Venezia FC: La Nuova Venezia - Giocato bene ma ora pensiamo solo all'Atalanta -

Uscendo dallo stadio sabato sera, l'impressione corale era di aver assistito sì alla differenza tra le due squadre, a favore dei campioni d'Italia s'intende, ma gli arancioneroverdi non sono stati a guardare. Con un difetto: non essere mai riusciti a trovare un'azione pulita che liberasse un uomo al tiro. A un certo punto, dopo il vantaggio di Calhanoglu, i ragazzi di Paolo Zanetti hanno iniziato a cercare la via della rete da lontano, soprattutto con Aramu, ma un po' la bravura di Handanovic, un po' la mira sbagliata, i piani sono saltati. Ma questo Venezia c'è e l'Inter ha impiegato 96 minuti prima di far calare il sipario sulla sfida. «Abbiamo fatto fatica negli ultimi trenta metri» analizza Sofian Kiyine «ma affrontavamo una difesa molto forte. Loro sono campioni d'Italia, abbiamo fatto il nostro, interpretando bene la gara, provando a incidere in attacco. Sono partite molto difficili ma dobbiamo fare un passo in avanti». Ed è proprio su questo aspetto che il Venezia deve lavorare, perché se la Roma aveva lasciato degli spazi, poi sfruttati con maestria da Okereke e compagni, stavolta Skriniar, Bastoni e Di Marco hanno lasciato le briciole, impedendo a chiunque di avvicinarsi all'area. «La difficoltà più grande è stata proprio questa», continua il fantasista marocchino, «perché riuscivamo a uscire bene dalla loro pressione ma poi mancavano un po' di scelte su cosa fare. È un aspetto su cui dobbiamo lavorare e senz'altro lo faremo. Ci consola essersela giocata sino all'ultimo istante, contro una formazione forte e dove sapevamo che sarebbe stata dura e avremmo sofferto. Il Venezia non ha mai mollato e abbiamo cercato di creare loro dei problemi». E questo fa parte delle mentalità impressa da Zanetti, perché si vede come gli arancioneroverdi abbiamo capito come stringere i denti in certe situazioni. «Da lui stiamo imparando parecchio», prosegue Kiyine ,«e soprattutto ci ha trasmesso lo spirito di sacrificio, quello di squadra e questo in campo si vede. Sappiamo qual è l'obiettivo della stagione, ossia la salvezza, e siamo consapevoli di potercela fare, lo abbiamo dimostrato pure nelle sfide precedenti: continuando su questa strada, potremmo raggiungerla».L'evidente differenza tecnica tra Inter e Venezia ci sta tutta, e Kiyine non ne fa mistero, ma è pure conscio che ci sono tutte le possibilità per continuare a far bene. «Credo che ce la possiamo giocare con tutti», dice, «abbiamo una bella squadra e lo abbiamo dimostrato anche sabato. Poi è ovvio che emergano le qualità individuali a fare la differenza; l'Inter ha dei campioni, noi siamo giovani, stiamo scoprendo la Serie A ed è un processo che fa parte della nostra crescita». A proposito di processo di crescita, Kiyine si sta rivelando sempre più importante per gli arancioneroverdi, come si è visto sabato dov'è entrato con la giusta gamba. «Mi trovo bene qui», racconta, «ho una società che mi dà fiducia, il presidente Niederauer e Zanetti hanno stima in me: posso fare solo che bene. So di dover ancora migliorare e nel momento in cui riuscirò a portare la mia qualità pure negli ultimi trenta metri, allora farò un bel passo in avanti». Intanto non c'è neppure tempo di tornare sull'Inter; oggi è già tempo di vigilia e l'Atalanta chiama forte dopo il successo di sabato in casa della Juve.
Alessandro Ragazzo
Ampadu e Busio sperano nei Mondiali
