Venezia FC: Il Gazzettino - Promozioni scontro Lega Pro- Serie B -

Esiste solo la serie A. Già, i diritti tv, la mutualità, gli stadi...i soldi! Il mare paradisiaco da copertina,dei titoloni e che rimedia anche un protocollo ad hoc per tornare in campo. Poi però oltre l’orizzonte c’è un oceano difficile da navigare anche quando tutto va bene.
Qualcuno si è preoccupato davvero di sapere se e come potranno riprendere la serie C e la Lega Nazionale Dilettanti? Poco, molto poco. E parliamo di 690 squadre in totale tra serie C, serie D ed Eccellenza. Tutti club a rischio di fallimento sorte fra quelle che avrebbero diritto a disputare i play off (27 squadre coinvolte...). 
Certo ora c’è bisogno del sì dell’Assemblea e soprattutto del consiglio federale e del presidente della Lnd. Apriti cielo. Sibilia su tutte le furie. Correzione e scuse immediate. Poco dopo arrivano anche le dichiarazioni del numero uno della serie C, Ghirelli che di fatto ha annunciato lo stop al campionato (lo proporrà il 4 maggio). C’è già il progetto pronto: promozione in B delle tre squadre prime nei rispettivi gironi (Monza, Vicenza e Reggina), più una quarta che sarebbe estratta a sorte fra quelle che avrebbero diritto a disputare i play off (27 squadre coinvolte...). Certo ora c’è bisogno del sì dell’Assemblea e soprattutto del consiglio federale. 
L’uscita non è certo piaciuta a Sibilia che tra l’altro è anche vicario della Figc: «Non è stata seria “guarda in basso ci siamo anche noi”. L’uscita non è certo piaciuta a Sibilia che tra l’altro è anche vicario della Figc: «Non è stata concordata né preventivamente illustrata. Stupisce che in un momento, mentre si evidenzia una situazione di crisi,si propongano soluzioni che non tengono conto dell’attuale format ma che addirittura ne preveda un aumento». 
Anche il presidente della B, Balata (ieri circolava anche una sua non confermata volontà di stop) è intervenuto definendo la proposta irricevibile evidenziando poi un non rispetto dei ruoli istituzionali.
Benvenuti nella guerra dei dimenticati.
E.B.

