Venezia FC: Il Gazzettino - Venezia, una porta senza padrone - Corriere del Veneto - Meno paure e più entusiasmo - Zanetti-Henry? tutto chiarito -

Infortuni e papere tra i pali, la sterilità offensiva del Venezia spiega solo in parte il terzultimo posto con preoccupante vista sulla Serie B. Nonostante 29 gare giocate tra i nodi mai sciolti in seno al team arancioneroverde, infatti, c'è quello di una porta forzatamente girevole e che non ha mai avuto un vero padrone, in grado di meritarsi in pieno i gradi di titolare dando soprattutto la necessaria sicurezza ai compagni.
Punta dell'iceberg domenica scorsa la clamorosa topica con cui Niki Mäenpää (su un comodissimo retropassaggio di Ceccaroni) ha spianato la strada alla Sampdoria, corsara per 2-0 al Penzo nonostante una prestazione nient'affatto straripante ma decisa dalla doppietta di un Caputo lanciato dagli erroracci lagunari. «Il gol di Mäenpää è stato un infortunio, aveva mezzora di tempo per liberarsi di quella palla, ha perso non uno, non due ma tre tempi per rinviare aveva allargato le braccia nel post partita Paolo Zanetti Purtroppo può succedere ed è successo. Noi siamo costruiti e siamo nati per giocare quella palla, anche se in questo momento facciamo degli errori di scelta, individuali e banali, figli di una condizione psicologica complicata. Quando sono regali anziché sbagli è più difficile ragionarci su dal punto di vista tattico».
CALVARIO
Il tecnico arancioneroverde, compresa la gara ferragostana di Coppa Italia col Frosinone, ha alternato quattro numeri uno in questa tribolata stagione. Il classe '98 italo-brasiliano Bruno Bertinato aveva contribuito al passaggio del turno ai rigori (parandone uno), al debutto in Serie A però la scelta era subito caduta sul 37enne Mäenpää fresco di rinnovo fino al 2023 apparso a disagio nella costruzione del gioco dal basso. Bloccato da problemi alla schiena e sostituito dal 1' a Udine ed Empoli da Luca Lezzerini (al rientro dal grave infortunio al ginocchio del febbraio 2021), nel blitz in Toscana il finlandese è entrato in campo all'inizio del secondo tempo al posto del suo pari ruolo provocando all'89' il rigore con cui Bajrami aveva dimezzato il passivo. Complice la lombosciatalgia di Lezzerini (costretto nuovamente a finire sotto i ferri), Mäenpää ha giocato titolare fino all'1-1 in casa del Cagliari, perdendo i gradi dal successivo match del 12 ottobre vinto 1-0 sulla Fiorentina. Contro i viola aveva debuttato infatti Sergio Romero, 35enne svincolato dal Manchester United (tesserato fino al prossimo 30 giugno) e visibilmente in difficoltà nel tentativo di togliersi di dosso la ruggine di sei annate da panchinaro alle spalle dello spagnolo De Gea
L'ex vicecampione del mondo 2014 con l'Argentina ha alternato tante parate (tuttora decimo in A con 74 in 16 presenze) e interventi imperfetti, incassando non a caso 33 delle 54 reti subite dal Venezia.
CONTROMOSSA
Non del tutto a sorpresa Zanetti in avvio di 2022 ha così rispolverato Lezzerini, ristabilito ma non ancora trascurato dalla malasorte, ricomparsa il 12 febbraio nel successo di Torino, rovinato dall'infortunio muscolare che ha posto nuovamente fine in anticipo alla stagione del 27enne romano. Solo questo ennesimo intoppo ha consentito a Romero di ritrovare il campo, ancora tra incertezze culminate con il rigore causato su Berardi nel pesante 1-4 casalingo col Sassuolo di inizio marzo. Per l'ex doriano è ora scesa il sipario, complice l'intervenuta necessità di una pulizia al ginocchio destro. Quindici giorni Romero si è operato a Barcellona, curandosi prima in Spagna e attualmente in Argentina (non noti i tempi di recupero ed eventuale rientro), mentre il Venezia in tutta fretta ha dovuto reinserire Mäenpää nella lista senior con Bertinato come vice. Ma a confermare l'annata stregata dei portieri arancioneroverdi è anche il dentro-fuori dei terzi, con il classe 2002 Filippo Neri (ex Livorno) ora ai box per problemi muscolari, avvicendato tra i convocati dal 18enne moldavo Roman Lazar. Al posto di quest'ultimo a difendere i pali del Venezia Primavera è ora il 2005 Tommaso Sperandio, anche perché a gennaio il non convincente svedese Nils Arvidsson (2003) era stato rispedito in patria all'Helsinborgs.
