Venezia FC: CORRIERE DEL VENETO Serena, buon vento al Venezia «È partito forte: di solito aiuta» L’ex tecnico promuove il nuovo: «Zanetti è bravo. Vuole i playoff? Chi ben inizia...»


Michele Serena, come ha visto il Venezia fino a questo momento?
«È partito molto bene e questo aiuta molto a raggiungere gli obiettivi prefissati».
Paolo Zanetti ha parlato di playoff.
«È giusto porsi traguardi per cui lottare. Zanetti lo conosco di fama e lo stimo, l’ho seguito quando allenava il Südtirol e ha fatto veramente un gran lavoro. Anche ad Ascoli, se avesse avuto più tempo, quello contro cui lottiamo noi allenatori, avrebbe sicuramente ottenuto grosse soddisfazioni. Non gliel’hanno permesso...».
Secondo lei questo Venezia è da playoff ?
«È difficile da dire a questo punto della stagione. La partenza buona aiuta, ci sono squadre che hanno iniziato male il campionato e, per questo, restano invischiate nei bassifondi. Al contrario, chi parte bene ha ottime chance di proseguire sulla strada intrapresa».
Cosa ne pensa della scelta di acquistare tanti giocatori stranieri?
«Magari può esserci qualche problema di inserimento, ma se sono forti prima o dopo emergono. Non è facile imporsi subito nel campionato italiano, tantomeno in B, categoria difficile, in cui a volte gli acquisti esteri non danno gli effetti sperati».
Fra i nuovi si stanno distinguendo Crnigoj e Johnsen.
«Crnigoj è un buon centrocampista, si vede che ha qualità. Viene da lunga inattività ma ha dalla sua la voglia di tornare ad essere impiegato con continuità anche in ottica nazionale slovena. Johnsen è il classico esterno, ha una gran facilità di corsa e sa saltare l’uomo con facilità. Deve sgrezzarsi ma sta imparando in fretta la lezione, visto che si è guadagnato il posto da titolare. Penso che abbia ampi margini di miglioramento».
Domani c’è Venezia-Ascoli.
«Una bella occasione per fare punti, ma bisognerà affrontare la partita con l’atteggiamento giusto».
Lei guidò il Venezia in passato. Quali le difficoltà di allenare in una piazza come questa? «Credo che il problema maggiore per un allenatore quest’anno sia il covid: ad ogni giro di tampone devi pregare che non ci siano giocatori positivi. È uno stillicidio per tutti, non è facile lavorare in questo modo».
Suo figlio Filippo, che milita nel Venezia, cosa le dice? «Assolutamente niente. È un tipo introverso e schivo, come lo sono e lo ero io da giocatore. Il fratello Riccardo è più solare ma si tratta di caratteri diversi; ognuno ha il suo modo di porsi».
Collauto e Poggi in cabina di comando: che effetto le fa?
«Sono stati miei giocatori prima del fallimento. Ci siamo salvati sul campo anche grazie ai loro valori. Sono veneziani dentro, amano questi colori e danno qualcosa in più. Ha fatto bene il presidente Niederauer a promuoverli. Mattia e Paolo sono due garanzie; il Venezia è fortunato ad averli come dirigenti».
Dimitri Canello

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