Anche il Venezia sogna di "andare" in Qatar. Johnsen, Crnigoj e Peretz li vedranno in televisione visto che Norvegia, Slovenia e Israele non si sono qualificate nemmeno per i playoff. Rimangono in ballo soprattutto Ethan Ampadu con il Galles e Gianluca Busio con gli Stati Uniti, da vedere se Ebuehi figurerà tra i convocati per le prossime gare della Nigeria e se ci arriverà Okereke. Il primo a giocarsi il pass per il Qatar sarà Ethan Ampadu: il Galles si è piazzato al secondo posto nel girone dominato dal Belgio, nella semifinale del 24 marzo ospiterà l'Austria, in caso di qualificazione incrocerà una tra Scozia e Ucraina, ma come l'Italia avrà il fattore campo avverso. Configurazione diversa per le qualificazioni nella zona centroamericana: gli Stati Uniti stanno disputando un girone finale a otto squadre, le prime tre voleranno direttamente in Qatar, la quarta avrà l'ultima chance in uno spareggio intercontinentale. Mancano ancora 6 partite, la classifica sembra delineata nelle prime quattro posizioni (Canada 16, Stati Uniti e Messico 15, Panama 14), le altre sono lontane (Costarica 9, Giamaica 7, El Salvador 6, Honduras 3). Due step per le ultime 6 partite, gli Stati Uniti proveranno a sfruttare il primo ospitando El Salvador (27 gennaio) e Honduras (2 febbraio), facendo però visita al Canada (30 gennaio). La Nigeria di Ebuehi e (forse) Okereke? E' qualificata alla terza e ultima fase come testa di serie (insieme a Senegal, Marocco, Tunisia e Algeria), il 18 dicembre saprà chi affronterà in gara di andata e ritorno tra Egitto, Camerun, Ghana, Mali e Congo. --M.C.
«Zorro ha amalgamato bene la squadra, avanti così vogliamo la continuità»
Parola d'ordine: nessun dramma. Anzi, si guarda avanti con fiducia. Dagli Stati Uniti il presidente del Venezia Duncan Niederauer applaude lo stesso la squadra dopo la sconfitta contro l'Inter. «A novembre», dice, «abbiamo giocato bene contro avversari molto forti. Zanetti ha amalgamato bene la squadra e sono evidenti i progressi sia di molti giocatori che della squadra nel suo complesso. Abbiamo giocato contro alcune delle migliori squadre della Serie A questo mese e, sia in caso di vittoria che di sconfitta, abbiamo lottato sempre fino alla fine». Per il numero uno arancioneroverde, il progetto sarà rafforzato nei prossimi mesi. «Nelle ultime settimane» continua «abbiamo firmato il prolungamento dei contratti di alcuni giocatori, così come abbiamo fatto con il nostro staff tecnico, e altri ce ne saranno. Vogliamo dare continuità laddove possiamo e crediamo che queste operazioni dimostrino la nostra fiducia in tutta squadra. Guardiamo a lungo termine e questa visione dovrebbe riflettersi nel modo in cui costruiamo il Venezia». Sullo stadio e le strutture si prevedono altre novità. «Intanto ringrazio i tifosi per l'apporto», prosegue parlando anche dell'entusiasmo visto sabato «e stiamo lavorando per migliorare ancora l'esperienza del giorno della gara. Sul Taliercio sono iniziati i lavori per migliorare la struttura e abbiamo fatto un altro passo molto importante con il benestare del Comune della nostra concessione pluriennale». Lo stesso Duncan fa i complimenti pure alle ragazze della formazione femminile, dicendosi «molto orgoglioso di come sta giocando» e sprona la Primavera nonostante alcune difficoltà e qualche risultato negativo.
Alessandro Ragazzo
Gasperini ha forgiato la squadra ora reduce da 5 vittorie di fila
Senza un attimo di respiro: sabato l'Inter, martedì l'Atalanta. Un'altra big del campionato, la Dea di Giampiero Gasperini, galvanizzata dal blitz dello Stadium contro la Juventus (1-0) con la zampata del solito Zapata. L'Atalanta è la più bella realtà delle ultime stagioni del calcio italiano, la provinciale che è diventata una delle Sette Sorelle, che nel borsino ha soppiantato Roma e Lazio, dando spettacolo in Italia e in Europa. Una scalata effettuata attraverso il gioco, il 3-5-2 del sessantatreenne tecnico di Grugliasco che ha trovato a Bergamo la sua Terra Promessa. Squadra, società e tifosi, un "corpo" unico che sta ottenendo risultati