Venezia FC: La Nuova Venezia - I tifosi sono arrabbiati e increduli "Così ci togliete anche la passione

Tanti anni fa, i più vecchi se lo ricorderanno, c'era una battuta che circolava del compianto Gigi Sabani quando imitava Pippo Baudo alla televisione. Faceva così: «Questa non me la dovevi fare».
Lo storico presentatore usava spesso questa frase durante i suoi programmi, solo che poi Sabani la buttava in ridere. E che c'entra con l'esonero di Paolo Zanetti? «Questa non me la dovevi fare» sembra il ritornello dei tifosi del Venezia verso la società dopo la notizia dell'addio allenatore della promozione in Serie A. Solo che stavolta non c'è molto da ridere. Se il morale era sotto i tacchi dopo le otto sconfitte consecutive con la Serie B a bussare alla porta e la prospettiva domenica di andare a far visita alla Juve in situazione di difficoltà, ora è sprofondato, in una scelta non capita dal pubblico e letta come insensata. Parlando con la gente, sbirciando tra i social, ne escono sconforto, rassegnazione, rabbia per una decisione che, i più, faticano a sorprendere.
«Parlo a titolo personale» sostiene la vice presidente di Alta Marea Cecilia Tonon «ma sono a pezzi. Ci hanno tolto la passione, come se fosse stata presa e gettata via. Volevo andare a Torino contro la Juve ma non ci andrò. Contro il Bologna, per la gara successiva, non so ancora cosa farò». Tonon è una di quelle tifose che può dire di essere stata ovunque a seguire gli arancioneroverdi e difende Zanetti. «Che colpe» interroga «gli dobbiamo dare? Gli hanno smantellato la squadra. Non ci si potevano aspettare cose diverse. Il mercato è stato sbagliato e si è trovato dentro a questa situazione. Inoltre la società, e lo ripeto, si sta allontanando dai tifosi: contro il Bologna, mettano i biglietti a un euro e rimborsino gli abbonati. È la mia proposta».
Chi invece andrà a Torino è il presidente del Basso Piave, Lodovico Segato. «Domenica sarò allo stadio» fa sapere «con la mia bella bandiera del Venezia e tiferò sino all'ultimo secondo. La squadra va seguita e sostenuta sempre. Da parte mia, non si mollerà di un centimetro». Sull'esonero di Zanetti, invece, Segato è contrario. «Non capisco il motivo di questa scelta. Non ha senso farla in questo momento della stagione, forse si poteva farla prima. Per è una bella botta, significa alzare bandiera bianca. C'è il rischio di sprofondare ancora di più. Purtroppo questa società continua negli errori; tutti hanno delle colpe, pure Zanetti ma era al suo primo anno di Serie A e non lo hanno accontentato su quanto chiedeva».
Pure il presidente del Club Pattuglia, Angelo Torresin, scuote la testa. «Si aspettano» chiede «il miracolo da Soncin? A un mese dalla fine e ultimi in classifica non serve cambiare allenatore. Allora avrebbero dovuto farlo prima come la Salernitana, non a cinque partite dalla fine del campionato. A me spiace per Zanetti, lo esento da colpe, perché si è trovato con una squadra piena di stranieri e altri giocatori non all'altezza. Inoltre per il prossimo anno c'è il rischio di dover ricominciare tutto daccapo e in tanti andranno via». Lo stesso Torresin si fa portavoce del suo gruppo e confida come i tifosi non credano più alla salvezza. «L'allontanamento di Zanetti è inaspettato» aggiunge «ma ci eravamo messi il cuore in pace, sapendo di dover ricominciare dalla Serie B». La piazza non ha preso bene il cambio; sul sito della società c'è chi scrive «Vergogna», chi parla di «controsenso» chi di «troppo tardi ma potrebbe essere da stimolo per onorare la maglia». E ancora: «L'unico che ci teneva a questa maglia. Paolo Zanetti uno di noi», «Ci avete tolto l'ultimo motivo per esser fieri di questa squadra» e «Ma perché? Che assurdità. Perdiamo il miglior allenatore degli ultimi anni che in Serie B sarebbe stato un lusso» oppure «O si scendeva con lui o si esonerava qualche mese fa». Insomma, stavolta la tifoseria si è compattata sotto un unico nome: quello di Paolo Zanetti.
Alessandro Ragazzo
Domenica la Juventus al via la prevendita. Settori ospiti a 20 euro
Terz'ultima trasferta in arrivo per il Venezia, domenica viaggio all'Allianz Stadium per affrontare la Juventus. Da martedì è attiva la prevendita, questi i prezzi previsti dal club bianconero: settore ospiti 110, intero 23 euro, ridotto under 6 5 euro, settore 207, intero 20 euro, ridotto under 6 5 euro, settore 210 intero 20 euro, ridotto under 6 5 euro. Da oggi, a partire dalle ore 15, sarà attiva anche la prevendita per Venezia-Bologna, che si disputerà domenica 8 Maggio (inizio ore 15) allo stadio Pier Luigi Penzo. La prevendita prevede 2 fasi: dalle 15 di oggi fino alle 14 di domani sarà attiva la vendita riservata agli ex-abbonati della stagione 2019-2020, mentre dalle 15 di domani sarà attiva la vendita libera. Questi i prezzi: Pitch view 100 euro (con hospitality inclusa); tribuna coperta, intero 65 euro, ridotto over 65 e under 18 60 euro; Distinti "Valeria Solesin", intero 40 euro, ridotto 36 euro; curva Sud "Michael Groppello" e curva Nord Local, intero 20 euro, ridotto 18 euro; settore ospiti 25 euro il ticket comprende il servizio di trasporto acqueo dedicato da Pala Expo Mestre a Stadio Pier Luigi Penzo e viceversa, non consente l'accesso ad alcun altro servizio di trasporto pubblico). I biglietti possono essere acquistati online sul sito sport.ticketone.it con modalità print@home o nei punti vendita che si trovato sul sito del Venezia. --M.C.
