Venezia FC: La Nuova Venezia - Il Venezia è Dna non un brand. Pochi italiani -

Palla al Doge, gol, Serie A. Risuona ancora per tutta Venezia quel "din don, din don, ha segnato Bocalon". Sembra ieri, in effetti: era il 27 maggio di un anno fa. Eppure è passata una vita. Di sicuro una categoria, tra valzer degli addii e partite perse in volata. Sogni infranti e amaro in bocca. Ma se gli arancioneroverdi ancora piangono la retrocessione, Riccardo festeggia una salvezza. Lassù, a Trento, che l'ha accolto da re dopo che la squadra della sua città l'aveva congedato sul più bello. E Bocalon, anni 33, ha risposto alla grande: altro gol in finale, ai playout di Serie C. "Din don, din don", c'è chi canta ancora. «È stata una liberazione», sorride al cronista. «L'importante era tornare a giocare con continuità: i mesi fuori rosa sono stati davvero tosti, soprattutto dal punto di vista psicologico». Alla fine, riscossa servita: 7 reti in tre mesi. «Una ogni 180'. Dovevo rimettermi in discussione e staccare. A Trento ho trovato una realtà diversa, ma con voglia di crescere e darmi grande responsabilità: ho colto la palla al balzo per fare gol».
E adesso? «Con i gialloneri ho un altro anno di contratto. L'entusiasmo attorno a me è fantastico. E il Trento ha un progetto sportivo molto ambizioso nel lungo periodo, però bisogna capire se le loro tempistiche possono coincidere con le mie. Quindi parleremo e vedremo. Io sogno ancora da calciatore: la rimonta della Salernitana insegna che nulla è impossibile». La sua grande ex che ce l'ha fatta, a differenza del Venezia. «La società arancioneroverde con me non si è comportata benissimo. Ma io non mi sono mai esposto in maniera negativa, né voglio iniziare a farlo ora. Di sicuro la Serie A è una categoria durissima. Dispiace perché i ragazzi avevano tutte le carte in regola dopo il girone d'andata. Poi si dev'essere rotto qualcosa». Qualche idea sulla crisi? «Fino a un certo punto. Allo stadio non sono più tornato. E ho cercato di evitare le partite anche in tv: mi faceva troppo male guardarle. Quindi posso solo immaginare che le difficoltà abbiano schiacciato le motivazioni. E che nel gruppo non si sia ripetuta l'alchimia del biennio precedente: c'era competizione sana, uno spogliatoio vissuto in maniera viscerale, propensione al sacrificio. E anche chi giocava meno come me, dava sempre tanto dal punto di vista umano. Dettagli che alla lunga fanno la differenza» .Insieme a lei sono partiti Forte, Mazzocchi. Poi l'addio a Zanetti, Poggi e Collauto. «Il Venezia ha perso una componente italiana e locale molto importante. Si sa che Paolo e Mattia vivono le dinamiche arancioneroverdi in maniera diversa. E che Zanetti è tra i migliori allenatori emergenti del nostro calcio: paga colpe non sue. Tutto questo sarà un vuoto da colmare. Partendo da un presupposto: Venezia non è un brand, è Dna». A sentir le proteste dei tifosi, la proprietà se ne sta dimenticando...«Tanti club sono riusciti a creare un marchio vendibile senza incrinare i rapporti con la piazza. Però il rischio è alto. E i tifosi vanno capiti: dopo tanti fallimenti, oggi la curva è tornata incredibile. Avrei pagato oro per giocare in uno stadio così». Quale futuro per questo Venezia? «Niederauer è un presidente che va dritto per la sua strada. Sta facendo degli investimenti strutturali importanti, a partire dal nuovo Taliercio. Sul progetto tecnico non mi esprimo». Un tuffo nel passato, allora. Primo ricordo di quel 27 maggio? «Tutto! Mille emozioni. Da quando chiesi a Zanetti di giocare, alla vigilia, e lui in vicentino mi rispose "basta che mi fai gol". Fino al sogno di tutti i veneziani: non erano allo stadio ma ricordo un'onda straordinaria dietro di noi. Per caricarmi nel prepartita guardavo i loro video. E prima di scendere in campo, ho sbirciato varie volte verso il Rio di Sant'Elena». Brividi. E oggi? «L'affetto della mia gente c'è sempre. È la cosa che mi inorgoglisce di più. Soprattutto ora, che sono rientrato qui e aspetto la nascita del mio primo figlio». Il Doge tornerà anche da attaccante? «Utopia, ma mai dire mai: se mi dovessero richiamare tornerei di corsa. Magari mettendo dei paletti, per non ripetere certe situazioni. Ma le porte, per il mio Venezia, sono sempre aperte».
