Venezia FC: La Nuova Venezia - Tanta fiducia, questo Venezia ha basi solide -

Giro di boa per il Venezia nel ritiro di San Vito di Cadore, una settimana è ormai alle spalle e Paolo Zanetti, tecnico che ha sostituito Alessio Dionisi, sta lavorando duramente, insieme al suo staff sul campo a ridosso del lago di Mosigo. Una settimana intensa che è servita per gettare le fondamenta del "credo" calcistico del trentasettenne tecnico di Valdagno, ma anche per approfondire la conoscenza reciproca, sia a livello tecnico che umano. Una settimana nella quale sono arrivati in ritiro Johnsen, Ferrarini e Taugourdeau, mentre a Mestre si erano già aggregati Svoboda, Bjarkason e Crnigoj prima della partenza per il Cadore. «Ho trovato un gruppo di grandi professionisti, il Venezia poggiava già su solide fondamenta, si vede quella dedizione al lavoro su cui punto e che è una delle spiegazioni del campionato del Venezia nella passata stagione. Un gruppo molto disponibile, che ha voglia di lavorare e di fare. Quando domenica scorsa, appena arrivati in ritiro, ho portato immediatamente i giocatori ad allenarsi al campo, nonostante la stanchezza del viaggio, tutti hanno risposto positivamente». Dionisi aveva puntato quasi esclusivamente sul 4-3-1-2, sarà così anche con Zanetti? «Ho subito detto che ripartiremo senza snaturare il lavoro della passata stagione, la base sarà il 4-3-1-2 e i quattro in difesa, ma questa è una squadra che presenta tanti giocatori in grado di ricoprire ruoli diversi. Quando sono arrivato, non c'era un esterno, adesso posso contare su Bjarkason, Johnsen e sul ritorno di Di Mariano. La mia sarà una squadra duttile, le caratteristiche dei giocatori mi permetteranno di lavorare anche sul 4-3-3 e sul 4-2-3-1, a seconda di dove si posizionerà Aramu». Quanto conta avere già in ritiro sei giocatori nuovi? «Tantissimo, quanto non mi era accaduto lo scorso anno ad Ascoli. Collauto e Poggi hanno lavorato benissimo in questi giorni, mi hanno messo a disposizione un organico quasi completo. Meglio avere una rosa ampia in questa fase della preparazione, anche se in alcuni momenti degli allenamento qualcuno deve ruotare, c'è tempo per le scelte quando ritorneremo a casa». Dove ci sarà da lavorare nella rosa che attualmente è composta da 31 giocatori? «Beh, innanzitutto nell'inserire una prima punta, ma non dobbiamo avere fretta, e poi completare il reparto difensivo con due esterni perché al momento abbiamo solo Ferrarini e Felicioli». Rimangono in piedi le possibili riconferme di Lakicevic (dipende dal Genoa) e di Molinaro (svincolato). Taugourdeau è il "colpo" del mercato fino ad ora? «Anthony è un giocatore che si presenta da solo, è un regista classico, molto abile nelle palle inattive e si è visto quando sia importante nel calcio moderno saper sfruttare i calci piazzati. Il suo rendimento a Trapani nella passata stagione è stato ottimo». Come con Taugordeau, anche con Crnigoj non ci sarà problemi con la lingua? «No, lo sloveno è un innesto che porta molta fisicità al centrocampo, è un giocatore di spessore, anche lui abile a destreggiarsi in zone diverse del campo. Nell'ultima stagione ha giocato poco con il Lugano, non per problemi fisici, ma contrattuali con il club. Bisognerà avere un po'di pazienza con lui». L'inglese servirà con Svoboda, Bjarkason e Johnsen? «Posso contare anche sui componenti dello staff e su alcuni giocatori. Sono tre ragazzi giovani: Svoboda ha qualità fisiche eccezionali, Bjarkason mi ha impressionato per la "fame", Johnsen arriva dal settore giovanile "doc" come è quello dell'Ajax». Un nuovo "acquisto" sarà anche Felicioli? «Per me Gian Filippo è un giocatore importante, non deve avere fretta perché è reduce da una stagione sfortunata, ma aveva dimostrato le sue qualità prima dell'incidente di Cosenza». Un segnale importante è anche la lunghezza dei contratti? «Sicuramente. È un bel segnale che la società ha dato ai giocatori, oltre a farli sentire già parte integrante dell'ambiente. È il segnale evidente che non si tratta di un progetto solo a parole, ma anche con i fatti. La società ha messo i giocatori nelle condizioni migliori per allenarsi e giocare, le risposte dovranno darle sul campo»
«Il club crede in me
dovrò ripagarlo subito»
Non è un volto nuovo, ma avrebbe potuto non esserci: la riconferma di Pietro Ceccaroni è stata una delle prime operazioni portate a compimento dal direttore sportivo Mattia Collauto, riscattando il difensore che lo scorso anno era arrivato in prestito dallo Spezia. Fabio Lupo lo aveva fatto arrivare a Mestre a inizio agosto dopo il grave infortunio occorso a Marino in amichevole, Ceccaroni è stato uno dei più positivi districandosi abilmente prima da terzino sinistro, sopperendo all'infortunio di Felicioli, per poi posizionarsi al centro della difesa nel finale di campionato con l'arrivo di Molinaro. «Il Venezia ha avuto grande fiducia nei miei confronti, a fine stagione ho parlato con i dirigenti dello Spezia e ho capito che non avrebbero esercitato il contro riscatto. Il Venezia ha dimostrato di credere in me anche facendomi anche firmare un contratto di tre anni». Emblematica la sgroppata di Ceccaroni, da area a area, nel match contro il Perugia, azione che ha propiziato nato il raddoppio di Aramu. «Sì, una bella progressione, ma utile perché ha portato al secondo gol. Riprendere dopo due mesi e mezzo non è stato semplice, dopo il lockdown siamo stati tra le squadre migliori perché abbiamo raccolto i frutti del lavoro svolto a casa durante la sosta. È stata sicuramente la mia stagione migliore, ci voleva. Ci siamo salvati all'ultima giornata, ma per il gioco espresso potevamo chiudere prima la pratica. Se però pensiamo chi è retrocesso e chi è arrivato dietro di noi, si intuisce quanto sia stato complicato l'ultimo campionato».Da Dionisi a Zanetti. «Il Venezia continua nella sua politica di avere un allenatore giovane, che punta su un calcio molto propositivo. Ogni tecnico ha le sue idee per cui Zanetti ci sta insegnando concetti nuovi che però sono diversi solo in alcune situazioni. Questa prima settimana insieme ci è servita per conoscere e iniziare a integrare i nuovi innesti, ma anche per conoscere il mister e le sue idee». Lo Spezia è salito in Serie A. «Sono contento per i miei amici, ma non ho alcun rimpianto, sono felice per la stagione che ho trascorso nel Venezia». --M. C.
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