Venezia FC: Il Gazzettino - Venezia quattro anni fa il grande ritorno tra i pro

Non è una ricorrenza come le altre, perché è giusto quattro anni fa che il Venezia ha smesso di essere piccolo.
Il 24 aprile 2016 il 3-3 con l'Union Ripa La Fenadora, in quel di Rasai di Seren del Grappa, valeva infatti l'addio ai modesti campetti di provincia e l'auspicato a non rivederci al panorama dilettantistico. Al primo tentativo e pochi mesi dopo l'inizio del made in Usa il Venezia di Joe Tacopina compiva il primo, decisivo passo della sua risalita nel calcio che conta, proseguita con l'altrettanto immediata e ancor più trionfale promozione in B nel 2017 e il raggiungimento della semifinale playoff per la A nel 2018. Una cavalcata, quella nel girone C della Serie D 2015/16, festeggiata con 800 tifosi al seguito (di più non poteva proprio ospitarne l'impianto bellunese) a coronamento di un percorso che, malgrado qualche intoppo, aveva consentito di ritrovare la Serie C al termine di un solo anno di purgatorio dopo l'amara conclusione dell'era russa di Yury Korablin.
In estate il ds Giorgio Perinetti aveva costruito sulla parola visto che Tacopina sarebbe uscito allo scoperto solo a ottobre una vera e propria corazzata per la categoria, affidata al dna arancioneroverde di Paolo Favaretto però sorprendentemente esonerato dopo aver raccolto 34 punti in 15 giornate (con un solo ko e 2.26 punti a partita).
Richiamato in laguna il focoso Giancarlo Favarin, già capace della doppietta promozione-scudetto nella D 2011/12, il Venezia alzò i giri chiudendo con un bottino di ben 90 punti (2.43 la media col tecnico pisano, ora tornato sulla panchina della Fidelis Andria) riuscendo a scrollarsi di dosso un Campodarsego alla fine staccato al traguardo di 11 lunghezze. L'unico superstite di quello squadrone è Marco Modolo (a segno a Rasai con Acquadro e Lattanzio) che quest'anno, fascia di capitano al braccio, sta guidando i compagni in una bagarre-salvezza ancora accesa e tutta da decifrare essendo la Serie B sospesa a 10 turni dal termine a causa del coronavirus.
PRESENTE
A distanza di quattro anni tra i cadetti c'è poi solo il portiere Vicario anche lui come Modolo imposto a Perinetti da un Favaretto ora alla guida della Primavera del Pordenone tra i pali del Perugia dopo la cessione al Cagliari, l'allora capitan Soligo ha smesso (entrando nei ranghi societari) come il bomber Serafini esonerato a ottobre dal Calvina di Serie D, categoria nella quale sono rimasti davvero in molti. Il caso più limitrofo è quello di Fabiano al Mestre, Carbonaro (suo l'1-0 nel derby del Penzo con gli arancioneri) all'Fc Messina, Acquadro al Pineto, Lattanzio al Bitonto, Gualdi alla Pro Sesto, Beccaro e Callegaro in Veneto con Luparense e Campodarsego, Ferrante al Castrovillari, Chicchiarelli al Real Forte Querceta e Innocenti all'Aqui. Tra i pro in Serie C Cernuto (Triestina), Galli (Pro Patria) e Volpicelli (Sambenedettese), tra i dilettanti infine in Lombardia Luciani in Eccellenza al Fenegrò e Calzi in Promozione all'Olimpia 2002 (con Marco Moro), sempre in Eccellenza Taddia alla Calvi Noale, Maccan e Busatto al Portogruaro, Marcolini al Trento e Di Maio al Montello.
Marco De Lazzari

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