Francesco Gottardi
Mercato nel limbo in attesa di Sogliano e Javorcic
Settimana decisiva per il Venezia per definire l'organigramma della prossima stagione, dall'allenatore al direttore sportivo, con Ivan Javorcic e Sean Sogliano in pole position. Il primo reduce dalla sfavillante stagione alla guida del Sudtirol, a cui è legato per un'altra stagione e al quale il Venezia dovrà eventualmente pagare una "buona uscita" per liberare il tecnico di Spalato, il secondo reduce dall'esonero a Padova il 22 gennaio scorso, piazza dove era arrivato nel giugno di tre anni fa. Sarebbe un Sogliano-bis al Venezia, dopo l'esperienza del padre Riccardo in arancioneroverde a metà degli anni Novanta, Sogliano junior ha lavorato anche al Palermo con Zamparini. Se il nuovo allenatore sarà il croato Ivan Javorcic, il Venezia potrebbe passare al 4-3-2-1 come modulo base, schema privilegiato al Sudtirol. Solo quando si saranno insediati direttore sportivo e allenatore si potrà iniziare a lavorare sulla rosa, che in settimana è già stata rimpolpata dagli innesti del danese Andersen e del polacco Wisniewski, entrambi in scadenza di contratto. Il Venezia è al lavoro per riscattare dal Philadelphia Union il centrocampista offensivo Jack De Vries, perno della Primavera (22 presenze e 14 reti) e impiegato da Zanetti in Coppa Italia contro la Ternana. Sul fronte statunitense, Tessmann dovrebbe rimanere (contratto fino al 2025), Busio può andare in prestito in Europa dopo la retrocessione. Mattia Aramu piace al Verona, gialloblù in stand-by dopo la separazione da Igor Tudor e il probabile arrivo dall'Udinese di Gabriele Cioffi. Giuseppe Accardi, procuratore di Luca Fiordilino, è in attesa di parlare con i dirigenti arancioneroverdi per capire i progetti per la prossima stagione, il centrocampista siciliano ha prolungato la scorsa estate il contratto fino al 2025.Sembrava dovesse partire il giorno dopo la fine del campionato, tanto la società aveva impedito a Soncin di convocarlo con il Cagliari, invece poche news su Thomas Henry, pagato 5 milioni la scorsa estate al Leuven, che è comunque finito nel mirino di 3-4 club inglesi, a cominciare dal Wolverhampton. Dopo le 5 partite in Serie A, Andrea Soncin potrebbe lasciare il Venezia: il tecnico che ha iniziato la stagione alla guida della Primavera è uno dei candidati alla panchina dell'Ascoli (di cui è stato a lungo il centravanti) con Sottil proiettato verso l'Udinese, in quel caso Paolo Zanetti, seguito dalla famiglia Pozzo, potrebbe accasarsi all'Empoli, dove Andreazzoli incontrerà in settimana i dirigenti toscani. Da capire quale sarà il futuro dell'eclettico Cristian Molinaro, che la scorsa estate ha rinnovato per tre anni con la possibilità di smettere al termine di questa stagione e di entrare nei quadri tecnico-dirigenziali del club arancioneroverde.