Marco De Lazzari
Andrea Cardinaletti, il vicepresidente del Venezia, ha ricevuto ieri il Leone d’Oro per meriti sportivi, prestigioso premio istituito nel 1947 e riconosciuto a livello mondiale. Un raggio di sole in questo momento buio?
«Da un lato sono veramente orgoglioso di aver ricevuto questo riconoscimento per quanto ho svolto sinora a Venezia. Penso che sia stato premiato il mio grande impegno per permettere alla città e alla tifoseria di poter assistere a tutte le partite in casa in questo campionato di A al Penzo. Dall’altro spero che possa essere di buon auspicio per quello che accadrà da qui a fine stagione».
Cento giorni di lavoro in estate e un Penzo rinnovato. Non ci credeva nessuno prima del raggiungimento dell’obiettivo. Può ancora esserci un effetto Penzo sul campionato del Venezia?
«Io e il nostro gruppo di lavoro ci abbiamo messo l’anima. Credo sia giusto sottolineare che, per la permanenza in Serie A, il lavoro di ogni singola persona coinvolta nel progetto Venezia sia fondamentale. Siamo riusciti a giocare sempre al Penzo, ma adesso ci aspettiamo i risultati che ci permettano di raggiungere la salvezza».
Crede ancora nell’obiettivo?
«Ci credo fortemente e lavoro ogni giorno per trasferire questa mia convinzione alla squadra. Non credo ci siano limiti tecnici, perché altrimenti nel girone d’andata non avremmo battuto la Roma, la Fiorentina e il Bologna, non avremmo pareggiato con la Juventus. Credo si tratti di un blocco mentale, che in questo momento ci fa rendere meno di quello che avremmo voluto».
Questa pausa arriva al momento giusto?
«Ribalto la domanda: cosa avremmo detto se la squadra avesse vinto tre partite consecutive e fossimo stati obbligati a fermarci? Sta a noi trasformare ogni situazione a nostro favore, costruire elementi per gettare le basi della nostra permanenza in Serie A».
L’inghippo potrebbe essere l’assenza fino a metà avanzata della prossima settimana di tanti nazionali. Che ne pensa?
«Abbiamo un solo obiettivo scolpito nella mente. Vincere a La Spezia è la nostra assoluta priorità, l’obiettivo per il quale lavoriamo da un minuto dopo la sconfitta con la Sampdoria. Ecco, mi piacerebbe riuscire a ritrovare quell’entusiasmo che abbiamo perduto. La Salernitana è dietro di noi, è ultima in classifica, eppure la percezione mentale che si ha nell’ambiente è totalmente diversa dalla nostra».
Quando arriverà il presidente Duncan Niederauer?
«Il presidente arriverà nei prossimi giorni. Si è reso conto che serve anche la sua vicinanza alla squadra nel momento più delicato della stagione. E sarà con noi per questo gruppo di partite che mancano alla fine del campionato. Ha messo mano alla sua agenda di impegni e ha programmato la sua presenza a Venezia per sostenere squadra, dirigenza, allenatore e giocatori».
Lui stesso nel suo intervento ha detto di voler favorire il chiarimento fra Zanetti e Henry dopo quanto accaduto con la Sampdoria. E ci risulta che il chiarimento ci sia già stato
«Confermo che il chiarimento c’è già stato e che la priorità in questo momento è quella di avere tutte le componenti unite per arrivare all’obiettivo. Penso che Zanetti avrà qualcosa da dire a riguardo quando sarà il momento, ma lascio che sia lui a fare il passo a tempo debito» .
Ampadu sogna il Mondiale. Fuori Mateju
Avanti tutta verso il Mondiale. Il Galles pensa già allo spareggio con la vincente fra Scozia e Ucraina e si gode un Ethan Ampadu in versione Nazionale. Vittoria sull’Austria di Ullmann per 2-1 e qualificazione per il Qatar a un passo. Niente da fare, invece, per Mateju, entrato al 38’ del secondo tempo nello spareggio di semifinale contro la Svezia. Sconfitta per 1-0 ai supplementari ed eliminazione della Repubblica Ceca. Avanti tutta, invece, per gli Stati Uniti di Gianluca Busio (in tribuna), che hanno pareggiato 0-0 con il Messico e che puntano alla qualificazione. Impegni serrati, però in amichevole, anche per Crnigoj in Slovenia-Croazia (oggi), Haps in Suriname-Thailandia (domani), Peretz in Israele-Germania (oggi) e Sigurðsson in Islanda-Finlandia (oggi).
Dimitri Canello


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