Venezia FC: Il Gazzettino - Servono fiducia e coraggio -

Assorbito il licenziamento choc di Paolo Zanetti, il Venezia prova a frenare l'inarrestabile caduta che l'ha trascinato sul fondo della classifica mettendosi nelle mani di Andrea Soncin, promosso in corsa dalla Primavera. Eredità pesante, pesantissima, per quanto Zanetti ha lasciato dietro di sé nel suo luminoso passaggio sulla panchina lagunare. Come riconosce Mattia Collauto, prima di introdurre il nuovo comandante in capo della sbandata truppa arancioneroverde.
Per parlare di Zanetti, dovrei comprare 5 pagine di giornale - dice il ds lagunare, manifestando gratitudine per quanto realizzato dal tecnico di Valdagno - : dico solo che ha fatto la storia del Venezia, non solo per i risultati, ma anche per quello che la lasciato come uomo. Ed il cui futuro sarà roseo, perchè è un tecnico di un livello superiore.
Adesso però si apre un altro capitolo, forse ancora più difficile rispetto a quello di far dimenticare Zanetti: raddrizzare in 5 partite una situazione che appare oggettivamente compromessa, anche se la matematica lascia ancora un barlume di speranza di evitare un mesto ritorno in Serie B. E nessuno si sogna di nascondere quando la strada sia in salita.
Soncin arriva in una situazione complicata - prosegue Collauto - lo sappiamo. Il club ha deciso di dargli un'opportunità importante. Il campionato non è chiuso, ci sono 5 partire da giocare in cui proveremo a ribaltare i pronostici che ci vedono sfavoriti. Dobbiamo cercare un episodio che possa cambiare la testa dei calciatori, che per la prima parte di stagione hanno dimostrato che questa serie A potevano farla. Soncin può darci una mano importante, quando è venuto da noi ha lavorato un anno gratuitamente, questo dimostra la sua voglia di imparare. Siamo qui a supportarlo per provare a fare qualcosa che agli occhi di molti sembra impossibile.
Dal canto suo, Soncin sa benissimo che gli si chiede nientemeno che un miracolo. Ma conosce il modo in cui ci si può attrezzare per almeno provare a realizzarlo.
Con il lavoro, l'entusiasmo che sicuramente è tanto - le sue prime parole da allenatore in pectore - , devo ringraziare il club per questa opportunità importante, seppure arrivata in un momento molto complicato. Se sono qui è in parte anche grazie a Zanetti: avevamo giocato assieme, ma in questi due anni mi ha dato tanto, come persona e come allenatore. Le cose nel calcio possono capitare finché c'è possibilità, e questa ce l'abbiamo ancora. In questi due giorni ha visto ragazzi molto determinati, consapevoli delle responsabilità che hanno, quindi sta a loro. Dobbiamo cercare la svolta con tutto l'impegno possibile. Il nostro obiettivo è solo uno: arrivare all'ultima giornata col Cagliari con una possibilità da giocarci.
POSSIBILITA'
Sul come il cantiere è aperto: detto che la squadra non può abbandonare di punto in bianco l'atteggiamento zanettiano assimilato in due stagioni, restano aperte varie possibilità di aggiustamento per provare a dare la sterzata: ad esempio la difesa a tre (nonostante il forfait di Modolo ed Ebuehi, quest'ultimo non ancora recuperato) adottata da Soncin anche nella Primavera.
Due giorni di lavoro sono pochissimi, stiamo cercando di valutare tutto, non escludo nessuna opzione. Ovviamente dipenderà dai feedback che arrivano dai ragazzi, perchè sono loro i protagonisti. L'obiettivo è costruire una struttura che consenta ai giocatori di sentirsi a proprio agio e conquistare fiducia e coraggio, quello che in queste 5 partite ci deve contraddistinguere: fiducia e coraggio sono le due parole su cui puntiamo.
E pazienza se il primo dei 5 ostacoli sembra già una montagna inavvicinabile, visto che domani c'è da far visita (ore 12.30) alla Juventus.
Senza fiducia e senza coraggio non dovremmo neppure entrare in campo- chiude Soncin -. Questa squadra ha nel dna diversi principi consolidati, bisogna lavorare sulla compattezza, perchè si esce dalle situazioni difficili vivendo da squadra. Da ex attaccante dico che serve più coraggio, per andare ad attaccare l'area avversaria con più giocatori. Con la Juve a livello qualitativo partiamo svantaggiati, ma arrivando in area con tanti giocatori si può far male. Arrivati a questo punto, perchè non provarci?
Marco Bampa
«Mi assumo la responsabilità di ogni singola azione quest'anno»
«Possiamo fare di meglio. Faremo meglio». Finito a dir poco sulla graticola per colpa della scarsa chiarezza attorno al suo ruolo insabbiato, ancor prima che per la responsabilità poi emersa in scelte di mercato rivelatisi fallimentari sul campo, Alex Menta si è sbilanciato in una promessa ai tifosi arancioneroverdi. Naturalmente solo sui social network come da prassi ormai collaudata, comunque poco dopo essersi ritrovato faccia a faccia con parte dei tifosi. «Nei miei due anni qui abbiamo avuto molti grandi momenti, seguiti anche da alcuni altri deludenti - il messaggio del director of analytics La stagione scorsa è stata qualcosa di speciale e il nostro gruppo di lavoro ha avuto molto successo insieme. Quest'anno è cambiato molto da molti punti di vista, come ha sottolineato il presidente nelle sue dichiarazioni. Sono orgoglioso di quanto lontano sia arrivato questo club dal gennaio 2020 ad oggi, abbiamo tanti motivi per esserlo». Dentro e fuori il rettangolo verde il Venezia sembra non aver retto l'impatto con la Serie A. «Come effetto della nostra stessa crescita, sono arrivate più pressioni e più responsabilità riguardo al mio lavoro. Mi assumo la responsabilità di ogni singola azione di quest'anno il mea culpa del 31enne di Filadelfia e le userò come un'opportunità per imparare e aiutare ancora di più questo club in futuro. Ai tifosi dico, vi rispetto tutti perché ero uno di voi, prima di lavorare qui venivo a Sant'Elena in Serie C per vedere le partite. Capisco molto bene la storia di questo club e mi assumo la grande responsabilità di onorare questi colori ogni giorno». Gli stessi tifosi hanno però puntato l'indice contro Menta (spesso in contatto diretto via social con i suoi detrattori) salvando invece Mattia Collauto, Paolo Poggi e l'esonerato Paolo Zanetti. «Capisco la frustrazione verso di me per questo brutto momento. Nelle ultime settimane mi ha fatto arrabbiare vedere alcune delle cose dette e fatte, ma mi sono subito reso conto che mi avrebbe ferito di più quella di non curarmi o di mancanza di passione. Non ho parlato molto perché non mi piace essere sotto gli occhi del pubblico, ma questa situazione richiede a tutti noi di uscire e assumerci le nostre responsabilità per il fallimento cumulativo di questa stagione. Non vogliamo altro che alzare il livello di passione per il nostro Venezia e che la prossima generazione di tifosi non indossi i colori del Milan ma quelli arancioneroverdi».
Marco De Lazzari

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