Prigioniero tra i feriti austriaci

Giuseppe Battistel
 racconta cattura di prigionieri, prigionia, feriti, nemici, ospedali a Monfalcone (GO) il 4 agosto 1916
La sua compagnia è stata decimata dal fuoco nemico e il soldato Battistel, rimasto solo, si consegna come prigioniero agli austriaci. Non è ancora sicuro però di essere riuscito a salvarsi la vita.
Mi spinsero entro in un camminamento sotteraneo, li trovai un ufficiale Austriaco, mi perquisì nelle tasche per vedere se ave vo armi, gettai via il polsino che avevo per accendere le bonbe, mi domando se cera molta truppa, che regimenti che cera, mi levarono le stellette, per attaccarsele nella berretta come trofeo di guerra, mi domandò che ora era, guardai lorologgio le dissi che erano le 4, ma non era possibile saranno state le 6, poi misi di nuovo lorologgio in tasca, ma poi non lo o più trovato, non so se lo messo fuori della tasca, o se loro me lo anno rubato, ero molto confuso non sapevo più quel-lo che mi facevo, avevo la schiuma alla bocca dalla sete, e ansavo molto, mi spinsero ancora e mi misero in una grande galleria, adebita ad uso ospitale di medicazione, li cerano molti Austriaci feriti, saranno stati una 50 tutti si lamentavano per le ferite riportate, poi entrarono 3 del mio regimento portati dai portaferiti Austriaci, 2 erano della mia compagnia uno di questi era Veneto era ferito ad ima gamba, a un braccio, e alla faccia, io lo riconobbi e li sostentai un pò la gamba, perché gli infermieri si misero subito a medicarlo, mi chiamava e voleva che li portasse da bere, ma acqua non ce ne erano, perché dal grande bombardamento non potevano andarla a prendere, un altro del 56 era un Romagnolo aveva una ferita di pallottola nel piede, e una nella vita, questa doveva essere stata mortale, appena arrivato si lamentava ma poco, aveva fumato anche una sigaretta ma alla notte si dibatteva per le pareti e per terra fino alla mattina che e morto, ma della mia vita non ero ancora sicuro daverla salvata perché non sapevo che cosa avrebbero fatto di me poi venne altri 2 prigionieri compreso un sergente allora mi riassicurai un poco avendo un po di compagnia e pensando che non dovevano uccidermi, vedendo che medicavano anche i feriti nostri, questo sergente prima di uscire dalla trincea bevette molta marsala, e prese la sbornia poi in trincea Austriaca prese il sonno quando gli austriaci la a riocupata, lo chredevano morto, lo urtarono e vedendolo vivo lo fecero prigioniero, per quella notte io e questo sergente si dormi in mezzo a questi feriti che gridavano dai dolori, ce ne erano orribilmente tempestati di scheggie un altro la faccia e la testa piena di scheggie ecc ecc...

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