La prima volta ufficiale

Efisio Atzori voleva diventare ufficiale dei granatieri, ma gli manca un centimetro e diventa alpino. Va sul fronte alpino, in alta montagna, impara a sciare, combatte nella neve alta e nel freddo. A casa scrive, racconta nel dettaglio i suoi combattimenti, come un cronista. E invia la motivazione dell’encomio solenne ricevuto: “Sotto l’infuriare della tormenta e del fuoco nemico condusse il proprio plotone con ordine e disciplina sotto le posizioni nemiche. Giunto a distanza d’assalto primo fra tutti al grido di “Savoia”, piombò sulle posizioni avversarie”.
Il 3 agosto 1916 gli viene comunicata la nomina a sottotenente. Il 10 settembre muore di fronte al Pasubio.
È medaglia d’argento al valor militare alla memoria. Le sue lettere sono state consegnate all' Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano nel 1997. Nel 2002 sono state pubblicate in volume dall’editore Cuec di Cagliari: "Edelweiss per un alpino cagliaritano"
Racconta vita in trincea, bombardamenti, svago, combattimenti, morti, feriti, assalti, decorazioni, aeroplani, cattura di prigionieri.

Efisio Atzori racconta vita in trincea a zona del passo dello Stelvio (SO) IL 27 Marzo 1916
Dalla scuola militare di Modena Efisio Atzori, di Cagliari, esce come aspirante ufficiale destinato al 4° reggimento alpini. Raggiunge il suo battaglione, l’Aosta nei giorni in cui si schiera sullo Stelvio, rilevando un altro battaglione alpini, il Tirano. E scrive a casa dal fronte.

Zona di guerra 27/3/1916

Carissimi. 
Dopo i giorni di tormenta finalmente oggi si è visto apparire il sole. Che incanto! Nella conca ove è situato il nostro accampamento, si godeva lo spettacolo più bello ch’io abbia mai visto in vita mia. Le montagne che ci circondano candide di neve brillavano. Il riverbero della neve acceccava ed io armato di occhiale son stato tutto il giorno fuori a sorvegliare lo sgombro della neve. E’ la prima volta che monto di giornata come ufficiale. Se vedeste come si cambia colore. Sono (per un giorno di sole) più nero che nel tempo dei bagni. E allora dicevate che il sole fa male e tante altre storie. Qui il sole è salute!... e io me lo godo.
Caso volle che qui trovassi un conoscente fratello d’un mio amico: il caporale maggiore degli skiatori Bonfanti. Oggi stesso, per non sbagliare, ho cominciato a skiare. Ho fatto dei belli patatrak, ma ho fatto pure delle scivolate meravigliose. Tutti i miei colleghi anziani fra i quali il tenente degli skiatori mi han detto che ho preso dal primo momento una posizione correttissima e che scorro abbastanza bene sulla neve.
Sulla neve scorrer bene io fare un’ironia, il sottoscritto che prima di questi giorni non avevo mai visto la neve e tanto meno gli ski. Aver disposizione per skiare io, che poi sono alto, mi sembra una rarità. Gli skiatori sono in generale bassi e tarchiati, ma forse farò l’eccezione alla regola. 
E’ mezzanotte passata, io sono di guardia e proprio ora mi hanno chiamato al telefono d’ordine del comando di battaglione. Credevo già fosse un allarme, andare a fare una scappatina per trovare quei vigliacchi che non escono mai dai covi assicurati da un cannone e da due mitragliatrici che sporgono in una punta ad oltre 3200 m.


 



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