«QUANDO IO GIOCAVO CON MESSI»
Da bambino era uno dei pochi eletti destinatari della consegna «passala a Leo che ci pensa lui». Ad aspettare il pallone era proprio la pulce, il fuoriclasse argentino del Barcellona Lionel Messi, al fianco del quale il suo coetaneo Gerardo Ruben Grighini può vantare dei trascorsi nella cantera del Newell's Old Boys. Tre anni fianco a fianco nel club di Rosario, poi le rispettive carriere hanno avuto destini agli antipodi, con Messi a caccia nel 2020 del suo settimo Pallone d'oro, e l'ex terzino destro del Venezia costretto ad arrendersi a 23 anni ai mille infortuni e a tornare in patria nel 2010. «Lavoro come addetto alle vendite in un'azienda che produce macchinari per il settore agricolo», ci aggiorna Geri sulla sua nuova vita nella natìa Tortugas».
Il pallone che posto occupa oggi nella sua vita? «Al Club Atletico Union Tortugas alleno assieme ad altri tecnici bambini e ragazzi tra i 6 e i 18 anni. Provo ad aiutarli e a trasmettere ciò che avevo imparato, per esperienza personale il mio primo consiglio è conoscersi per diventare il miglior medico di sé stessi, perché è dalla testa che parte quella fiducia che a un certo punto è mancata a me». Riavvolgiamo dunque il nastro. «Da bambino mi trasferii a Rosario e dai 10 anni ho indossato la stessa maglia rossonera di Leo Messi. Siamo nati entrambi nel 1987 e nel Newell's era già un fenomeno, correre per recuperare la palla e affidargliela era la cosa più saggia e naturale. Nel 2000 volò al Barcellona e tutti hanno visto che è il numero uno, l'ultima volta ci siamo incontrati in aeroporto a Madrid per rientrare in Argentina, mi piacerebbe riabbracciarlo un giorno».
IL DOCU-FILM
Ricordi che nel 2014 Grighini testimoniò nel docu-film Messi, storia di un campione, presentato alla 71. Mostra del Cinema di Venezia per ripercorrere la scalata del diez dalle umili origini al tetto del mondo. «Un'esperienza che porto nel cuore, non mi aspettavo mi chiamassero per farmi raccontare gli inizi, fu una grande gioia per me. Avevo proposto una partita tra gli amici ex Newell's contro il Barça, chissà, la speranza è l'ultima a morire ride In patria non coccoliamo abbastanza il nostro campione, i media lo attaccano di continuo»
Nel 2002 toccò a Grighini cercare gloria in Italia. «A 15 anni seguii mio fratello Pablo (nel 2005 al Mira in Promozione, ndr) che si allenava in una scuola calcio che portava ragazzi in Italia. Lui provò per la Vibonese, io nell'agosto 2004 arrivai al Venezia grazie ad Andrea Seno ma dovetti aspettare dicembre per giocare perché il Newell's non mi dava il via libera. A febbraio ero tra i più giovani tra i tanti sudamericani del Venezia Primavera che stupì arrivando 4. al Torneo di Viareggio. Ci allenava Andrea Manzo, per noi era una vacanza e non sapevamo dove saremmo potuti arrivare, mi lanciò, feci bene ed entrai nel giro della prima squadra». «Esordii a 18 anni in Serie B nel famoso Genoa-Venezia dell'11 giugno 2005 prosegue - ma considero il mio vero debutto quello col Vicenza del 16 dicembre successivo contro l'Avellino. 
Nove giorni dopo Julio Gonzalez mi stava accompagnando all'aeroporto di Venezia, dopo Grisignano tamponammo un camion e lì la nostra vita cambiò. Grazie a Dio posso raccontarlo, Julio col quale ci sentiamo spesso ha perso il braccio sinistro, io me la cavai con uno sbilanciamento del bacino che ha causato i miei gravi infortuni alle ginocchia». Il 29 aprile 2006 il ritorno in campo per 1' in Vicenza-Cremonese. «L'anno dopo a Cittadella non mi trovai molto bene, a gennaio tornai a Venezia in C1 riuscendo a rinascere nel morale. Giocai 6 partite da 90' con Di Costanzo e arrivammo ai playoff per la B col Pisa, l'anno dopo Favaretto mi schierò con la Pro Sesto ma mi infortunai il 9 settembre tornando il 31 marzo con Serena. 
Giocai il finale di stagione ma non a buon livello, in estate scesi in C2 a Rovigo e lì, con due infortuni alle ginocchia, mi è mancata la forza. Tornato in Argentina ho detto stop». Uno sguardo al futuro? «Il mio posto ideale per vivere rimane Venezia dove ho molti cari amici anche tra ex compagni. Ho smesso di giocare ma non di sognare, sono convinto che un giorno tornerò per allenare i ragazzini».
Marco De Lazzari

Il Venezia si avvia alla ripresa fra screening e test sierologici
Essendo ormai acquisita l'intenzione della Federcalcio di far ripartire (a porte chiuse) anche il campionato di Serie B, il Venezia deve giocoforza già provare a pianificare la ripresa degli allenamenti al Taliercio. Gli arancioneroverdi di Alessio Dionisi infatti, scaduto il fermi tutti in vigore fino al 3 maggio, potrebbero ritrovarsi entro pochi giorni sul campo con l'obbligo di imparare a convivere col rischio-coronavirus. In questo senso la Commissione medico scientifica della Figc ha già raccomandato un ritiro chiuso almeno per il primo periodo di allenamento (modello preparazione estiva) propedeutico alla ripresa delle ultime 10 giornate di stagione regolare, con la sorveglianza del medico sociale. Un ritiro che sarà preceduto da uno screening (72-96 ore prima di iniziare) di tutto il gruppo squadra, con test molecolari e sierologici, esami strumentali e del sangue. Il Venezia, peraltro, sarà un osservato speciale essendo l'unico club di B ad aver riscontrario col centrocampista Antonio Vacca un caso di contagio al Covid-19.
In bilico come la prima squadra c'è pure la Primavera, in compenso la Figc ha fatto calare il sipario sugli altri campionati giovanili nazionali. Tra gli Allievi i classe 2003 Under 17 di Andrea Soncin hanno chiuso terz'ultimi con 16 punti il girone A dominato da una Atalanta che ha dettato legge anche tra gli Under 16, campionato chiuso dai 2004 di Andrea Turato in ultima posizione con 9 punti. Bottino più sostanzioso tra Giovanissimi Professionisti per gli Under 15 del 2006 guidati da Massimiliano Saccon (decimi con 23 punti), molto buono infine il 3. posto degli Under 14 di Alessio Chiarin, team del 2006 che con la sua miglior difesa ha collezionato 34 punti. (m.del.)

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