Venezia FC: Il Gazzettino - Test, ritiri chiusi e via scaglionato - Spunta una nuova cordata

«Nessuna fretta». Nelle cuffie della videoconferenza di ieri questa indicazione è stata ribadita più e più volte. Il presidente Gabriele Gravina vuole andare a dama senza ascoltare il ticchettio dell'orologio. Non è un caso che tempo fa abbia detto che questo campionato può finire anche ad ottobre. «La priorità è finire, ripartire significa salvare il calcio» ripete. Chiaramente in sicurezza. Gli uffici legali della Figc e delle varie Leghe hanno già messo in allarme i rispettivi presidenti sulla pioggia di cause che arriveranno in caso di stop anticipato. Insomma il diktat è portare a termine questa stagione per non rovinare anche la prossima.
ECCO COSA PREVEDE
Il primo passo fondamentale sarà quello di individuare un gruppo squadra formato, oltre che dai calciatori, anche dallo staff tecnico, dai medici, dai fisioterapisti, dai magazzinieri e dal personale più a stretto contatto con i calciatori, che risulti completamente negativo. Si sta studiando anche come inserire persone esterne che per urgenze siano costrette ad entrare a contatto con il gruppo. Gruppo che sarà sottoposto, circa 3 o 4 giorni prima della ripresa degli allenamenti, ad uno screening approfondito: tamponi e test sierologici (un costo aggiuntivo che grava sui club). E si sta pensando anche di introdurre con più calma i giocatori che sono stati contagiati. Questo per mappare meglio la situazione anche alla luce delle complicazioni cardiache evidenziate dopo gli esami autoptici sui pazienti deceduti. Le visite serviranno anche per dividere i calciatori tre categorie: 1 Giocatori colpiti dal virus e guariti, 2 giocatori che presentano ancora sintomatologie e 3 chi non ha contratto il virus. Una volta ultimato lo screening le squadre si chiuderanno in ritiri blindati: niente visite dall'esterno, niente ritorno a casa la sera, tutti in una sorta di quarantena permanente in centri sportivi (o alberghi) sanificati e blindati. Eh già perché non tutte le squadre hanno delle strutture con foresteria. In serie A solo la metà. In B solo 5/6. Nessuna in serie C. Non a caso si sta pensando anche ad un inizio scaglionato con precedenza chiaramente alla massima serie. Serve però la massima cautela e calcolare ogni minimo imprevisto per riuscire nell'impresa.
FRIZIONI ISTITUZIONALI
Ecco perché il protocollo di sicurezza non è ancora un testo definitivo. Con ogni probabilità ci vorrà ancora una settimana perché il numero uno Gravina vuole metterci anche delle date per la ripresa. Il programma però è pronto. La commissione medica, presieduta dal professor Zeppilli e integrata da Roberto Cauda, infettivologo della Cattolica, Massimo Fantoni, direttore unità Covid-19 del Gemelli, Walter Ricciardi, componente Oms e consigliere del ministro Speranza, e da Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani, incaricata dalla Figc di stilare delle linee guida ieri ha prodotto un corposo lavoro che, non appena sarà ultimato, dovrà essere sottoposto all'attenzione del Ministro dello Sport Spadafora e al Ministro della Salute, Speranza. Ecco perché nulla vuole essere lasciato al caso. Nemmeno le virgole. E' risaputo che ci siano due correnti di pensiero sulla ripartenza del campionato e al governo sono in molti a tifare per uno stop anticipato.
LEGA E DIRITTI TV
Non solo al governo perché anche in seno alla stessa Lega di A più di un presidente storce il naso. A proposito, ieri, a via Rosellini a Milano non è passata inosservata l'idea di Gravina di un campionato 2021 a due gironi con play-off e play-out. Non è piaciuta l'ingerenza. Anche perché come fanno notare sono già stati venduti i diritti tv e prevedono 380 partite. Farne meno vorrebbe dire perdere soldi. La battaglia è ancora lunga.
Emiliano Bernardini

IL VENEZIA DIMENTICA TACOPINA E SPUNTA UNA NUOVA CORDATA
Di sicuro non serviva tale dimenticanza per rimarcare come la sua epoca faccia ormai parte solo del passato. Due giorni fa Joe Tacopina a New York ha spento 54 candeline senza ricevere dall'Italia nessun messaggio di auguri sui canali comunicativi ufficiali del Venezia Fc, non sul sito internet né sulla pagina Facebook che ha ricordato i compleanni dei giocatori Caligara e Cremonesi oltre a quello del tecnico della Primavera Marangon, nonché l'1-1 col Fano che tre anni fa davanti ai 6.000 del Penzo sanciva il ritorno in Serie B con Pippo Inzaghi al timone. Un silenzio fragoroso verso il primissimo artefice del prepotente rilancio del club lagunare dal dilettantismo al playoff per la A, un Tacopina che peraltro figura tuttora nell'organigramma come presidente onorario. «Compie oggi gli anni il numero uno arancioneroverde!» ricordava puntuale il 14 aprile 2019 la società ai suoi tifosi, all'indomani dell'1-0 sul Foggia dopo il quale il team lagunare in casa ha vinto solo altre due volte in un anno solare molto avaro (eufemismo) di soddisfazioni.
CAMBIO DI RUOLO
Lo scorso 14 febbraio l'avvocato di Manhattan aveva ceduto, confermando quanto già anticipato dal Gazzettino alla luce degli scadenti risultati degli ultimi 18 mesi, ufficializzando il suo ridimensionamento rispetto al ruolo di presidente rivestito dal 6 ottobre 2015. Il tutto garantendo «si tratta di un cambio di carica solo formale, non sparirò, non cambierà nulla nella mia quotidianità con e per questo club», ma da allora la voce di Taco (sulla via di Cesena?) non è più pervenuta. Il 18 febbraio in compenso il Venezia inaugurava l'era targata Duncan Niederauer: «Ho guidato il piccolo gruppo di investitori che erano già coinvolti nel club e abbiamo deciso di fare questo investimento aggiuntivo nella speranza di portare questo progetto a una grande conclusione. A quel punto è stato necessario nominare un nuovo presidente e la scelta è ricaduta su di me».
IL FUTURO
Ed è proprio attorno al progetto che si annidano mille dubbi sul futuro del Venezia. La VFC Newco 2020 ha acquisito infatti il 100% delle partecipazioni del club, garantendo (pare versando nelle casse circa 5 milioni) solidità fino al 30 giugno 2020 per poi aggiornarsi in base alla salvezza o meno in quella Serie B ferma al palo da più di un mese a 10 giornate dal termine per l'emergenza-coronavirus. Voci riferiscono di contatti piuttosto fitti con una non meglio precisata cordata di investitori milanesi, ma al momento nulla trapela e le ultime parole di Niederauer (25 marzo) non hanno certo sgombrato il campo da preoccupazioni sulle sorti del Venezia: «Siamo pronti a rimanere molto coinvolti, ma per un progetto (Serie B e nuovo stadio, ndr) di queste dimensioni e importanza, se noi americani trovassimo un partner locale credo che le probabilità di successo aumenterebbero notevolmente».
Marco De Lazzari

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