straordinari. Ormai l'Atalanta non è più una sorpresa del calcio italiano, ma una splendida realtà, una società dove si sono forgiati anche Lippi, Guidolin, Prandelli e Conte. Con alterne fortune. Ma non era l'Alatanta di Gian Piero Gasperini, sulla panchina nerazzurra dal 2016, piazzandosi subito al quarto posto, passando attraverso due edizioni di Europa League, ma adesso alla terza partecipazione di fila alla Champions League in virtù del terzo posto conquistato negli ultimi tre campionati.Tutto ruota attorno a Gasperini, uno che ha vissuto stagioni accanto a Preziosi al Genoa e a Zamparini a Palermo, ma anche alla famiglia Percassi, proprietaria del club nerazzurro dal 2010, Antonio era stato presidente già nel quadriennio 1990-1994. Atalanta società leader a livello giovanile prima di "esplodere" anche con i grandi, un moderno centro sportivo, a Zingonia, uno stadio restaurato, il club è uno dei quattro italiani con la gestione diretta dell'impianto (dal 2019 denominato Gewiss Stadium per 6 stagioni) dopo Juventus, Udinese e Frosinone. L'Atalanta aveva avuto un avvio non semplice in campionato dopo l'iniziale vittoria a Torino (2-1) contro i granata di Juric con il doppio passo falso interno contro Bologna (0-0) e Fiorentina (1-2). Da quel giorno solo il Milan (2-3 al Gewiss Stadium) ha neutralizzato i bergamaschi, che hanno bloccato l'Inter (2-2) a San Siro e che arrivano allo scontro con il Venezia sospinti da 5 vittorie consecutive, sei nelle ultime 7 gare. Una serie che potrebbe preoccupare la squadra di Zanetti, anche se in casa l'Atalanta ha faticato (9 punti su 21, pareggi anche con Bologna, Udinese e Lazio) più che in trasferta dove a Torino ha conquistato il sesto successo in 7 partite, dove è imbattuta (19 punti). Anche se nell'ultimo turno interno i nerazzurri hanno rifilato 5 ceffoni allo Spezia. Saldissimo, comunque, il quarto posto alle spalle di Napoli, Milan e Inter. Atalanta che è ancora in corsa per la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League, mercoledì 8 dicembre si giocherà il secondo posto in casa contro il Villareal nel girone F: la squadra di Gasperini (6 punti) dovrà battere gli spagnoli (7 punti) non essendo andata oltre il pareggio (3-3) a Berna contro lo Young Boys. Al termine della passata stagione l'Atalanta non ha riscattato dal Milan il difensore Mattia Caldara, approdato poi al Venezia, in estate sono partiti Barrow (Bologna), Ibanez (Roma), Gollini (Tottenham), Cornelius (Parma) e Lammers (Francoforte). In entrata i colpi maggiori sono invece stati il portiere Musso dall'Udinese, il mediano olandese Koopmeiners dall'Az Alkmaar, il terzino Zappacosta dal Chelsea e il centrale difensivo Demiral dalla Juventus.
Michele Contessa
De Vries trova il pari (1-1) a 4' dalla fine a Pordenone
La Primavera non sa più vincere. Dopo l'ottima partenza (8 punti nelle prime 4 partite), la squadra di Andrea Soncin ne ha raccolti soltanto 3 (frutto di altrettanti pareggi) nei successi 4 incontri, un cammino rallentato (nono posto nel girone A con 11 punti) anche dal turno di riposo e dal rinvio del match contro il Parma. L'ultimo pareggio a Pordenone (1-1), al termine di una partita dominata che rischiava di chiudersi con una sconfitta. Neroverdi in vantaggio con Banse dopo 11', l'attaccante sarebbe stato poi espulso nei minuti finali dell'incontro. Il Venezia ha costruito almeno una decina di palle-gol, almeno 4-5 clamorose, riuscendo ad acciuffare il pareggio solo a 4' dalla fine con un diagonale di De Vries, arrivato al quarto centro stagionale.
Michele Contessa

Commenti

Post popolari in questo blog

Quota 126 del Vippacco

Perchè c'erano tanti falli nella Roma antica?

Scoperto in Germania il “filo spinato” usato da Cesare contro i Galli.