Racconto combattimenti a Fossalta di Piave (VE)

21 giugno 1918
 
All'alba la 226^ ci da il cambio e così ci portiamo a Casa Briganzi a disposizione della Brigata Arezzo.  Siamo così nuovamente pronti ad essere lanciati. Alle ore 16 circa giunge l'ordine di una operazione che dobbiamo svolgere nel fronte del 1° Battaglione dell'81° Fanteria. L'obbiettivo è la linea ipotetica Casa Olivotti – Casa di Rosa II.  Il Battaglione si mette subito in marcia per raggiunger la posizione da dove deve scattare.  Verso le 19 iniziamo l'avanzata e alle ore 22 circa la linea è raggiunta meno Casa Rosa che non si riesce a raggiungere. Il Comando di Battaglione è in una piazzola mitragliatrici.
22 giugno 1918
Il Comando di Battaglione dalla piazzola di mitragliatrici si trasporta a Cà Selvatico.
Dato che la linea raggiunta non è proprio quella stabilita il giorno precedente quale obbiettivo, viene l'ordine di rettificarla.
Durante la mattinata la 9^ compagnia compie il balzo in avanti di 300 metri mentre la 7^ Compagnia prende possesso di Cà di Rosa nel pomeriggio. Queste due operazioni vengono fatte incontrando lievissima resistenza. Siamo tutti stanchi sfiniti. Sono otto giorni che non si riposa, si lavora incessantemente infangati, strappati. Si mangia qualche cosa quando giunge. 
23 giugno 1918 
Durante la mattina non si notano grandi novità. Il nemico batte con la sua artiglieria,ma in modo impreciso senza regola. Qualche colpo investe Casa Selvatico ove vi è il Comando.  
L'ordine che giunge è di non sentirsi stanchi e di seguitare la battaglia a qualunque costo.
Nelle ore della mattina giunge l'ordine di raggiungere possibilmente la linea che da 300 metri avanti Casa Olivotti si estende sino alle Scuole.
Il mio Maggiore ed io ci spostiamo in prima linea per seguire l'operazione da presso.  Alle 15,30 esce la pattuglia di punta costituita dai nostri arditi rinforzati da un plotone della 7^ Compagnia. Attesa emozionante. Gli  altri reparti tutti sono in attesa di ricevere l'ordine di avanzata generale.
Parte in rincalzo un nuovo plotone della 7^ compagnia. Fuoco di fucileria e qualche bomba a mano. Il tempo congiura  contro di noi: si scatena un tremendo temporale con grandine che ci infradicia tutti. Il tempo non si presenta così bello come è bella la giornata per il meraviglioso fatto  d'armi che si sta preparando. Verso le 16,30, ci sembra quasi impossibile, vediamo tra la rigogliosa vegetazione spuntare un gruppo di prigionieri austriaci completamente disarmati tra due nostri soldati con tanto di baionetta in canna, che raggianti di gioia, giunti a noi ci riferiscono averli catturati loro con il reparto arditi. La 7^ Compagnia invia pure gli altri suoi plotoni di rincalzo ed il suo Comandante riferisce che il nemico fugge. Si scrive immediatamente l'ordine di avanzata per tutti i reparti comunicando loro quale è il primo obbiettivo: la linea del Gorgazzo.  Grandina a rotta di collo. Il Maggiore mette le ali ai piedi; io penso a trasmettere con maggiore calma qualche ordine per coordinare l'azione.
Si corre in avanti sotto l'imperversare dell'artiglieria nemica che accortasi della nostra avanzata ci tempesta da ogni lato.  
Gli “shrapnels” ci scoppiano da tutte le parti, ma la fortuna è con noi e sono relativamente pochi i morti e i feriti.
Le mie scarpettine borghesi (dato che al primo allarme ero partito così come mi trovavo) sono ripiene d'acqua e gli avanzi delle calze intrisi.  Il fango mi arriva sino alla faccia.  Alla sinistra tengo un petardo Chevenot e a destra il lapis copiativo (che con l'acqua mi ha tinto tutta la mano) con qualche pezzo di carta.  Sotto qualche albero scrivo ordini parte di mia iniziativa parte dettatami dal Maggiore.
L'artiglieria e le mitragliatrici nemiche ci tempestano. I nostri vincono ogni resistenza e avanziamo. Giunti alla ferrovia ci troviamo l'ostacolo forte: mitragliatrici annidiate sparano rabbiosamente e ci contrastano il passo. Purtuttavia la testa del nostro battaglione giunge ad occupare la stazione di Fossalta e là si ferma. 
I Bersaglieri sulla nostra sinistra hanno pure essi trovato forte resistenza ed il possesso di Capo d'Argine costa loro grande fatica. Se non avanzeranno ancora, scopriremmo il nostro fianco sinistro.
E' giunta la notte. Il tempo si è nuovamente messo a bello e la brina ci aiuta. Giunge l'ordine di attestarci al Gargazzo. Il Comando di Battaglione si stabilisce a Casa Franceschini.
24 giugno 1918 