Venezia, la grammatica dei sentimenti perduti
I sogni, a volte, si infrangono a primavera. Quando succede è sempre uno choc, una delusione. Soprattutto se a infrangerli è la volontà di qualcuno, che prende in mano il suo giocattolo e decide di farlo a pezzi. È ciò che è accaduto alla squadra del Venezia. Chi ne è al timone ha scelto di buttare a mare un anno e mezzo di risultati, di soddisfazioni, di vittorie insperate che hanno portato al sogno finale, la serie A. Perché potrà anche accadere che alla fine grazie a questa decisione il Venezia si salvi (ho seri, serissimi dubbi), ma la frattura fra la parte americana dei dirigenti e il resto della città intera, rappresentata in primo luogo dai tifosi, rischia di essere insanabile. Il sogno era ancora lì, a portata di mano, perché i tifosi del Venezia erano consapevoli fin da agosto di quanto duro sarebbe stato salvarsi e, nonostante qualche contestazione, l'attaccamento e l'affetto nei confronti di Zanetti, Poggi, Collauto e a giocatori, non è mai mancato. Sapevamo tutti di essere arrivati fin lassù un po' per caso e molto per merito proprio dell'allenatore, Paolo Zanetti. Esonerarlo dimostra la poca conoscenza non solo di certe dinamiche del calcio (se proprio lo si doveva fare, bisognava farlo prima), ma anche della scarsa consapevolezza del luogo in cui la proprietà opera: Venezia. Già, non basta ammantarsi dei colori e, soprattutto, di un nome che - quello sì - fa sognare chiunque a ogni angolo del pianeta. Non basta. Bisogna conoscerne tutti gli aspetti. Tipo che la tifoseria non è come tutte le altre, che la pazienza è nel dna dei veneziani, che sanno cosa significa spostarsi in una città d'acqua, e lo sa anche chi viene al Penzo dalla terraferma: ci si arma di pazienza e si va. E sono in tanti a farlo spostandosi a piedi, attraversando la città, che è sinonimo di bellezza. Una pazienza che non è soltanto logistica. Abbiamo atteso per decenni il ritorno ai piani alti del calcio, toccando prima (e più volte) le zone basse, i campionati minori. Chi ha voluto infrangere il sogno ne ha forse mai parlato con Marco Modolo, il capitano, arrivato a Venezia in serie D? E ammesso lo abbia fatto, ha capito che cosa significava? Era in possesso di quella impercettibile e ineffabile grammatica che è la grammatica dei sentimenti? Se oggi andate in giro a chiedere, ogni tifoso o anche non tifoso del Venezia vi dirà che avremmo tutti preferito retrocedere con Zanetti ancora sulla sua panchina, guadagnata di diritto per meriti straordinari. O, perché no, salvarci anche, ma sempre e solo con lui in panchina. Avere infranto il sogno (perché non più tardi di dieci mesi fa potevamo solo sognare di vedere Ibrahimovic fare gol al Penzo), avere rotto il giocattolo, mette a repentaglio tante cose. Un'armonia, intanto, che per quanto in tensione, era pur sempre evidente, perché questa squadra ha fatto un girone di andata sorprendente, era considerata da tutti la sorpresa del campionato. Avere infranto il sogno rischia poi di dare il via a un effetto domino. Accade spesso: retrocedi male, e poi non ti fermi più. Non solo. Ci sarà ancora quel senso di festa che c'è sempre quando la squadra gioca al Penzo, un Penzo rinnovato, accogliente, luminoso, considerato ormai una sorta di monumento della città? Anche questo rischia di essersi incrinato, per poca comprensione delle sfumature veneziane. Tempo fa, dopo l'ennesima sconfitta, i tifosi hanno contestato la dirigenza fuori dallo stadio, dall'altra parte del canale c'era il gruppo americano, parlavano fra di loro e ridevano. È stato in quel momento, in quella scena captata per caso, che ho capito che forse non c'era scampo. Sì, hanno infranto il sogno di una città, ieri, eppure ci sarebbe ancora il tempo per ravvedersi, ammetter di non avere ben capito e provare finalmente a entrare dentro al tessuto veneziano. Perché si può, sì, ritornare in serie B - capita, a volte - ma lo si dovrebbe fare con dignità, e non con i soliti sistemi fin troppo italiani. Perché non finiremo mai di ringraziare chi comunque ci ha regalato un anno di A.
Roberto Ferrucci

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