Venezia FC: Il punto - Che sarà di noi -

Quindi si Riparte, salvo nuovi colpi di scena. Da metà giugno anche la serie B dovrà finire il campionato, con buona pace di tutti coloro che auspicavano un gesto per lo meno di sensibilità verso la situazione economica e sanitaria del Paese.
Ci avevano detto Che dopo la Pandemia ( e ci siamo ancora dentro)nulla sarebbe stato come prima, ed effettivamente è così.
O almeno per quanto riguarda il mondo del calcio anche gli ultimi “romantici” dovranno ammainare bandiera, perché è evidente che quello che era lo sport più bello e popolare del mondo, è oramai un’industria, per lo meno in Europa.
Un’industria importante che muove denaro, crea posti di lavoro, e soprattutto serve al fisco per rimpinguare le casse Statali.
E allora guardandola come un’attività economica è giusto che riparta pure questa. Il calcio degli anni 60-70-80-90 era da tempo ormai spento, era rimasto qualche ricordo nei tifosi d’allora e in qualche traccia nel mondo delle curve.
Quel mondo però ormai non esiste più, e il tifo organizzato già negli ultimi anni si era dovuto adeguare al nuovo status quo, trasferte sempre più improbabili, disaffezione diffusa, caro biglietti, biglietti nominali, il tutto condito dall’amata trasformazione delle curve stesse in zone grigie più dedite ad affari più o meno illeciti che a settori di puro colore e divertimento.
Ed in questo panorama si ritrova pure il Nostro VeneziaMestre, o almeno per ora.
In un contesto che risulta nebuloso per qualsiasi società, anche le più solide e con una chiara programmazione, il team arancioneroverde già afflitto da mille punti interrogativi sia sportivi che societari, sarà costretto a compiere un’impresa per darsi un futuro.
Allora da tifosi coscienziosi, ci chiediamo se non sia il caso che il Ceo dell’azienda Calcio Venezia provi a programmare ed illustrare una nuova strategia aziendale per dare un futuro a questa società.
Come “clienti” perché oggi questo siamo, ci piacerebbe sapere se alla luce della nuova grande crisi economica mondiale, esiste un piano B per il futuro della società, in caso di retrocessione. Sarebbe bello chiedere se a livello “ industriale e commerciale “ ha ancora senso pensare alla costruzione di uno stadio nuovo a Tessera, e non sia invece più “redditizio” investire nel rifacimento dello Stadio Penzo sfruttando il suo appeal unico al mondo. Ecco ci piacerebbe che in questo anche l’amministrazione comunale avesse il coraggio di chiedere:” scusate che si fa’?”perché se è vero che il Venezia Fc è un’azienda privata, è altrettanto vero che essa porta il logo Venezia come simbolo identitario. Ora esprimendo la nostra solidarietà agli “amici” dell’Ac Mestre, non vorremmo trovarci il 30 settembre a dover piangere la scomparsa del Calcio professionistico e non dalla nostra provincia.

Commenti

Post popolari in questo blog

Quota 126 del Vippacco

Perchè c'erano tanti falli nella Roma antica?

Scoperto in Germania il “filo spinato” usato da Cesare contro i Galli.