Ore 2. Il nemico tira rabbiosamente. Sono comandato ad andare a riconoscere la situazione.  Il mio Maggiore comprende benissimo che la cosa è rischiosa ma la situazione non è chiara e bisogna assolutamente chiarirla.  La 7^ Compagnia non riesce a guadagnare la linea del Gorgazzo come da ordine ricevuto perché alcune ostinate mitragliatrici nemiche rimangono padrone della ferrovia che battono d'infilata fino alla stazione di Fossalto ove è dislocata la 7^ compagnia ed anche oltre,fin dove la strada si incrocia con la ferrovia.
Prendo con me un ciclista e l'attendente che assolutamente mi vuole seguire. Sulla strada piovono Shrapnels e granate dirompenti. Uscito da Casa Franceschini prendo la strada che porta verso la Fossetta. Mi tengo sulla destra della strada perché mi da l'idea di essere maggiormente defilato. Parecchi colpi scoppiano proprio sulla testa ma le pallette vengono lanciate lungo la traiettoria del proiettile, quindi battono avanti a me. Il tempo è bello e la luna illumina il cammino lungo il quale  ogni tanto si vedono stesi corpi umani, quasi certamente porta-ordini o ciclisti vittime del loro dovere. Questa categoria di personale costituisce gli eroi oscuri di ogni operazione.
Le gambe sono ancora abbastanza buone e con i miei due uomini di scorta corro verso la stazione di Fossalta per conferire con il Capitano Bacci, comandante la 7^ Compagnia che ha incontrato la nota resistenza. 
Sento fortunatamente che la Provvidenza mi aiuterà. Dopo circa 20 minuti di corsa sono,senza incidenti,giunto alla stazione.
Per circa mezz'ora conferisco, con carta topografica alla mano, con il sig Capitano Bacci, dietro le rovine di una casa che ci riparano abbastanza dai tiri.
La mitragliatrice avversaria che ci sta di fronte a circa 5oo metri ogni tanto canta.
Il capitano mi comunica che per ora la situazione è incerta e che la linea del Gorgazzo non può essere subito raggiunta, ma che spera con un movimento cauto di aggiramento di catturarla. Esso è molto agitato, o meglio nervoso, in seguito ad un ordine troppo categorico del Sig Maggiore di avanzare a qualsiasi costo.
Per quello che posso cerco di tranquillizzarlo, promettendogli di esporre la situazione esatta al Maggiore.
Riprendo la strada del ritorno. Il nemico sembra quasi sappia che la strada è percorsa da tre uomini  perché ci accompagna a cannonate che, miracolosamente, non accoppano nessuno.
Arrivo al Maggiore e con lui ho una discussione vivacissima a riguardo della 7^ Compagnia  che lui vorrebbe già arrivata alla linea del Gorgazzo.
Ore 13,30. Giunge una chiara e semplice comunicazione del Capitano Bacci che la mitragliatrice che sbarrava il passo con ardita manovra di accerchiamento e con tiro di contro-mitragliatrice, effettuata da nostre armi, è caduta in nostro potere e che i suoi serventi sono stati trovati morti sul posto.
Momento di gioia! La linea del Gorgazzo comincia così ad essere occupata.
Ore 13,40 circa. Giunge l'ordine di proseguire l'avanzata e puntare su Musile. Frettolosi ordini vengono dati.  La 7^ Compagnia fa da avanguardia.
Povero Stevenazzi (il mio miglior ciclista al quale volevo tanto bene per il suo coraggio e per la sua franchezza) è stato trovato disteso morto lungo la ferrovia proprio sulla strada percorsa poco prima da me.  Egli portava un ordine che era già stato recapitato.
Il nostro Battaglione è quello maggiormente spinto in avanti.  Le informazioni dagli alti comandi sono assunte tutte da noi. 
Il comunicato Diaz riporta la resistenza incontrata sul Gorgazzo dicendo che tutta la riva del Piave era stata conquistata meno una piccola zona attorno a Musile ove si trova ancora resistenza.
Il nemico è in fuga.
Alle 6 si entra in Musile; dopo poco tutto il Battaglione entusiasta e pieno di rinnovate energie, date dal morale elevato e non da forza fisica, si distende lungo l'argine del fiume ricominciando la vigilanza del fiume sospesa per soli pochi giorni, in attesa che altri reparti giungano per distenderci sulla sua destra e sulla sua sinistra.
Si ha notizia che il nostro secondo Battaglione che opera sulla destra ha incontrato viva resistenza al Paludetto.  Presto giungono migliori notizie e quindi ci colleghiamo anche con la nostra destra 
Il Maggiore bacia il capitano Bacci e il capitano Orsi (Comandante la 1149^ Compagnia Mitragliatrice) primi giunti con i loro reparti sulle posizioni conquistate. 
La Battaglia del Solstizio - Diario di Mariano Gigli -
 

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