavori sono già iniziati e sinora la proprietà ha coperto gli investimenti fatti (attorno ai 2 milioni di euro) e ha voluto garantirli al 100 per cento, fino a quando non avesse ritenuto che la società fosse stabile da un punto di vista finanzario. Secondo il cronoprogramma, il cantiere dovrebbe terminare tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2023. La società vuole puntare ad avere un centro d'eccellenza, che diventi un punto di riferimento non solo per gli allenamenti delle squadre ma pure per i tifosi. Gli investitori possono già registrarsi sulla piattaforma www.tifosy.com/venezia e ci si può garantire l'accesso prioritario all'investimento. Il periodo d'offerta, invece, inizierà dal 6 giugno per concludersi il 7 luglio, a meno che non ci sia la chiusura anticipata della sottoscrizione prima del termine. Il prestito obbligazionario durerà 5 anni e garantirà un interesse annuo del 7,5%, oltre a un bonus una tantum del 15%, qualora la società torni in A entro la scadenza del prestito. L'investimento minimo è di mille euro poi, a salire, multipli di questa cifra. I sottoscrittori avranno diritto a una serie di vantaggi, che si potranno cumulare e variano a seconda della cifra impiegata. Questi comprendono una maglietta della prima squadra, passando per il messaggio video di un giocatore, il nome di una placca commemorativa posta all'interno del centro e l'invito alla cerimonia della sua apertura. Non solo, salendo con la somma investita, si potrà assistere a una sessione di allenamento più una partita in amichevole con il Team Leggende, una cena per due persone al centro sportivo con un giocatore. Alessandro Ragazzo
«Al Penzo fino al 2030 il progetto in terraferma è ancora in divenire»
Old but gold. Dal Penzo non ci si muove, almeno fino alla fine di questo decennio. Parola di Duncan Niederauer, a margine della conferenza di presentazione del Bond emesso dal Venezia: «Per ora ci focalizziamo sull'impianto di Sant'Elena», dichiara il presidente, «gli interventi di ristrutturazione compiuti la scorsa estate sono sotto gli occhi di tutti. E ci tengono al sicuro per almeno altri tre anni, sia in Serie B che in caso di risalita in Serie A. Più in generale, prima del 2030 è difficile credere che cambieremo stadio. Tutto il resto è speculazione».E il famoso Bosco dello sport, che grazie ai fondi del Pnrr prevede la realizzazione di un nuovo stadio e un nuovo palazzetto nei pressi di Tessera? «Siamo in continuo contatto con il sindaco Brugnaro», dice Niederauer, «ma il progetto in terraferma ha ancora tanto da definire», nonostante le regole del Recovery fund impongano il completamento dei lavori entro il 2026.«Ma secondo le previsioni, l'arena del basket verrebbe costruita comunque prima dello stadio».Intanto il Comune di Venezia, nell'aprile 2021, aveva rinnovato al club la concessione in gestione esclusiva del vecchio Pier Luigi Penzo per i successivi nove anni.«E infatti non c'è alcuna novità a riguardo. La cornice di pubblico di questa stagione ci ha confermato che certi numeri li possiamo fare. Non ci sono emergenze. Soltanto alla fine del decennio si discuterà del se, come e quando migreremo». Per il momento, godersi Sant'Elena. Tra magia e scomodità dell'impianto più scenografico del mondo. Anche se a molti tifosi della tifosi della terraferma non piace la scomodità.
Francesco Gottardi
Venezia, l’anno no dello sport: défaillance che fanno riflettere
A volte bisognerebbe prendere in seria considerazione le coincidenze, i segni che arrivano inattesi e che sembrano mandati apposta da qualcuno con la voglia di dirci qualcosa di indiscutibile, di inequivocabile.
C’è chi scaramanticamente fa finta di nulla, gira la testa dall’altra parte, volta le spalle. Ignora insomma. Forse non dovrebbe. Perché anche se possiamo prenderle come delle convergenze astrali del tutto improbabili e astratte, sì, a volte quei segnali sono pieni di significato, sono riposte a scelte discutibili, a decisioni azzardate o fuori luogo.
Prendete il crollo verticale della squadra del Venezia nella seconda parte del campionato di serie A, oppure l’eliminazione inattesa della Reyer nei quarti dei playoff. Due fallimenti che hanno tutta l’aria di portare con sé un sottotesto poi non così celato o invisibile. Ha davvero senso, oggi, quel progetto tanto agognato dall’attuale giunta veneziana di investire 250 milioni di euro per la cittadella dello sport?
Quando dico oggi, non intendo il giorno dopo le due défaillance nel calcio e nel basket. Intendo oggi come epoca, nel maggio del 2022, dopo due anni devastanti di pandemia e tre mesi di una guerra nel cuore dell’Europa di cui non si vede la fine (come la pandemia, del resto).
Vero, nel disastro del Venezia c’è la mano di una dirigenza americana che pare non avere capito molto del calcio italiano e per che riguarda la Reyer si tratta soltanto di qualche sconfitta in più, che è parte integrante di qualunque disciplina sportiva. Eppure, alla fine, i due fallimenti sportivi di Venezia e Reyer non fanno che dirci che lo sport è prima di tutto un’attività agonistica, fatta di alti e di bassi, e che sarebbe opportuno restasse il più possibile convogliata dentro a quei confini e meno, molto meno, dentro agli interessi di puro business. Da noi, quando qualcosa funziona, scatta subito la voglia di sfruttare quel qualcosa fino in fondo.
Con la consapevolezza, poi, che lo sport è sì una cosa meravigliosa, che tutti dovrebbero praticare e amare, ma che non è affatto sinonimo di cultura, come sostiene qualcuno dalle nostre parti. No, la cultura è altro, è conoscenza, è sapere, è crescita interiore dell’individuo e di una società intera.
Sarebbe molto più opportuno, come accade in molti altri Paesi, che si investisse più nella cultura, una cultura capace di stimolare e incuriosire, rivolta soprattutto ai giovani, e non ci si concentrasse solo ed esclusivamente sullo sport, come accade invece qua da noi. I segni che arrivano inattesi stanno lì a dircelo.
Meditate gente, intesa come chi di dovere.
Roberto Ferrucci

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