Michele Contessa
«Dobbiamo ripartire come tre anni fa per programmare la risalita in Serie A»
IL CAPITANO "Dobbiamo ripartire con la stessa determinazione di tre anni fa, dopo la retrocessione sul campo in Serie C e la successiva riammissione". Marco Modolo indica il percorso che il Venezia dovrà imboccare per scrollarsi di dosso l'amarezza di un ritorno in Serie B che avrebbe potuto essere evitato con maggior attenzione. Modolo ha chiuso la stagione prima dei compagni, messo fuori gioco da un fastidio al ginocchio destro che ha reso necessario un 'intervento in artroscopia il 28 aprile, l'ultima presenza in campo da titolare contro l'Udinese il 10 aprile, poi la panchina a Firenze la settimana successiva. «Adesso sto bene, non avverto più alcun fastidio, continuo ad allenarmi, voglio essere pronto quando a inizio luglio partiremo per il ritiro». Modolo si prepara all'ottava stagione consecutiva in arancioneroverde, l'ultimo dei "mohicani" di quella squadra costruita in Serie D da Giorgio Perinetti. «Quando retrocedi, il bilancio non può mai essere positivo, anche perché nel girone d'andata il Venezia aveva dimostrato di poter giocarsi fino alla fine la permanenza in Serie A, un campionato complicato e spietato. Dopo un girone d'andata più che dignitoso, tutti ci aspettavamo qualcosa in più, pur sapendo che il girone di ritorno è un altro campionato. In alcune partite avremmo potuto accontentarci anche del pareggio, invece di perdere magari nei minuti di recupero. Quei 3-4 punti in più ci avrebbero consentito di arrivare allo scontro diretto con il Cagliari ancora in corsa, mai come quest'anno la quart'ultima si è salvata con così pochi punti. Aggiungo i gol incassati nei primi minuti e quelli negli ultimi 5' o nel recupero, credo che senza quei gol il Venezia si sarebbe salvato. Facile commentare a posteriori, il Venezia è stato sul "pezzo" fino alla gara casalinga contro il Genoa, affrontata con il piglio giusto, che avremmo potuto vincere con un pizzico di attenzione in più, poi a partire dal derby di Verona, squadra che ha segnato in negativo la nostra stagione, siamo entrati in un tunnel dal quale non siamo praticamente mai usciti».Sul piano personale sarà una stagione indimenticabile per Marco Modolo. «Ho coronato il sogno della carriera, tutti da piccoli vorrebbero giocare in A, non tutti ci riescono. Ho avuto l'opportunità di giocare da protagonista contro grandi squadre, titolare contro la Juventus e l'Inter, affrontando campioni che avevo visto in televisione, giocando in stadi storici del calcio italiano». Adesso il Venezia deve ripartire senza il trio della promozione (Collauto, Poggi, Zanetti), in una Serie B "mostruosa" con almeno 10-12 squadre che punteranno alla Serie A. «Dobbiamo ripartire come abbiamo fatto tre anni fa con Dionisi, gettando le fondamenta per una risalita». --
Michele Contessa
Rientrano Galazzi, St Clair, Ala-Myllymaki e Serena
A fine mese, saranno tanti i giocatori che faranno rientro dai prestiti al Venezia. In particolare dalla Triestina, dove a fine agosto è andato Nicolas Galazzi, centrocampista offensivo, raggiunto a gennaio dal finlandese Lauri Ala-Myllymaki, ritornato in campo dopo aver perso praticamente un anno, e dallo scozzese Hervey St Clair che aveva giocato metà stagione a Seregno. In estate il Venezia aveva ceduto in prestito Filippo Serena al Grosseto, ritornato poi nel mercato invernale al Pontedera, metà stagione al Seregno e metà al Trento per il portiere Riccardo Pigozzo, senza essere mai utilizzato, come Hasenbegovic, fino a gennaio al Gorica e poi in Grecia al Kallithea, mentre De Marino era andato alla Fidelis Andria e Rossi alla Vis Pesaro. L'islandese Bjarki Bjarkason, contratto triennale sottoscritto dodici mesi fa, ma poi prolungato fino al 2024 a fine ottobre, è approdato ai playoff di Serie C passando in prestito a gennaio al Catanzaro, mentre non è riuscito a centrare la salvezza in Serie B il difensore austriaco David Schnegg, che ha ancora due anni di contratto con il Venezia. Non dovrebbero invece rientrare né il belga Daan Heymans, ceduto a gennaio allo Charleroi con un prestito di 18 mesi.Prestito fino al 31 dicembre per l'attaccante islandese Ottar Magnus Karlsson, volato negli Stati Uniti per indossare la casacca degli Oakland Roots, stessa squadra dove è andato il fratello di Dennis Johnsen, Mikael Torset, acquistato a fine febbraio e ceduto agli americani fino a fine anno. Saranno tanti anche i prestiti che lasceranno il Venezia: la partenza più "dolorosa" sarà quella di Ethan Ampadu, il jolly gallese che rientrerà al Chelsea, cercando di strappare la conferma del club inglese. Verso il Portogallo, con destinazione Benfica sarà il viaggio di Tyronne Ebuehi, il difensore nigeriano che stava crescendo come rendimento, prima di venir condizionato da problemi muscolari. La retrocessione in Serie B farà saltare la clausola di un possibile riscatto di Mattia Caldara dal Milan, mentre la "meteora" islandese Sigurdsson rientrerà al Cska Mosca, al termine di una stagione anonima.Chiusa anche l'esperienza italiana per l'attaccante Jean Pierre Nsame, che ha terminato dopo la gara dell'Olimpico la sua presenza al Venezia e rientrerà allo Young Boys. Destinazione Belgio per David Okekere, che il Venezia aveva preso in prestito dal Bruges, Lazio invece per Sofian Kiyine.
Michele Contessa

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