Trenta gradi sotto zero

Efisio Atzori racconta vita in trincea, combattimenti, morti, feriti, assalti a il 24 maggio 1916.
I riassunti storici del battaglione Aosta raccontano che “dall' 11 maggio in poi, l’Aosta concorre con altri battaglioni alpini alle operazioni svolte sui ghiacciai dell'Adamello e dando prova, di ardimento, si afferma sulla cresta del Crozzon del Diavolo; con rapido slancio si impossessa dei passi delle Topete e di Forgarida (q. 3076) ove cattura ricco bottino di armi e munizioni.
Il 17 attacca il costone Belvedere (q. 2421) occupandolo; nei giorni successivi si spinge sul costone di M. Stablel, sul Ciganio e stilla cresta del Crozzon del Diavolo distaccando pattuglie in fondo val di Genova.
Il 22 maggio, sostituito dal Val d'Intelvi , scende a Temú per trasferirsi in Trentino”.
Ecco quei giorni raccontati dall’aspirante ufficiale Efisio Atzori, di Cagliari.
Temù 24/5/16
Carissimi. 
Dopo 12 giorni passati nei ghiacciai dell’Adamello sono finalmente ritornato giù. La vita che si fa lassù è impossibile descrivervela. Di notte il freddo ha segnato 30° sotto zero, in 4 avanzate a cui ho partecipato con la compagnia ci sono stati una diecina di feriti (morto nessuno) e su 210 circa 60 soldati sono stati inviati all’ospedale con i piedi congelati e gli occhi ammalati, due ufficiali ferito e uno ammalato son pure entrati all’ospedale. Nella compagnia siamo rimasti sani in due (uff.).
Ora voglio dirvi qualche parola in quanto è avvenuto nei giorni che ho fatto all’Adamello. Solo qui ho provato le emozioni della vera guerra di montagna. Molti soldati preferivano il monte Nero.
L’11 corr sono arrivato al Crozzon di Lares (3354) e lì dentro a buche di neve speravo passare i 3 giorni che si doveva restar su (poiché nessun battaglione è rimasto più di tanto) invece son rimasto la bellezza di 12 giorni, mangiando carne in scatola e viveri a seco in genere. La sera del 14 un ordine del comando di battaglione comanda la 1° avanzata. E’ toccato a me ed io ne son contento. Preceduto da 6 uomini vestiti di bianco sono avanzato col mio plotone. Dopo poche fucilate gli austriaci sono scappati ed io ho occupato il passo di Forgarida e quello delle Topete, un’altro plotone di rincalzo mi ha aiutato a tener le posizioni che si estendevano per oltre 2 km. Nel passo di Forgarida (3026) abbiam fatto un enorme bottino (157 fucili, 163 casse con nastri per mitragliatrice 2 riflettori 3 casse bombe, 300 paia di racchette 50 p. ski (ve ne invierò un paio che ho portato qui e che mi conserverete) tutto l’occorrente per un ospedale da campo 2 magazzini viveri, circa 30 sacchi di cartucce, badili picconi ecc) in complesso un valore di oltre 3 milioni. Abbiam contato più di 150 cadaveri austriaci fra i quali un capitano e due ufficiali subalterni.
Il 15 mattina il colonnello il maggiore ed il capitano son venuti ad osservare la nuova posizione e mi ha stretto la mano congratulandosi meco. Il 17 ha operato invece un altro plotone occupando tutto il costone del Belvedere che domina la Val di Genova. Io vi sono andato di giorno a portare rinforzo e gli austriaci mi hanno sparato a shrapnel, uno è scoppiato a 4 metri da me e dal sergente, ma lo scoppio e avvenuto dentro la neve e l’effetto non c’è stato. Ho raccolto un pezzo di bossolo che v’invierò per il museo che farete nella mia stanza.
La sera del 21 ci fu un’altra avanzata e toccò ancora a me. Verso le 2 del mattino del 22 io col mio plotone costeggiando il Crozzon del Diavolo sono sceso giù sino ai pressi della Valle di Lares. Arrivati a circa 150 metri in alto del piccolo posto austriaco facemo fuoco su 15 uomini che occupavano una ridotta sulla quota 2352, gli vedemmo scappare e sparire in mezzo alla nebbia e poi tutti seduti sulla neve gelata in men che non si dica siam scivolati giù in cerca di tagliar loro la ritirata ma per un camminamento coperto son riusciti a fuggire. Occupai la quota avendo per perdita un uomo con i piedi congelati. Il Maggiore è entusiasta della nostra compagnia ed oggi è arrivato al comando un elogio al Batt. fatto dal generale comandante il Corpo d’Armata. Ieri verso le 16 sono arrivato a Temù, dovevamo avere il riposo ma dato che c’è gran bisogno di truppa ci invieranno subito a riposo. Dopo una marcia di 14 ore e 3 notti senza dormire vi lascio immaginare come ho riposato di gusto.
Questa carta con la quale vi scrivo l’ho trovata in una caverna austriaca, ho trovato un libro da messa scritto in polacco, delle immagini e due aldewais (edelweiss, stelle alpine N.d.r.). Sono i primi che ho trovato son stati colti da un austriaco forse già morto, sarà un bel ricordo lo stesso.
Ed ora posso dirvi che tutto il ghiacciaio dell’Adamello è conquistato anzi la nostra compagnia in certi punti è entrata in mezzo ai boschi della Val di Genova. Col mio plotone son sceso per 1002 metri in un pezzo di territorio di circa 8 km.

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